Bersani entro stasera al Quirinale. Scelta Civica: abbiamo visto troppo poco
Ansa – “Entro sera mi recherò al Quirinale per riferire le mie valutazioni”, ha riferito il premier incaricato Pier Luigi Bersani al termine del giro di consultazioni.
“Abbiamo riferito al presidente incaricato la preoccupazione dei gruppi parlamentari del Pd per le condizioni gravi del nostro Paese che si stanno aggravando di ora in ora e abbiamo sottolineato la necessità che il Paese abbia al più presto un governo, un governo politico perché siamo convinti che solo un governo politico può avere la forza per affrontare la crisi”. Lo ha detto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda dopo il colloquio della delegazione del Pd con Bersani. “Al punto in cui la vicenda è arrivata c’é ancora spazio per risolvere in modo positivo la situazione: capita spesso che le partite, specie le più delicate, si risolvano nell’ultima fase, ma è necessario che tutte forze politiche sappiano assumersi le loro responsabilità. Sono state poste condizioni inaccettabili e irricevibili la cui impraticabilità dimostra la strumentalità con cui vengono poste. Crediamo nelle ore davanti sia ancora possibile una svolta positiva”. Lo afferma Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato al termine dell’incontro con Pier Luigi Bersani. “A quarantott’ore dall’incontro con Pierluigi Bersani poco si è visto delle proposte che avevamo sollecitato nel confronto con il presidente del consiglio incaricato”: così Scelta Civica, in una nota nella quale lamenta inoltre la mancanza di “contenuti riformatori” e il coinvolgimento “più consistente” del centrodestra. “Con rispetto per il Quirinale riteniamo sia possibile andare ancora a verificare il consenso nelle Aule rispetto alla proposta” di Bersani. Lo ha detto Gennaro Migliore dopo l’incontro di Sel con il premier incaricato Bersani. Intanto gli ambasciatori del Pd si impegnano ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica “con una comune garanzia – come ha detto anche pubblicamente il leader Pd – su figure che ottengano i voti dei due terzi del Parlamento e non siano di parte”. Impegni troppi generici per il Pdl che invece chiede al Pd una rosa di nomi da valutare, ma rappresentanti dell’area di centrodestra. Nei capannelli in Transatlantico i nomi più quotati sono, sul fronte del centrosinistra, quelli di Franco Marini e di Giuliano Amato, solo rumor ma indicativi per capire i profili di personalità che potrebbero essere proposti per cercare di convincere Berlusconi. Se il cuore della questione è il Colle, è vero che, come ha spiegato Bersani in alcune consultazioni di oggi, la ‘convenzione’ per le riforme, guidata dal Pdl, ha aiutato “il disgelo” con il centrodestra e con i montiani. Ma non con il M5S, dal cui incontro il premier incaricato ha definitivamente capito che non potrà avere un via libera, salvo poche defezioni.