“Henry” il mondo segreto dell’Alzheimer
dalla nostra corrispondente da Los Angeles Maristella Santambrogio
Yan England, canadese di nascita con sangue italiano da parte della madre, giovane attore, regista e produttore, è arrivato da qualche ora a Los Angeles per partecipare all’annuale pranzo organizzato dall’Academy Awards al Beverly Hills in onore dei contendenti nominati per 85esima edizione degli Oscars.
England camminerà sul red carpet dell’Academy Awards il 24 Febbraio grazie al suo Short Life Movie “Henry”, di cui è regista, sceneggiatore e produttore. Una storia molto toccante, ben diretta e recitata, nella quale si alternano i momenti di un vago presente e del passato di Henry ( Gerarde Poirier), un pianista sofferente di Alzheimer.
Chiediamo a Yan England –”Come stai vivendo questa esperienza di regista nominato per l’Academy Awards?” “Cosa posso dire, festeggio un momento fantastico della mia carriera, sono felicissimo. Mi sembra un sogno, domani incontrerò al pranzo pre-Oscars organizzato
dall ‘Academy al Beverly Hills: attori, registi, produttori, sceneggiatori, costumisti , musicisti , production design, makeup e hairstyling! Mi ritengo molto fortunato, è una grande soddisfazione per me sapere come il mio short life film ‘’Henry”, tra 125 Short Film inviati all’Academy , sia stato selezionato prima negli 11 e poi nominato nella rosa dei 5 prescelti per partecipare agli Awards .”
“Perchè ha scritto una storia sulla malattia del secolo: l’Alzheimer?” “Ho voluto ricordare mio nonno, Maurizio England , annullato da quella malattia. Ero molto legato a lui, le sue esperienze di vita hanno stimolato la mia fantasia. Mio nonno era nato in Inghilterra e durante la Seconda Guerra Mondiale faceva parte dell’Intelligence Service Inglese in Italia. Di servizio a Bari ha incontrato mia nonna, Amalia Grassi, è nato un amore profondo tra loro perpetuatosi con la nascita di mia madre. Il nonno con la famiglia ha vissuto per 12 anni tra Roma e Frascati, era diventato anche produttore cinematografico ed è stato uno dei primi a doppiare i film americani in italiano perchè parlava correttamente cinque lingue. Poi avendo perso tutto, si è trasferito in Canada con la famiglia”
“ Quando vi siete accorti della malattia?” “Il nonno aveva 92 anni, la mente viva sia nel presente come nei ricordi del passato, improvvisamente mentre eravamo insieme a lui con mia madre a bere un caffè, chiese se era stato un uomo buono, la stessa frase fatta ripetere da Henry, nel mio film, alla figlia. Poi lentamente sono subentrati quei vuoti di memoria, la mente sempre più assente dal presente, e il fuggire, forse, per ritrovare se stessi mentre si è proiettati nel passato. Il nonno a volte mi riconosceva oppure mi ricordava come un ragazzo incontrato a Roma. Le frasi sconnesse aumentavano. Spesso, ripeteva: 80 gatti. Abbiamo pensato ricordasse delle parole in codice usate mentre era nell’Intelligence Service. Questa esperienza della sua malattia durata per quattro anni, mi ha dato l’idea per la mia storia, sentita nel profondo e vissuta nei particolari e nel dolore, vedendo una persona amata allontanarsi fino a sparire in un mondo segreto.”
“ Chi ha finanziato lo Short Film?” “Mi sono finanziato il film investendo i miei soldi. Chi ha partecipato al film lo ha fatto per amore del cinema e per aiutarmi. Tutti hanno lavorato gratuitamente. Mia madre, mia sorella, gli amici, la nonna. Desideravo come protagonista Gerard Poirier, un attore straordinario con 60 anni di cinema alle spalle, un vero professionista. Ha letto la mia sceneggiatura e si è messo a disposizione per impersonare Henry, il musicista 84enne colpito dall’Alzheimer . Aveva 83 anni Poirier nel momento in cui si girava. Spesso mi raccomandavo dicendogli di stare seduto durante le prove poichè implicavano molti spostamenti. Mi rispondeva ”Ragazzo, non ti preoccupare dimmi solo dove devo mettermi”. Incredibile!
“Quando è iniziata la voglia di recitare?” “Per caso . Mia madre lavorava in un set televisivo come script editing. Poichè cercavano dei ragazzini come comparse, mi ha presentato al regista. Ho iniziato così a lavorare, la passione e nata lentamente. Quando ho deciso di recitare seriamente, i miei genitori mi hanno posto una condizione: se i miei voti a scuola fossero scesi anche di pochissimo, avrei dovuto interrompere la mia carriera d’attore. Ho fatto il possibile, nonostante la mia giornata fosse veramente piena. Studiavo, memorizzavo le mie parti, lavoravo, suonavo il sassofono e il pianoforte, partecipavo a gare di tennis e di nuoto ma sono riuscito a spuntarl”.
“Ha frequentato scuole di recitazione?” “Si, a 18 anni ho deciso di trasferirmi a Los Angeles per togliermi qualsiasi accento, la prima scuola è stata la Lee Strasberg Method. In Italia sono rimasto un anno a Viterbo per imparare l’italiano, è stato un anno piacevole, incontravo i miei parenti italiani e non dimenticherò mai la vostra cucina. Sono tornato in Italia per il Festival di Roma. Io comunque voglio recitare e dedicarmi alla regia. Il mio prossimo traguardo è dirigere un lungometraggio di cui sto scrivendo una sceneggiatura, ma posso anche collaborare con un altro sceneggiatore sviluppando una sua idea .”
Il film “Amour “, super premiato e nominato, ed “Henry” ci sottolineano l’importanza della comprensione verso chi si fa carico dell’anziano sofferente nel corpo o nella mente.
Il Canada festeggia per i suoi tre candidati agli Oscars. Oltre a England, infatti, è stato nominato lo short Film “Buzkashi Boys” il cui produttore Ariel Nasr da un anno si è trasferito in Canada e “War Witch” diretto dal canadese Kim Nguyen, nominato per la categoria film in lingua straniera.