L’arma dei Carabinieri in terra di Calabria nel 1946, anno cruciale della Repubblica!
Il 1946 fu davvero un anno cruciale nella storia della Repubblica.
La Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, che aveva all’ epoca giurisdizione sul territorio dell’attuale Comando Provinciale (istituito nel 1995 a seguito della tripartizione della Provincia Madre di Catanzaro), comprendeva 24 Stazioni con 49 Comuni (tutta la Provincia di Catanzaro ne contava 151), cui facevano corona oltre trenta frazioni fortemente popolate. In questo vasto e vario territorio, avente una popolazione allora di oltre 300.000 abitanti, prevalentemente rurale, l’Arma, nel tormentato periodo ricostruttivo del Paese fu vigile, attivissima e feconda di risultati in tutti i rami del servizio, distinguendosi nel campo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, imponendosi all’ attenzione delle autorità e della popolazione, nonché degli esponenti di tutti i partiti, riscuotendo stima e fiducia. Questi i settori particolarmente seguiti: l’ordine pubblico, la polizia giudiziaria e la lotta contro il mercato nero. Per quanto concerne l’ordine pubblico, l’anno 1946 fu caratterizzato da frequenti manifestazioni popolari turbolente in vari Comuni, principalmente per motivi politici (Cardinale 5 marzo); contrasti sportivi (Tropea 28 aprile); per sottrarre un arrestato dalle mani dell’ Arma (Maierato 27 aprile); malcontento verso le amministrazioni comunali (Cardinale 8 febbraio, S. Onofrio 30 giugno e 4 luglio, Fabrizia 28 luglio, Dinami 12 dicembre); per mancanza di farina nel difficile periodo di congiuntura granaria (15 giugno); contrasti e divergenze tra Clero e popolazione in feste religiose (Pizzoni 16 e Mileto 18 agosto). Bisogna, a questo punto, ricordare che la lotta per le terre, in Calabria, fu in quel periodo molto accesa, tanto che nella sola provincia catanzarese (con Crotone e Vibo) occupazioni e proteste si ebbero in 72 Comuni, alla stregua di similari eventi in Sicilia, Basilicata, in Puglia, Campania e Lazio meridionale. La reazione contro il latifondismo era ripresa proprio nel 1946, quando il Governo modificò i “Decreti Gullo”, approvati due anni prima e valutati positivamente dai contadini, suscitando forti reazioni. Questa riforma, voluta da un eminente parlamentare calabrese, l’ Onorevole Fausto Gullo (Ministro dell’ Agricoltura nel primo Governo Badoglio, come anche nei governi Parri, Bonomi e De Gasperi; e poi, Ministro della Giustizia) prevedeva la nascita di Cooperative, con l’assegnazione di terre non coltivate. Tale malcontento costituì la premessa dei tragici e sanguinosi fatti di Melissa, nel crotonese (29 ottobre 1949), ben noti a quanti seguono le vicende sociali di Calabria, cui fecero seguito – forse a titolo risarcitorio – la costituzione della Cassa per il Mezzogiorno, nel 1950, e subito dopo quella dell’ Opera Sila, grazie ad una maggiore attenzione politica ai problemi della Calabria e di tutto il Mezzogiorno d’Italia. Tornando, quindi, alla nostra storia Vibonese, possiamo affermare che il pronto intervento dei Carabinieri portò nelle complicate e difficili situazioni ambientali la necessaria chiarificazione e l’ immediata normalizzazione dell’ordine, impedendo luttuosi incidenti. E quando si agì a norma di Legge, l’azione fu lineare, obiettiva, serena e senza titubanze. Mai fortemente repressiva! La generosa e imparziale attività dei militari fu oggetto di particolare ammirazione in occasione delle elezioni amministrative e politiche, mettendo in luce qualità di tatto, equilibrio ed energia, specie in quei Comuni dove più accesa appariva la lotta. Nelle amministrative svolte si il 10, 17, 24, 30 marzo e 7 aprile del 1946, furono effettuate dislocazioni di forze per un complesso di n. 131 seggi. Sia nei giorni dello svolgimento delle elezioni sia in quelli successivi assai più sensibili, i Carabinieri percorsero, di giorno e di notte, con brevi soste di riposo, tutta la giurisdizione, coprendo qualche migliaio di chilometri, controllando situazioni, sondando stati d’animo popolari, smorzando astiosità, e dando così alla popolazione la certezza della presenza dello Stato. I