Spettacolo

Auditorium “Ennio Morricone” Tor Vergata – ‘Il piccolo spazzacamino’ di Britten

teatro Piccolo spazzacamino Sull’amore e la solidarietà
 
 “Il piccolo spazzacamino” (The Little Sweep), di scena all’Auditorium “Ennio Morricone” della Microarea di Lettere e Filosofia, che ospita la stagione dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” organizzata da Roma Sinfonietta, è una fiaba piena di sentimenti luminosi ombreggiati dalle sfumature dolenti che non possono mancare se si vuole rimarcare il contrasto manicheo tra bianco e nero.
È anche un piacevole e tenero gioiello creato con intento didattico dal grande compositore inglese Benjamin Britten nel 1949 per il Festival musicale di Aldeburgh. Britten, oggi considerato uno dei musicisti inglesi più rappresentativi del XX secolo, si era messo in luce staccandosi dalle strettoie della scena musicale del suo paese in funzione di una scelta stilistica che lo ponesse nel solco della grande composizione europea. Fra i suoi musicisti preferiti, per i quali non mancava di manifestare aperta ammirazione, c’erano personalità come Mahler, Berg e Stravinsky. Dallo studio della loro arte scaturiva certo la grande abilità di trattare con tecnica impeccabile, anche le forme musicali  più tradizionali illuminandole con freschezza ed originalità. Britten amava comporre per voci bianche,utilizzando spesso cori di bambini nelle sue opere maggiori. Alcune sue composizioni di questo tipo sono state anche utilizzate come colonne sonore.
“Il piccolo spazzacamino”, il cui libretto, scelto da Britten assieme a Eric Crozier, che ha scritto i testi. è ispirato a due liriche di William Blake, faceva parte di un progetto dal titolo “Facciamo un’opera!” (Let’s make an Opera!), un’idea che veniva a inserirsi autorevolmente nel novero della iniziative tendenti a recuperare un senso dell’esistenza che la terribile II° Guerra mondiale aveva temporaneamente sopito. Il titolo svela che protagonisti di quest’opera in un atto sono sette giovanissimi cantanti solisti accompagnati da un piccolo coro di voci bianche. Insieme a pochi altri cantanti/personaggi sono chiamati ad esplorare le fasi per arrivare alla realizzazione di un’opera, dalla scelta dell’argomento, alla stesura di arie e duetti, alle prove d’orchestra. Dunque, il lavoro era pensato come un work in progress con il gruppo di bambini e gli adulti in scena che come in un gioco in comune che coinvolgeva anche il pubblico, cercavano di mettere insieme tutte le parti che occorrono per la ideazione e la realizzazione di un’opera.
A Roma ne viene presentata proprio una edizione con l’Associazione Roma Sinfonietta, Reate Festival e Opera Incanto insieme sinergicamente a darle dignità di spettacolo. Sul palcoscenico, ben coordinati da Fabio Maestri a capo dell’Ensemble strumentale e della compagnia di canto di Roma Sinfonietta, nonché del Gruppo vocale “Francesco Anerio”, preparato dal maestro del coro Luca Garbini, si esibiscono anche quattro artisti con all’attivo una discreta esperienza: Dario Ciotoli, Flaviano Bianchi, Annapaola Pinna e Sabrina Cortese. “Il piccolo spazzacamino” è la storia di un piccolo lavoratore e delle vicissitudine che ne segnano l’esistenza. Protagonista è infatti Sam, bambino di circa nove anni, figlio di poverissimi genitori e per questo venduto a due spazzacamini padre e figlio Black Bob e Clem: questi costringono brutalmente Sem a lavorare con loro, lo legano ad una corda e lo costringono a imbucarsi dentro la bocca nera e fuligginosa di un camino della casa di una facoltosa famiglia. Sem rimane però incastrato nella cappa, e le sue invocazioni di aiuto vengono ascoltate dai figli dei padroni di casa e dai loro cuginetti. I bambini si commuovono per la sua sorte e si ingegnano a trovare non solo il modo per estrarlo dal camino, ma per proteggerlo, nascondendolo ai rimproveri severi dell’antipatica governante, Miss Baggott. Aiutati dalla tata, la dolce Rowan, i bimbi salvano lo spazzacamino e, dopo averlo lavato e rifocillato lo chiudono nel baule che custodisce i giocattoli dei cuginetti. Poi, di fronte al rifiuto dei trasportatori di spostare il carico, ritenuto troppo pesante, mettono insieme le loro forze e riescono ad issarlo sulla carrozza che lo porterà verso la libertà.
Va rimarcato l’impegno entusiastico di questi giovani interpreti, consapevoli del loro ruolo e pronti ad operare per sostenere la parte assegnata. Certo, a decretare il successo presso il pubblico presente numeroso è stata determinante la presenza di un direttore di esperienza come Fabio Maestri, che ha curato con passione la parte musicale ottenendo pur dal limitato organico voluto da Britten magnifici effetti e riuscendo a tenere ben compatto il palcoscenico. Ed è dal loro entusiasmo che nasce soprattutto l’ottima amalgama ottenuto.
Sul palcoscenico, le scene ingenue ed essenziali di Michele Della Cioppa e Maria Rossi Franchi mobilissime e variamente articolate dagli stessi interpreti sono create in funzione della regia di Cesare Scarton, mentre Giuseppe Bellini ha disegnato i costumi d’epoca. 

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