Spettacolo

Festival Valentiniano 28esima edizione tra Roma e Orvieto

Festivale ValentinianoLa ventottesima edizione del Festival Valentiniano, dichiarato “festival d’interesse internazionale” dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’11 luglio 1995, si svolgerà a Roma e Orvieto dal 22 settembre al 6 ottobre 2013.

Lo sdoppiamento tra Orvieto – sede storica del festival da molti anni, dopo le prime edizioni ospitate a Terni – e Roma è una novità. Roma ospiterà i concerti di inaugurazione e di chiusura, rispettivamente il 22 settembre e il 6 ottobre, mentre Orvieto sarà la sede delle altre manifestazioni, che si svolgeranno con cadenza quotidiana dal 26 settembre all’ 1 ottobre. L’inaugurazione di domenica 22 settembre alle 18.30 nell’Auditorium Conciliazione di Roma celebrerà solennemente la ricorrenza del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi con l’esecuzione della sua Messa di Requiem. Questo grande affresco sonoro fu dedicato da Verdi alla memoria di Alessandro Manzoni e fu eseguito per la prima volta il 22 maggio 1874, nel primo anniversario della morte del grande scrittore. La Messa di Requiem è l’unica grande composizione di Verdi non destinata al palcoscenico ed è anche una delle sue creazioni più impressionanti e drammatiche, in cui si manifesta potentemente la costante ispirazione teatrale della sua musica, che rappresenta il testo sacro come un possente dramma umano. A dirigere l’Orchestra Roma Sinfonietta e il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano (Maestro del coro Stefano Cucci) sarà Carlo Frajese, fondatore e direttore artistico del festival, che ha all’attivo una lunga e prestigiosa carriera, durante la quale è salito sul podio dei teatri d’opera e delle orchestre sinfoniche più importanti d’Italia (Scala di Milano, Opera di Roma, San Carlo di Napoli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia) e di molte grandi istituzioni musicali internazionali, dalla Russia al Giappone. Personalità tra le più note del panorama musicale italiano, ha ricevuto nel 2009 insieme a Roman Vlad il premio “Una vita da Maestro”. Carlo Frajese è sempre stato molto attento alla formazione dei giovani musicisti: per anni ha diretto con grande passione il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e ora al Festival Valentiniano dà la possibilità concreta di esibirsi ed esprimersi a numerosi giovani musicisti italiani e stranieri, scelti tra quelli che si sono affermati in accreditati concorsi internazionali. Anche in questo concerto tre dei quattro solisti di canto sono giovani talenti. Il soprano sudcoreana Joo Cho si è diplomata col massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e si è già fatta ammirare in Italia, Austria e Corea. Il mezzosoprano Renata Lamanda è spesso ospite dell’Opera di Roma e ha cantato anche in altri prestigiosi teatri italiani e stranieri, dalla Scala al San Carlo; va almeno citato, tra i suoi impegni più recenti, l’Andrea Chénier alla Carnegie Hall di New York accanto a Roberto Alagna. Il tenore romano Luciano Gangi ad appena quattro anni dal suo debutto ha già mietuto lusinghieri successi in Italia e all’estero, da Firenze a Montréal, da Palermo a Pechino, da Trieste ad Abu Dhabi. Invece il basso Armando Caforio ha già alle spalle una lunga carriera, che l’ha portato a cantare nei principali teatri italiani. Il Maestro ha scelto di eseguire l’edizione critica pubblicata dalla University of Chicago, che libera il testo verdiano dai molti arbitri e travisamenti che vi si sono sovrapposti negli anni. Dal 26 settembre all’1 ottobre il festival si trasferisce nella sua sede storica, Orvieto, con concerti ma anche conferenze e proiezioni cinematografiche di film muti accompagnati dalla musica, al