Racconti di sport
Racconti di sport: “Sapore di mare”
Roma, 6 marzo 2018 – Il titolo del nostro racconto è liberamente preso dalla famosa canzone di Gino Paoli, che poi fu oggetto di un film di Carlo Vanzina in programmazione nel 1983 esattamente trentacinque anni fa.
Cosa centra con un racconto di sport, direte voi? Centra perché il 6 marzo del ’83 il sottoscritto ha vissuto una delle più belle giornate di rivincita calcistica “laziale” nei confronti della tifoseria romanista che stava per conquistare il suo secondo scudetto, mentre la mia Lazio era al terzo anno di purgatorio in serie B.
A Roma si viveva una disparita inaccettabile ormai da tre anni perché ai guai laziali, dovuti al precipitare nella serie inferiore per lo scandalo del primo calcio-scommesse, si contrapponeva la crescita dei giallorossi verso traguardi impensabili fino a qualche anno prima e si sa che in una città come Roma il derby è vissuto dal primo gennaio fino al trentuno dicembre…
Quella domenica all’Olimpico si giocava lo scontro diretto tra Roma e Juventus, crocevia per la lotta per il titolo, ad otto giornate dal termine, con i padroni di casa in vantaggio di cinque punti quando la vittoria ne valeva due; la Lazio invece stava lottando per tornare in serie A e giocava a Cremona, contro una squadra anch’essa in competizione per la promozione nella massima serie, una gara molto delicata.
Ero sposato da poco meno di un anno e quella domenica, con la Lazio in trasferta, andai a pranzo a casa dei miei suoceri con l’idea di rimanere fino a metà pomeriggio con loro per poi andare a vedere un film allo spettacolo delle ore 18. Naturalmente dopo pranzo, mentre mia moglie conversava amabilmente coi suoi parenti stretti, mi trasferii da solo in salotto per ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto” che all’epoca era l’unico mezzo per conoscere i destini della propria squadra del cuore, anni-luce distanti dalle attuali pay-tv.
Le gare cominciavano alle ore 15 e verso le 16,20 un boato squarciò l’incedere radiofonico col mitico Enrico Ameri che sanciva il vantaggio romanista dall’Olimpico, rete di Falcao; grande entusiasmo col vantaggio che diventava rassicurante sulla Juventus di ben sette punti.
Da Cremona nessun sussulto, con la Lazio, in una partita senza infamia e senza lode, che stava rischiando poco e tutto sommato ci stava bene un pareggio in una trasferta molto insidiosa. Il fascino della radio e della trasmissione in questione è che stava tutto nell’immaginare come si stesse svolgendo quello che ascoltavamo, il vivere le emozioni raccontate dalle storiche voci, con situazioni che non potendole vedere potevano cambiare radicalmente nel giro di pochi minuti, se non secondi.
Ancora Ameri da Roma all’83° dava il pareggio della Juve con goal di Platini, quindi tutto rimaneva invariato coi cinque punti di vantaggio giallorossi ed una giornata di meno da giocare. Da Cremona nessuna novità.
Ecco però che si scatenava l’imponderabile con ancora Ameri dall’Olimpico che raccontava, con viva emozione, l’inaspettato vantaggio della Juve con Brio all’86° e pochi secondi dopo quasi in simultanea la voce lontana di Ezio Luzzi che da Cremona dava il vantaggio Lazio con goal di Giordano!
Descrivere la mia gioia irrefrenabile è usare un eufemismo, perché la mia Lazio aveva violato un campo ostico per la corsa alla promozione in A e contemporaneamente la Roma vedeva ridotto a soli tre punti il vantaggio per la corsa allo scudetto; una domenica di respiro dopo mesi di continuo sfottò sempre e comunque in un solo senso.
Ma la giornata non era finita perché, come detto, uscii con mia moglie per andare al cinema, tranquillo e rilassato, già col pensiero che l’indomani avrei massacrato gli amici romanisti, in special modo uno,Fabrizio, il mio antagonista per eccellenza con cui la presa in giro era una prassi consolidata fin dal ’70, cioè dai tempi della scuola.
La scelta cinematografica cadde su “Sapore di mare”, un film leggero in programmazione al cinema Capitol sala che si trovava vicino allo stadio Olimpico, che ben si sposava per chiudere al meglio una trionfale domenica. Un godimento fu anche vedere, mentre mi stavo dirigendo verso il cinema nella corsia opposta alla nostra, il fiume di macchine bardate di giallorosso, di ritorno dalla partita, in silenzio come se tutte andassero ad un solenne funerale.
Il bello però era di là da venire perché poco dopo le ore 20, a programmazione conclusa, nell’uscire dalla sala ti vado ad incontrare proprio il mio amico Fabrizio con la moglie che inutilmente lo sosteneva, nell’invano tentativo di rianimarlo dopo la botta pomeridiana. Un segno del destino che mi diede la possibilità di rifarmi di mesi e mesi in cui avevo solo subito, con Fabrizio, ridotto ad uno straccio, che sopportò in silenzio la mia rivalsa.
Per la cronaca quel campionato poi la Roma lo vinse e la Lazio faticosamente raggiunse la serie A, con ulteriori patimenti futuri che avrebbero trovato fine qualche anno più tardi.
Sapore di mare di Carlo Vanzina, con protagonista Marina Suma, Jerry Calà e Christian De Sica, sarà sempre nel mio ricordo come la domenica della rivalsa, di un sano sfottò, classico di noi romani, che forse oggi si è perso insieme a tante cose del nostro passato.