Civitavecchia – Poliziotto di Stato, libero dal servizio, arresta uno dei due evasi dal carcere
Civitavecchia, 31 luglio 2017 – Un Agente del Commissariato di Civitavecchia, libero dal servizio, ha notato in un’area boschiva non lontana dal carcere, aggirarsi un uomo in atteggiamento sospetto.
Il Poliziotto, nell’avvicinarsi per controllarlo, lo riconosceva per Luca Leke, di 32 anni detenuto per stupefacenti, uno dei due albanesi evasi ieri dal Carcere di Civitavecchia scappati dai cortili di passeggio del moderno carcere scavalcando le recinzioni ed arrampicandosi sul muro di cinta per poi darsi alla fuga. Il fuggitivo tentava di nascondersi nella boscaglia ma l’Agente, anche in considerazione che l’albanese trascinava una gamba, riusciva a bloccarlo con la partecipazione degli Agenti del Nic, nucleo investigativo centrale, della Polizia Penitenziaria.
Luca Leke, che si era ferito nella fuga dal carcere, sotto stretta sorveglianza, è stato soccorso e condotto all’ospedale per le cure del caso.
Proseguono le ricerche del secondo fuggitivo, Marku Osvaldi, 22 anni, con precedenti per furto aggravato e ricettazione.
L’evasione ha provocato la rimostranza del segretario generale della Uilpa Penitenziari, Angelo Urso. “Il caso di duplice evasione che si è registrato a Civitavecchia è l’ennesimo segnale che il sistema carcerario fa acqua da tutte le parti e che è urgente un’inversione di marcia”. “La Uilpa – sottolinea Urso – chiede da tempo di proclamare lo stato di emergenza delle carceri, per avviare una seria riflessione e cercare soluzioni reali ai problemi del settore, a cominciare dalla carenza di personale e risorse. Non si può pensare solo alla rieducazione e al trattamento dei detenuti trascurando la sicurezza. Al contrario, bisogna aver chiaro che non può esserci reinserimento sociale senza sicurezza nelle carceri”.
Ciò anche perchè, nell’evasione, il personale della Polizia Penitenziaria viene incriminato per “colpa del custode” ma mai il legislatore che con le sue leggi ne favorisce la fuga.
L’operatore di Polizia, può salvarsi solo se entro tre mesi l’evaso viene catturato ed egli partecipa alla cattura, costringendo così – giustamente – a dire e verbalizzare che all’arresto hanno partecipato anche gli Agenti della Penitenziaria.