ritmo di uno o più appuntamenti al giorno. Giovedì 26 settembre alle ore 11, nella Sala Eufonica della Biblioteca comunale di Orvieto, sarà proiettata La via senza gioia (1919) capolavoro di un maestro del cinema muto, il regista tedesco Wilhelm Pabst. Vi compare una giovane attrice svedese al suo debutto, Grete Rumford, poi diventata Greta Garbo. Questa pellicola e le altre due che saranno proiettate nel corso del festival fanno parte di un ciclo di capolavori del cinema muto, voluto dalla Rai e curato da Francesco Savio (alias Chicco Pavolini) con la collaborazione di Emidio Greco, che andò in onda nel 1970. Su richiesta della Rai stessa, la musica per questi film è stata scritta da Carlo Frajese, che ha composto delle partiture per pianoforte solo, come si usava all’epoca del muto. La trasmissione di questi film ebbe in quegli anni ampia risonanza e anche oggi la riproposta attuale di tali pietre miliari della storia del cinema riveste un enorme interesse ed esercita una grande attrattiva sul pubblico, che può riscoprire capolavori oggi noti solo ai cinefili. Per lo stesso ciclo venerdì 27 settembre, ancora alle 11 nella Sala Eufonica della Biblioteca comunale di Orvieto, sarà proiettato Il tesoro d’Arne (1919), uno dei migliori film del prolifico regista finlandese Mauritz Stiller, un altro grande del cinema muto. Le splendide immagini della scena finale, con gli uomini in bianco e le donne in nero che giungono a cercare la salma della protagonista sul battello imprigionato dai ghiacci, influenzarono Ejzenstein e Fritz Lang. Anche questa pellicola ha le musiche di Carlo Frajese. Ancora il 27, ma alle ore 18.00, il Teatro Mancinelli ospita una conferenza del sociologo Franco Ferrarotti sul tema “Giuseppe Verdi interprete delle nuove realtà sociali”.  Sabato 28 alle ore 18.00 avrà luogo nel Teatro Mancinelli il primo dei concerti previsti ad Orvieto, che sarà affidato a Francesca Dego, astro nascente del concertismo internazionale. A soli ventiquattro anni si è già esibita in Italia, Stati Uniti, Messico, Argentina, Uruguay, Israele, Inghilterra, Irlanda, Francia, Belgio, Austria, Germania, Svizzera. È considerata dal pubblico e dalla critica tra i migliori interpreti in assoluto della nuova generazione e di lei Salvatore Accardo ha detto: “È uno dei talenti più straordinari che io abbia incontrato. Possiede una tecnica infallibile e brillante, un suono bello, caldo e affascinante, la sua musicalità è al tempo stesso fantasiosa e molto rispettosa del testo”. Recentemente ha iniziato una collaborazione con la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon, per cui ha inciso il 24 Capricci di Paganini. Il grande violinista e compositore genovese è stato determinante per l’affermazione della Dego, sia perché ha vinto il premio riservato al più giovane finalista del Concorso Internazionale “Niccolò Paganini” di Genova, sia perché è considerata l’erede diretta di un grandissimo interprete di Paganini, Salvatore Accardo, con il quale si è perfezionata per 9 anni presso la Fondazione Stauffer di Cremona. Prima di dodici dei Capricci paganiniani, eseguirà uno dei massimi capolavori della musica di tutti i tempi, la Partita n. 2 in re minore di Joahnn Sebastian Bach, che si conclude con la celebre, monumentale Ciaccona. Prossimamente uscirà per Deutsche Grammophon il primo disco del nuovo progetto dedicato all’integrale delle Sonate di Beethoven. Domenica 29 alle 18 suona al Teatro Mancinelli il chitarrista Giulio Tampalini, vincitore di alcuni dei maggiori concorsi di nazionale e internazionali, a cominciare dal primo premio al Concorso Internazionale “Narciso Yepes” di Sanremo, proseguendo col T.I.M. di Roma nel 1996 e nel 2000 e col “Fernando Sor” di Roma, fino alle