Non si placano le turbolenze tra gli esclusi nelle liste elettorali
Roma, 4 febbraio 2018 – Come sempre accade nelle competizioni elettorali di questo tipo, la mancata conferma o il non inserimento nelle liste dei nuovi inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, si lasciano dietro una lunga scia di aspre polemiche e di contestazioni diffuse e variegate che finiscono per gettare ulteriore discredito sull’intera classe politica del nostro Paese
Infatti, la sensazione più diffusa e condivisa è che la stragrande maggioranza dei futuri deputati e senatori anteponga i propri interessi personali e di bottega a quelli degli Italiani, che già manifestano preoccupanti segnali di stanchezza, alimentando, così, la messe delle schede bianche e, soprattutto, l’esercito degli astensionisti.
Ciò si desume anche dallo sconcertante attaccamento alle proprie poltrone, oppure dalla sfrenata rincorsa per conquistarsi incarichi importanti che assicurino loro lauti compensi ed impegni temporali alquanto limitati.
È chiaro a tutti che qualora un soggetto, di qualsivoglia partito, svolga un’attività d’eccellenza adeguatamente retribuita, non scenderà mai in politica per limitarsi ad una semplice alzata di mano per esprimere un “si” oppure un “no”, a provvedimenti già decisi nelle varie segreterie dei rispettivi partiti.
L’aspetto più avvilente e disarmante è che questo indecoroso “mercato delle vacche” investe tutte le forze in campo a cominciare dai componenti del “tripolarismo”, che i sondaggisti ritengano possano puntare alla conquista di Palazzo Chigi, fino alle liste civiche e di sostegno composte da “trombati” e sbandati disponibili a qualsiasi tipo di compromesso etico ed intellettuale.
Alla fine, si suppone, sarà trovata una soluzione per tutti, o quasi, perché gli esclusi della rosa dei privilegiati saranno sistemati nei vari Enti di Stato, nelle numerose aziende partecipate ed in altri rifugi importanti che non faranno certo rimpiangere il loro mestiere, nel caso ne abbiano uno.