L’efficienza energetica per uscire dalla crisi
Roma – È necessario usare le risorse disponibili per sostenere le filiere italiane dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche.
La Quarta conferenza nazionale degli Amici della Terra sull’efficienza energetica con una tavola rotonda sulla strategia energetica nazionale (SEN) e gli obiettivi della nuova Direttiva europea in materia. Nell’intervento introduttivo, Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra, ha sottolineato che: “Nelle fasi di crisi le imprese sono indotte ad avviare ristrutturazioni per riconquistare competitività e spazio sui mercati. Una delle strade principali per ottenere questo risultato è quella di migliorare l’efficienza energetica ed ambientale dei processi produttivi e di puntare sulla qualità ambientale ed energetica dei prodotti”: “Una politica energetica e ambientale lungimirante – ha detto la Filippini – deve supportare lo sforzo necessario per uscire dalla crisi e scegliere di privilegiare i punti forti dell’industria italiana nel settore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche, uscendo dalla monocultura delle rinnovabili elettriche, come fotovoltaico ed eolico, per le quali siamo dipendenti dall’estero.
La SEN riconosce gli eccessi di incentivazione delle rinnovabili elettriche e i loro effetti perversi e deve, dunque, trarne la necessaria conseguenza: la cessazione di nuovi incentivi alle rinnovabili elettriche intermittenti alla scadenza dei decreti del 6 luglio 2012, cioè al termine del triennio 2013-2016.” “Pur consapevoli dei vincoli che già esistono (sia che si usino risorse provenienti dalla fiscalità generale sia da oneri a carico delle tariffe di elettricità e gas), riteniamo che ogni residua risorsa disponibile debba essere destinata prioritariamente all’incentivazione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica.” “Per questo – ha concluso Filippini- gli Amici della Terra propongono di modificare gli obiettivi della SEN per le fonti rinnovabili al 2020, portando al 22% l’obiettivo delle rinnovabili termiche (ora indicato al 19%), e riducendo al 31% quello delle rinnovabili elettriche (ora al 37%). In questo modo aumenterebbe la coerenza interna della Strategia e verrebbe dato un chiaro segnale di discontinuità rispetto al precedente ciclo di politiche di incentivazione. Tale scelta consentirebbe comunque di raggiungere l’obiettivo generale del 20% di rinnovabili al 2020, puntando con chiarezza sulle rinnovabili termiche, che sicuramente possono svilupparsi nella misura proposta con minori costi di incentivazione e maggiori ricadute per l’economia italiana rispetto alle rinnovabili elettriche”.
Ciò consentirebbe di assicurare risorse più significative anche all’incentivazione dell’efficienza energetica per perseguire lo scenario/obiettivo di evoluzione dei consumi di energia indicati dalla SEN. In tal modo lo scenario di significativa riduzione dei consumi, prospettato dalla SEN, sarebbe effettivamente associato all’aumento dell’efficienza energetica e della competitività del Paese e non ad una prospettiva di deindustrializzazione e recessione.