affermazioni al prestigioso “Andrès Segovia” di Granada. Tiene concerti in tutta Italia, Europa, Asia ed America, figurando in importanti rassegne concertistiche e festival musicali. Nel 2001 ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano in onore di Giovanni Paolo II. Il suo concerto inizia con Aguado, Castelnuovo Tedesco e Liobet, importanti compositori per chitarra dei secoli diciannovesimo e ventesimo, e prosegue con un’antologia di brevi brani di autori italiani, tra cui si segnala Frate Cassio da Velletri, col cui nome La Biblioteca del Chitarrista dell’editore Vizzari di Milano pubblicò negli anni Trenta del secolo scorso alcuni pezzi brevi per chitarra sola: sotto questo pseudonimo un po’ goliardico si nasconde un raffinato compositore che non si è mai riusciti a identificare. Dopo i colori sudamericani di Montaña, il concerto si conclude con Koyunbaba, composto dall’italiano Domeniconi, che per qesto brano si è ispirato al folklore turco. Lunedì 30, sempre alle 11 nella Sala Eufonica della Biblioteca comunale, ha luogo la terza proiezione di un film muto, anche qesta volta con le musiche composte da Carlo Frajese. Si tratta del leggendario Gabinetto del Dottor Caligari, diretto nel 1920 da Robert Wiene, considerato il simbolo più rappresentativo del cinema espressionista, basato sul tema della difficile distinzione tra allucinazione e realtà.  Ancora il 30 settembre, alle 18 nel Teatro Mancinelli, concerto del Quintetto di fiati “Prestige”, nato nel 1999 e composto da membri dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino, tra cui il primo flauto Federico Giarbella, vincitore della prima edizione del concorso A.T.E.M. Briccialdi. Nella filosofia di questo gruppo si evidenzia un grande interesse per un mondo musicale ampio e variegato, con percorsi che esulano dal puro repertorio per quintetto di fiati: presta dunque particolare attenzione alla divulgazione del grande repertorio sinfonico e operistico in trascrizioni dell’epoca o moderne, come nel caso de La clemenza di Tito e Ascanio in Alba di Mozart, de L’Italiana in Algeri di Rossini e delle Variazioni su un tema di Haydn di Brahms. Invece è stata scritta fin dall’origine per quintetto di fiati la Humoresque di Zemlinsky, un protagonista della ricchissima vita musicale viennese dei primi del secolo scorso, che fu profondamente ammirato e stimato da Mahler e Schoenberg. L’ 1 ottobre alle ore 11 nella sala Eufonica della Biblioteca Comunale verrà proiettata la Messa di Requiem di Verdi registrata a Roma il 22 settembre in occasione dell’inaugrazione del festival. Alle 18 il Teatro Mancinelli la composizione elettronica Reise – il viaggio del suono di Carlo Franci – celebre direttore d’orchestra che da qualche anno ha lasciato il podio per dedicarsi alla composizione – inviterà il pubblico a partecipare direttamente a una nuova, originale e stimolante esperienza d’ascolto. Il 6 ottobre il Festival Valentiniano torna a Roma per il solenne concerto di chiusura. Alle 19 nella chiesa di Sant’Ignazio l’organista Giandomenico Piermarini eseguirà musiche di Bach, Mozart e Mendelssohn al maestoso organo costruito dalla Pontificia Fabbrica d’Organi Tamburini di Crema nel 1935, che è stato recentemente restaurato e ha recuperato tutto il suo splendore sonoro. Vincitore di concorsi di interpretazione organistica, Piermarini ha al suo attivo svariate centinaia di concerti d’organo: di particolare rilievo l’integrale delle composizioni organistiche di Bach in quattordici concerti, proprio nella chiesa di S. Ignazio. È primo organista nella Arcibasilica Papale di S. Giovanni in Laterano di Roma.

(fonte comunicato stampa di Mauro Mariani, addetto stampa del Festival)

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