Aveva accoltellato il titolare della sala giochi che lo aveva sorpreso a rubare un cellulare. Dopo soli 10 giorni, identificato ed arrestato dai Carabinieri
Roma, 13 ottobre – Il 26 settembre, era entrato in una sala slot di via Nomentana… …per tentare la fortuna alle “macchinette” un 33enne romano, con piccoli precedenti penali quando, poggiato su una sedia, aveva visto un cellulare incustodito. Con noncuranza, se ne era impossessato uscendo dal locale ma il furto non era passato inosservato al gestore del locale, un 26enne originario di Bari ma da tempo residente a Sant’Angelo Romano, il quale lo inseguva per strada e, dopo una breve litigata e colluttazione, recuperava il telefono mettendo in fuga il ladro.
Il 33enne però, non aveva digerito la sconfitta e, con un complice, ritornava nel locale per vendicarsi dell’offesa subita. Appena entrati, ingaggiavano un furiosa lite con “l’impiccione” e, sotto l’impassibile occhio delle telecamere a circuito chiuso, il romano estraeva un coltello con il quale, con fredda determinazione e volontà omicida, colpiva più volte all’addome l’avversario, dandosi subito dopo alla fuga.
Il gestore veniva prontamente soccorso e trasportato all’ospedale Umberto I ove i sanitari lo sottoponevano con urgenza ad una serie di interventi chirurgici per arginare la grave emorragia interna provocata dai fendenti ricevuti, e dove si trova tuttora ricoverato in gravi condizioni.
Le immediate indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia Roma Montesacro, comandata dal Maggiore Alessandro Di Stefano e della Stazione Roma Città Giardino comandata dal Luogotenente Claudio Varone, permettevano in poco tempo di identificare il 33enne autore del tentato omicidio. Gli elementi di prova raccolti, consentivano di informare l’Autorità Giudiziaria che, valutato il quadro indiziario, emetteva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’aggressore per “tentato omicidio aggravato in concorso e porto abusivo di armi”.
Gli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia, comandati dal Capitano Giovanni Alfieri, con i colleghi della Stazione, riuscivano a rintracciare il catturando che, per timore di ritorsioni da parte di parenti ed amici del ferito, si era rifugiato in una struttura di recupero per emarginati nell’hinterland della Capitale, notificandogli il provvedimento restrittivo ed associandolo nel Carcere di Regina-Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Proseguono le indagini per identificare l’altro soggetto che aveva partecipato alla spedizione punitiva.