Tematiche etico-sociali

Papa Francesco in Colombia: Cristo è sole di giustizia

papa francesco bogotàCartagena de Indias,10 settembre 2017 –  Ognuno può compiere il primo passo per la pace.
 
Inizia il giorno 6 a Bogotá, posta su un altopiano a 2640 metri nella Cordigliera Orientale delle Ande, il percorso di Francesco in terra colombiana, accolto dal presidente della repubblica Juan Manuel Santos e consorte.

Il 7, l’incontro con le autorità nella Plaza de Armas della Casa de Narino, seguito dalla visita di cortesia al presidente Santos nel Salone protocollare della Casa de Narino.  La visita alla cattedrale, il saluto con la benedizione dal balcone del Palazzo Cardinalizio e l’incontro con i vescovi nel medesimo palazzo poi quello con il comitato direttivo del CELAM nella Nunziatura Apostolica, dove il papa ricorda come le donne abbiano avuto una presenza fondamentale, non secondaria, nell’Antico e nel Nuovo Testamento. La Messa nel Parco Simon Bolivar con la partecipazione di circa un milione di persone. Il raccoglimento davanti all’immagine di Nostra Signora del Rosario di Chiquinquirà (massimo riferimento per il popolo sudamericano come la Madonna di Guadalupe), traslata nella cattedrale di Bogotá per il viaggio papale. Dopo il dono filiale di un rosario d’oro, Francesco ha affidato alla mediazione materna di Maria, la Colombia e il suo desiderio di pace, lasciandone traccia nel libro d’oro della cattedrale. 
 
L’8 la partenza con circa 100 chilometri percorsi in aereo per raggiungere Villavicencio, l’ultima grande città a confine con le immense, paludose, pianure dei Llanos Orientales lungo il fiume Orinoco, centro fondato dai gesuiti fra la gente della tribù Guayupe e tristemente segnato dalle recenti violenze. La celebrazione eucaristica è nel terreno di Catama, e riunisce le popolazioni anche per le beatificazioni di un vescovo e di un sacerdote, assassinati in due momenti diversi di una storia di guerra senza fine: Jesus Emilio Jaramillo, Monsalve, vescovo di Arauca, ucciso nel 1989 presso Fortul (ci dicono che l’attribuzione del delitto sia nella realtà ancora incerta, tra le fazioni della guerriglia o il narcotraffico) e Pedro Maria Ramirez Ramos, parroco di Armero-Tolima, vittima nel 1948 delle violenze fra liberali e conservatori, nel periodo definito El Bogolazo (la violenza), iniziato con l’assassinio, il 9 aprile del 1948, del candidato liberale Gaitan. Nel pomeriggio, nel Parque Las Malocas,  l’Incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale, davanti al Cristo di Bojayà: statua lignea di Cristo, mutilata dallo scoppio di una bomba (delle Farc), avvenuto il 2 maggio del 2002 in una chiesa (nella regione del Choco sul Pacifico) che saltò in aria causando un numero ancora imprecisato (tra 72 e 100) di vittime fra i fedeli. Momento culminante il perdono fra rappresentanti delle parti in conflitto, presenti vittime superstiti e famiglie di uccisi e scomparsi. Nella giornata è stata diffusa la notizia della lettera al papa, con la richiesta di perdono per il dolore causato, di Rodrigo Londono Echenerri, conosciuto come Timochenko,  leader delle Farc ed ora esponente politico per la riconciliazione. Una sosta davanti alla Croce della Riconciliazione, simbolo di unificazione nazionale, nel Parque de los Fundadores, conclude la giornata a Villavicencio, Alla presenza di  400 bambini e una rappresentanza delle popolazioni indigene, Francesco ha deposto presso la croce,  una corona di fiori ed ha piantato un albero, Nelle preghiere del papa soprattutto ascolto e tenerezza.”Vengo qui con rispetto, calpestando una terra sacrata dal sangue di milioni di innocenti e dal dolore delle loro famiglie. Ogni morte violenta ci diminuisce come persone. Sono venuto per guardarvi negli occhi e, se lo permettete,  se Dio mi dà la grazia, per piangere con voi, per perdonarci, anch’io devo chiedere perdono. Per abbracciarvi davanti al Cristo amputato che ha sofferto con il popolo e per il popolo e che ci insegna la forza del perdono. Cristo nero, ti hanno strappato i tuoi figli che credevano in te, fa’ che ci impegniamo a restaurare il tuo corpo, per consolare chi piange nella solitudine”.

Il  9  il Papa è a Medellin, dove nel 1968 Paolo VI portò come un arcobaleno il messaggio del Concilio Vaticano II nella realtà sudamericana, inaugurando il 24 agosto dalla Cattedrale di Bogotá la Seconda Conferenza Generale degli Episcopati dell’Amerca Latina, svoltasi a Medellin fino al 5 settembre di quell’anno. È la seconda città della Colombia, nella valle di Aburrà, fra la Cordigliera Occidentale e la Cordigliera Orientale, con la nascita del suo primo nucleo nel 1616. Centro che ha conosciuto una diffusione incredibile delle violenze urbane, andate riducendosi dal 2005, grande riferimento per il narcotraffico. La Messa è all’Aeroporto dove già venne celebrata  il 5 luglio 1986 da Giovanni Paolo II, con le ordinazioni episcopali, durante il suo viaggio in Colombia che toccò 13 luoghi. Nello Stadio Coperto La Macarena, poi, l’incontro con i sacerdoti, i religiosi, i consacrati e le loro famiglie dove ha condannato la trappola della droga, il riferimento all’inquietudine dei giovani che può dare disorientamento o grandi frutti anche nel volontariato, la necessità di una Chiesa autentica.

Il 10 la giornata conclusiva  si svolge a Cartagena de Indios, centro industriale, grande porto nel Nord, con una suggestiva baia sul Mar dei Caraibi. Nella Piazza San Francesco d’Assisi ed alla presenza di molti poveri, il papa ha benedetto la posa della prima pietra delle case per i senzatetto ed ha incontrato anche le ragazze assistite dall’OperaTalitha Kum (in aramaico: fanciulla, alzati!) rete internazionale di consacrate contro l’abuso e la tratta delle persone, soprattutto minori, fondata nel 2004 e presieduta da John Studzinskii, filantropo e uomo d’affari. Poi è andato in un quartiere popolare, nella casa di Lorenza Perez, una signora di 77 anni che da 50 cucina da volontaria per i poveri.

Il pontefice, risalito sulla papamobile, a causa di una brusca frenata, ha battuto il viso contro l’auto riportando una piccola ferita su un’arcata sopracciliare ed un ematoma ad uno zigomo.
La recita dell’Angelus è avvenuta nella chiesa di S. Pietro Claver,  gesuita.

Back to top button
SKIN:
STICKY