Una giornata particolare al Festival dei due Mondi di Spoleto
Spoleto – Il direttore artistico del Festival dei 2 Mondi 2013 di Spoleto, Giorgio Ferrara, nel programma ha inserito questo pensiero “In un tempo difficile. In un Paese difficile, troppo dimentico di sé, del genio delle sue arti e del suo passato; ma solo da qui chiamato a trarre ogni speranza di futuro.”
Parole chiave per esprimere l’impegno e la qualità artistica del Festival di Spoleto da anni protagonista di un programma dove Opera, Musica, Danza e Teatro calamitano un pubblico numeroso. Da spettatrice ho assistito al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi ad uno dei Concerti di Mezzogiorno “Debussy e dintorni ” con Sandro De Palma protagonista al pianoforte. De Palma non necessita di presentazioni. Su Wikipedia si legge: è considerato una “ delle più qualificate ed originali espressioni del concertismo italiano”. Infatti , De Palma esprime attraverso la sua insuperabile sensibilità artistica, le sensazioni musicali degli autori che interpreta. Seduti a tavola , dopo il concerto, con agli amici in una divertente chiacchierata De Palma, Luca Verdone e Raffaello Orlando rispondono alle mie curiosità. “Maestro” – chiedo a De Palma – “com’è nata la sua passione per la musica?” “Avevo tre anni, c’era un pianoforte in casa e ho cominciato a suonare prima che a parlare. I miei genitori erano molto preoccupati, pensavano avessi qualche problema. Per questo, ricordo che mio padre mi portò in un posto a Napoli, i napoletani sono molto superstiziosi, dove per ottenere una grazia si faceva un giro con gli animali alla Madonna Degli Angeli. Sembra che dopo quel fatto io cominciai a parlare. Continuò la mia passione per la musica e il primo pezzo che suonai fu “Per Elisa” di Beethoven. Avevo un insegnante che voleva farmi suonare “Il Piccolo Montanaro”, io dissi “Assolutamente no! Voglio suonare Bach e Beethoven. Al mio primo concerto, avevo 9 anni, suonai Bach , Chopin e Schubert. Non sono mai stato un bambino prodigio o scimmia ammaestrata. Io studiavo, seriamente e mi sono applicato sostenuto da ottimi maestri che mi hanno capito, aiutandomi a sviluppare le capacità musicali e la tecnica a servizio dell’interpretazione. Dopo Pollini sono stato il secondo a suonare il concerto numero 2 di Brahms. Allora avevo 18 anni. Poi non l’ho voluto più fare perché non mi sentivo all’altezza. Anna Bergonzelli, impegnata nell’Associazione Musicale Muzio Clementi, di cui il Maestro De Palma è presidente, collabora con lui lavorando per sviluppare programmi musicali, interviene sottolineando come il Maestro sia stato richiesto al Musikverein di Vienna ad una condizione: suonare il secondo concerto di Brahms. “Perché?” – Chiedo a De Palma- “Semplicemente perché nessuno lo voleva fare. Io intendevo suonare Beethoven, la risposta è stata negativa o Brahms o nulla. Il mio rammarico è stato realizzare che Anna non era riuscita a registrare il concerto, il nostro registratore non ha funzionato …… Il Musikverein ci ha chiesto ventimila euro per avere la registrazione del concerto ……” Anna spiega come il pubblico Viennese, in quella occasione si è mostrato un po’ perplesso all’inizio del concerto, come dire, che vuole dimostrare questo italiano da noi. Il concerto è terminato con un quarto d’ora d’applausi …… Luca Verdone ricorda il teatro Caio Melisso, un gioiello di arredamento e d’acustica, dove abbiamo ascoltato il maestro De Palma, come luogo del suo debutto alla regia nel 1978 con” L’Impresario teatrale” di Mozart. “Mi fu offerto dalla stagione sperimentale di Spoleto dove io avevo seguito un corso di regia “ .”Tu sei un regista super premiato! “ Non esageriamo”- risponde- “Comunque, l’ultimo premio è stato un Nastro D’Argento per il mio documentario su Alberto Sordi “Alberto il Grande”. Quest’anno è ricorso il decimo anno della sua scomparsa, per cui la Regione Lazio lo ha voluto ricordare con un documentario che ne esprimesse il talento. È un filmato di un ora e trenta che ho realizzato con mio fratello Carlo con cui abbiamo molto in comune “. “Ci spieghi questo amore per il cinema nella vostra famiglia?” “Entrambi siamo figli di un critico, uno scrittore: Mario Verdone . È stato il primo professore di Storia del Cinema in Italia negli anni 58. Ebbe la prima cattedra nell’Università di Roma. Diventò dirigente del Centro Sperimentale, dunque, noi figli abbiamo conosciuto registi e attori. Anche se in modo diverso, abbiamo sviluppato la passione per il cinema. Sono stato uno dei primi negli anni settanta a girare molti documentari sul cinema premiati con Nastri d’Argento. Come regista ho lavorato sia per il cinema che per il teatro.” “Cosa pensi del cinema Italiano oggi?” “ Il cinema Italiano è un po’ ripetitivo e in aggiunta i produttori italiani non investono nelle novità e poi ci sono pochi investitori.”
Raffaello Orlando, figlio di Ruggero Orlando, è un musicista. Ci racconta d’aver avuto un ottimo rapporto con il padre da cui ha sempre ricevuto insegnamenti fatti con grande bontà attraverso proverbi. A 16 anni voleva tanto imparare a guidare , ma i mille impegni , lo studio , la musica lo distraevano dal suo voler guidare. Il padre gli disse a “ Tu hai sempre il piede in due scarpe, come puoi far bene una cosa?” Così smise d’insistere con il voler guidare la macchina perchè il proverbio lo aveva fatto ridere ed aveva capito il concetto. Se Raffaello insisteva per qualcosa che desiderava, il padre lo ammoniva dicendo “Le cose lunghe diventano serpenti” e lo convinceva in questo modo a smettere le richieste. Ha iniziato a suonare il clarinetto frequentando una scuola pubblica nel New Jersey quando il padre aveva l’ufficio a New York come inviato per la RAI. Non era certo di voler suonare quello strumento. Alla scuola gli avevano dato un clarinetto di latta dal quale non riusciva ad emettere nessun suono. A casa piangeva per la delusione ma poi con l’aiuto e la pazienza della madre ha imparato non solo a suonarlo ma anche a insegnare musica in diversi conservatori. Grazie a quello strumento ha incontrato la moglie, pianista, alla Chigiana di Siena.
Vediamo entrare al ristorante anche Willem Dafoe impegnato per la regia di Robert Wilson in “The Old Woman”: subito lo immortaliamo tra un musicista (De Palma) e un regista (Luca Verdone).