Comuni ove maggiormente provvida fu tale azione furono Vibo Valentia, S. Onofrio, Briatico, Ricadi, Pizzoni, Soriano, Mileto, Arena, Dinami, Cardinale, Maierato, Filogaso, Rombiolo, Nicotera e Ioppolo. A Vibo, le elezioni si tennero il 24 marzo e furono vinte da una coalizione di centro destra formata da Democristiani e Liberali. La lista civica del “Sole Nascente” ottenne la minoranza. Primo Sindaco eletto da libere elezioni dopo il Fascismo fu il liberale Enrico Buccarelli. Va ricordato che a queste elezioni amministrative, come a quelle politiche successive del 2 giugno per il Referendum istituzionale e per l’ elezione dell’ Assemblea Costituente, votarono per la prima volta le donne italiane, in virtù della Legge del 10 marzo 1946. Le elezioni politiche del 2 giugno misero a non meno dura prova i Carabinieri, i quali, negli importanti comizi che precedettero le importanti consultazioni, tennero in pugno delicate situazioni che, diversamente, avrebbero potuto degenerare. Furono, infatti, presenti in tutti i più importanti comizi svoltisi nella giurisdizione, le più spiccate personalità del Governo e della politica nazionale e regionale, tra le quali il Ministro Gullo, l’On. Molè, l’On. Gaetano Sardiello, l’On. Mancini, l’On. Guglielmo Giannini (il fondatore dell’ “Uomo Qualunque”), l’Onorevole Roberto Lucifero, l’Onorevole Giacinto Froggio Francica, l’On. Capua, e tanti altri esponenti di tutti di partiti e di tutte le tendenze. E nessun inconveniente si ebbe; l’Arma fu sempre lodata. Giova qui ricordare il caldo elogio rivolto pubblicamente, dal podio ove parlò in Vibo Valentia, dall’Onorevole Avv. Gaetano Sardiello del Partito Repubblicano Italiano, per avere l’Arma impedito che un folto gruppo di avversari gli impedisse di prendere la parola. Ciò fu oggetto di compiacimento in pubblico manifesto redatto dallo stesso Parlamentare; lode che il Comandante della Compagnia, per amore di modestia e per evitare inopportuna popolarità, desiderò venisse rivolto (nella compilazione del manifesto) non all’Arma, bensì ” alle Forze dell’Ordine”, considerato che sul posto c’era anche un Commissariato di Pubblica Sicurezza. Per quanto riguarda, invece, la sicurezza pubblica, sempre nel 1946, furono svolte difficili indagini in occasione di gravi delitti, tra cui: Limbadi, 10 febbraio, aggressione all’ Appuntato Conti Giuseppe da parte di 5 pregiudicati, uno dei quali rimase ucciso dal Graduato; S. Onofrio, 3 maggio, uccisione del Carabiniere Condi con immediata identificazione dei responsabili e loro arresto; S. Onofrio, 15 giugno, identificazione e arresto degli autori di un simulato furto al magazzino dei generi tesserati del Comune; Cardinale, denuncia di 12 persone e arresto di quattro in occasione di disordini per motivi politici; Maierato, 27 aprile, numerosi arresti di responsabili di sottrazione dalle mani dell’ Arma di un detenuto. Inoltre, aggirandosi nella giurisdizione il bandito Catalisano Giuseppe, evaso a seguito di cattura da parte di militari dell’ Arma, nel 1945, autore di sette omicidi e dell’ uccisione di due Carabinieri, l’Arma attivava un’abile ed efficace rete informativa, sin dal luglio 1946, che consentiva, poi, a distanza di quattro mesi, di localizzare il bandito, ucciso in conflitto a fuoco il 5 novembre successivo. Riapparso nuovamente nella giurisdizione il fenomeno del banditismo armato – efficacemente debellato l’anno precedente – vennero dislocate Squadriglie nei punti più nevralgici del territorio confinante con quello della Compagnia di Palmi (RC) le quali riuscirono a neutralizzare il triste fenomeno. Infatti, il 5 agosto 1946, in territorio di Melicuccà di Dinami, diversi uomini armati consegnavano al guardiano di un ricco possidente lettera intimante la consegna di lire centomila da parte del padrone. L’Arma confinante di Arena ne identificò il capo, Cammareri Vincenzo, di Giffone, ricercato dalla Compagnia di Palmi (RC) per rapine ed altri gravi delitti, per cui, disposti servizi con Carabinieri vestiti da pastori, il Cammareri venne bloccato e arrestato dai Militari di Paravati il 14/8/1946, mentre l’Arma di Arena, il 20 successivo, catturava un complice