Estero
Battisti uguale ai Marò… Come avevamo scritto, altro rinvio…
Roma, 25 ottobre 2017 – Nel nostro articolo del 14 ottobre, avevamo iniziato con “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva un nostro grande politico e statista… e così noi, su l’ex terrorista dei Pac (Proletari armati comunisti), Cesare Battisti condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi, unici, peccammo avanzando un’ipotesi a scaricabarile sulla sua estradizione.
Cesare Battisti, arrestato a Corumbà per “traffico illegale di valuta e riciclaggio” e subito scarcerato invocando l’ “habeas corpus” (l’istituto giuridico a tutela delle libertà individuali), nonostante il presidente brasiliano Michel Temer avesse revocato l’asilo politico concesso con decreto da Lula (il presidente giudicato colpevole e condannato in primo grado a 9 anni e mezzo), aveva trovato il suo secondo “sostenitore” nel giudice Luiz Fux del Tribunale regionale federale della terza Regione. I Giudici, all’unanimità, avevano deciso per lui che per i reati commessi a Corumbà, bastavano le misure cautelari alternative al carcere e quindi che non lasciasse la zona di residenza senza autorizzazione della giustizia e che si presentasse ogni mese davanti ai magistrati, con l’applicazione, se disponibile, della cavigliera elettronica che però, stranamente, non c’è nonostante il personaggio condannato per 4 omicidi e arrestato mentre stava per scappare con i soldi! Magari, sono tutte giustamente utilizzate per vigilare ladri d’auto…
Per l’estradizione, invece, veniva investito il Tribunale Supremo Federale brasiliano, che avrebbe dovuto pronunciarsi ieri. E quì, come facilmente avevamo previsto, gli imparziali Giudici, hanno deciso di “rinviare alla prossima settimana l’esame del caso di Cesare Battisti”.
Non ci è dato sapere quali accordi economici bollono in pentola e con le elezioni in vista (sembra di rivivere la triste vicenda ancora in piedi dei nostri Marò con l’India!) e una pronuncia di rifiuto dell’estradizione potrebbe avere effetti negativi nell’elettorato di ambedue i paesi e quindi, la soluzione migliore è il rinvio…. passa il tempo … intanto, il caso sbollenta, la pressione mediatica si allenta, passano gli accordi e le elezioni e…. magari un altro soggetto in libertà senza controllo, nelle stesse condizioni del latitante, potrebbe darsi all’ennesima fuga e … tutto sarebbe risolto… senza incidenti diplomatici (che con il nostro governo non ci sarebbero comunque!)
Strano, per questa squallida triste vicenda, nessun parlamentare fa lo sciopera della fame…. chi sa perchè… o si sa?…
Chi sa se con Israele, Turchia, Usa, Francia, Inghilterra, Austria, Grecia, il Brasile adotterebbe lo stesso comportamento…