I Beatles a fumetti in mostra a Romics
Dal 5 all’8 ottobre c’è Romics alla Fiera di Roma. Nell’occasione si potrà visitare una mostra molto particolare sui Beatles. Qui vi raccontiamo la storia della copertina di “Abbey Road”.
Roma, 2 ottobre 2017 – Una serie di fumetti dedicata ai Beatles, per celebrare il cinquantesimo anniversario della pubblicazione del disco ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’. La mostra Beatles a fumetti è la novità della 22esima edizione di ‘Romics’, il festival internazionale del fumetto, animazione, cinema e games che si svolgerà dal 5 all’8 ottobre alla Fiera di Roma. Tanti gli artisti che hanno partecipato realizzando tavole a tema dedicate alla band di Liverpool, tra cui Giuseppe Palumbo, Midori Yamane, Paolo Barbieri, Mick Manning e Yoshiko Watanabe.
Nel disegno della foto di questo articolo vedete riprodotta la copertina più celebre di tutti i tempi, che ritrae uno dei luoghi più visitati a Londra. E non c’è niente da fare. Più si prova a ripulire muretti, pali della luce, porte e finestre antistanti e più i fans si ostinano a lasciar traccia (scritta) del loro passaggio, in un luogo che è ormai meta di veri e propri pellegrinaggi. Stiamo parlando di Abbey Road, la mitica strada ove i Quattro furono ritratti nell’atto dell’attraversamento pedonale. Strada che da’ il titolo all’album (penultimo della serie, siamo nel 1969) e sede degli studi di registrazione.
Attraversamento sul quale si è costruita una delle trame (fanta-giornalistiche) più incredibili nella storia della musica. Che si è inserita all’interno di quella ricostruzione surreale per cui, per qualche anno, girò la voce che Paul McCartney fosse morto. E che quella copertina fosse non altro che la celebrazione (simbolica) dell’onoranza funebre.
I sostenitori della teoria fornirono alcuni elementi: nella copertina, si vede McCartney (il suo sosia, si disse) che cammina a piedi nudi. Nella tradizione inglese i cadaveri sono seppelliti senza le scarpe. Sul lato sinistro della strada è parcheggiata una Volkswagen bianca la cui targa reca scritto “28 IF”. Traduzione: “28 SE” (SE fosse vivo, aggiunsero costoro. A quell’epoca McCartney aveva infatti 27 anni). Non serve aggiungere che i “complottisti” rincaravano la dose, asserendo che l’abbigliamento dei restanti tre era riferibile ad un funerale per cui, per fare un esempio, John Lennon (vestito di bianco) simboleggiava il pastore. Altri elementi dovevano esser presenti in diversi album dei Beatles ma vi risparmio l’elenco. Vi basti sapere che la storia della morte di Paul McCartney andò avanti per molto tempo.
Per chiudere, ricordiamo qui una battuta assai gustosa fatta dal nostro, in risposta ad una altrettanto gustosa domanda fatta da un perspicace giornalista sull’argomento, il quale gli disse: “Paul, sembra che tu sia morto”. E McCartney: “È strano, credo che me ne sarei accorto!”.