e ne identificava altro, tale Stripparo, che finiva il 5 settembre nelle mani dei Carabinieri in Laureana di Borrello (RC). il 9 successivo, sempre i Carabinieri di Arena, in abiti civili, arrestavano fuori giurisdizione, in Galatro, il bandito Marmo Francesco. In tal modo, i pilastri della banda Cammareri crollavano e l’associazione criminosa, che aveva disorientato e intimorito le popolazioni dei Comuni di Arena, Soriano, Dasà, Acquaro, Dinami e delle frazioni contermini, veniva così annientata. Vanno ancora annoverate, tra le più importanti e riuscite operazioni di polizia, verificatesi nell’ anno in parola, le seguenti altre: servizi in forze effettuati in occasione di ben altri dieci tentativi di estorsione con lettere minatorie pervenute a vari ricchi possidenti della giurisdizione, tanto che un autore di estorsione fu arrestato in flagranza di reato; arresto di tre autori di rapina a mano armata commessa il 1 /2/1946 in territorio di Vibo Marina; denuncia di due autori di rapina commessa il 3/2/1946 in territorio di S. Gregorio d’Ippona, di cui uno in stato di irreperibilità; arresto di due autori di rapina a mano armata commessa il 1 /3/1946 in territorio di Fabrizia; arresto di due autori di rapina avvenuta il 15 /3/1946 a Maierato; arresto di tre autori di rapina e due complici, avvenuta il 18/5/ 1946 in territorio di Fabrizia; arresto di un autore di simulata rapina avvenuta il 17/7/1946 in Vibo Marina; arresto di due responsabili di rapina avvenuta in Agro di Parghelia il 13 /8/1946, uno dei quali, nel tentativo di fuggire dalle mani dell’ Arma, si uccise cadendo da un ponte nel torrente sottostante; arresto, il 20 / 8 / 1946, dell’ autore di rapina avvenuta nel 1945 in Agro di Monterosso; arresto dell’ autore di una rapina, avvenuta il 10/8/1946, in territorio di Tropea; arresto di due malviventi autori di tre rapine consumate il 6/10/1946 in territorio di Pizzo e S.Onofrio. Importante fu altresì la lotta contro il mercato nero e le attività per il conferimento del grano all’ ammasso. Dislocati tre posti di blocco nei punti più strategici del contrabbando (Angitola, Bivio S. Angelo e Bivio Mileto – Calimera), il grano rimase praticamente concentrato nei centri di maggiore produzione non avendo potuto, attraverso le normali e comode vie di comunicazione, essere trasportato illecitamente altrove con autocarri o altri agevoli mezzi di trasporto. Ciò permise, in un secondo tempo, di mettere i Comuni di maggiore produzione in condizione di assicurarsi buona parte dell’ autoapprovvigionamento, grazie all’ opera dei Carabinieri, i quali, unitamente a funzionari dell’U.P.S.E.A. (Ufficio Provinciale Statistico Economico dell’ Agricoltura), e avvalendosi del loro forte ascendente sulle autorità locali e sulle popolazioni rurali, riuscirono attraverso interventi personali di persuasione – preceduti da alcune azioni repressive esemplari compiute dalle squadre di vigilanza- a indurre i produttori di molti Comuni a versare spontaneamente all’ammasso ingenti quantitativi di grano (Maierato, S. Onofrio, Filogaso, Francica, S. Costantino, Mileto, Spilinga, Zungri, Rombiolo, Stefanaconi, S. Gregorio d’Ippona, Cessaniti), riscuotendo il plauso di Autorità e specie delle popolazioni soggette alla tessera annonaria. L’azione di repressione non fu meno feconda di risultati, tanto che essa fu citata dalla stampa locale ed anche dal quotidiano di Napoli “LA VOCE” del 16/10/1946, il quale pubblicò, in proposito, un lungo articolo dal titolo “Lotta contro il mercato nero – 700 quintali di cereali e 100 quintali di olio sequestrati nel Vibonese”. A coronare tanta operosità, i superiori gerarchici dell’ Arma accordarono adeguate ricompense ai Militari operanti, talchè, nell’anno 1946, risultarono concessi ben 35 Encomi Solenni, con l’aggiunta di ulteriori altri 8 Encomi per !’importante operazione di servizio che si concluse il 5 novembre 1946 con la uccisione, in conflitto a fuoco notturno, del già citato bandito Catalisano. Concludiamo il nostro racconto rendendo omaggio ai Valorosi Carabinieri della Nobile terra di Calabria di anni ormai lontani, ma tuttavia ancora vicini nel ricordo di tanti!!