Ancora sugli Ufficiali del Ruolo Speciale dell’Arma dei Carabinieri
Su “Il Fatto Quotidiano.it” di venerdì 4 ottobre leggiamo un articolo di Davide Milosa dal titolo: “Carabinieri discriminati dall’Arma, carriera privilegiata per chi esce dall’Accademia”… …nel quale si racconta degli Ufficiali del Ruolo Speciale, “..considerati, di fatto, militari di serie B, paragonati dai loro superiori agli omosessuali e dunque relegati, incredibilmente, all’interno delle discriminazioni di genere. E nonostante tutto questo lavorano, se non di più degli altri, comandando Nuclei Speciali o Compagnie locali. Sono ex Marescialli o Ufficiali di complemento con alle spalle già una robusta esperienza sul territorio che decidono di intraprendere la carriera di Ufficiale. Per farlo, però, devono superare un concorso pubblico. E fin qui tutto regolare. Peccato che, dopo aver superato gli esami, si ritrovino fin da subito a inseguire i colleghi che arrivano direttamente dall’Accademia (facenti parte) del “Ruolo Normale”. E se la semantica ha un senso, fin dai termini si comprende la differenza. A chiarire ulteriormente un problema che lede alla base la logica del merito all’interno della pubblica amministrazione, è il ricorso al Tar del Lazio scritto e firmato dall’avvocato Sebastiano Licciardello contro un bando adottato dal Ministero della Difesa l’11 giugno 2013 con il quale s’indice un concorso per venti Ufficiali del “Ruolo Speciale” per passare al “Ruolo Normale”. Concorso per titoli che prevede il superamento di un esame. In sostanza, dunque, coloro che già hanno vinto il concorso pubblico si troverebbero a dover rifare un’ulteriore prova solamente per ottenere gli stessi privilegi giuridici e di carriera dei loro colleghi. Nulla, naturalmente, cambia per la loro operatività”. Storia vecchia, quella del disagio di questa benemerita categoria di Ufficiali, tanto che l’argomento, il 28 Giugno 2012, venne trattato su questa testata con l’articolo “Ufficiali dei Carabinieri operanti in ambiti difficili e pericolosi, però penalizzati nella carriera”, nel quale si asseriva che bisognava restituirgli subito la dovuta, giusta, meritata, necessaria dignità, cessando di considerarli quali “Uffiziali di bassa forza” di epopee ottocentesche, e ciò senza tener conto che molti di essi, in possesso di lauree di pregio conseguite durante la vita civile in autorevoli Atenei italiani con votazioni di alto livello, si trovano in incarichi di responsabilità in aree difficili della Repubblica come in delicate missioni all’estero. Proprio quella dignità va restituita, al momento violata dalle ingiustificate ed irragionevoli differenziazioni previste dalla legislazione vigente che certamente non meritano.
Ancora, il 25 Gennaio 2013, in prossimità delle elezioni politiche, scrivemmo in tono non provocatorio ma propositivo: “Perchè non candidare i coraggiosi Ufficiali dei CC del Ruolo Speciale?”, sostenendo che i Partiti si limitano a candidare qualche big di alta valenza emblematica e di facciata per attirare voti, come Generali, Prefetti o Magistrati. Si invitava, nella circostanza, il lettore a considerare cosa potrebbe verificarsi in Parlamento se la Politica invece di “nominare” con la “Legge Porcata” gente qualsiasi e “telecomandabile” candidasse proprio quegli Ufficiali dei Carabinieri; sai le scintille! Sì, proprio Loro, gli Ufficiali coraggiosi dell’Arma del Ruolo Speciale potrebbero per formazione derivante da lungo e sofferto percorso avere il coraggio di urlare nelle Aule del Parlamento e delle Commissioni Parlamentari le loro richieste nell’interesse delle categorie e dell’elettore rappresentato; solo quella gran tempra di Persone, sostenevamo, potrebbe avere “gli attributi”giusti per sapere dire di NO invece del comodo SI alle direttive dei Capipartito, anche a costo di dimettersi dal mandato parlamentare. Infatti, a conferma di ciò, nessun appartenente ai Comparti Difesa e Sicurezza di tale inusuale tipologia e provenienza è entrato nel Parlamento Nazionale. Si pensi solo che due validissimi e valorosi Ufficiali dei Carabinieri, i Generali Leonardo Leso e Angiolo Pellegrini, non certo della specie dei “burosauri signorsì”, entrambi con passato di servizio di tutto rispetto e di primissimo piano nella lotta alle mafie, sono stati collocati dai partiti che li avevano invitati a candidarsi in posizione non utile per essere eletti, costituendo gran vergogna, ovviamente, per quei partiti!
Oggi, gli Ufficiali del Ruolo Speciale dell’Arma sono ancora soli, soli con la loro delusione e sostenuti dal sostegno morale di pochi nell’indifferenza generale. La Politica è distratta da altre cose e non ha tempo da dedicare ad una fascia così importante dell’Arma. Certamente il COCER starà già seguendo l’iter del ricorso dando un segnale forte di coesione, e nella circostanza vogliamo ricordare che il Cocer del V° mandato, presieduto dal Colonnello Pappalardo, per il ricorso oceanico dei 22.500 Marescialli nel 1989, avocò a sè la gestione del complicato contenzioso, che fu vinto, con il sostegno dei Vertici dell’Arma dell’epoca.
Una cosa è certa, la questione del Ruolo Speciale deve essere risolta! Senza se e senza ma!!