Allarme dell’Europa: Italia corrotta!
Sul “Corriere della Sera”, del 4 febbraio, Gianantonio Stella scrive: “CORRUZIONE E CRITICHE DA BRUXELLES”, nel quale stigmatizza: “”Anche l’Europa dice che da noi girano troppe mazzette: 60 miliardi di euro. Non c’è Paese che possa sopravvivere con un carico simile sulla groppa e una reputazione in pezzi come la nostra. Dove il 97% dei cittadini è convinto che la bustarella dilaghi. E Bruxelles ci chiede: che fine ha fatto l’Authority contro la corruzione? Il primo rapporto della Commissione anticorruzione, diffuso lunedì (scorso) dal Commissario agli Affari Interni, Cecilia Malmström, dice che le condizioni dell’Italia, rispetto agli altri Stati, è pesante. Basti dire che su quei 120 miliardi di euro di corruzione stimati dalla Ue, la metà sarebbe nostra. Di più: l’88% degli italiani pensa che la corruzione e le raccomandazioni siano il modo più semplice per accedere ai servizi pubblici..”” Quindi, la Commissione Europea ci bastona giustamente anche “”su certe assoluzioni dovute ai tempi biblici..;.. sulle leggi ad personam..; ..sui cavilli di certe norme che rischiano di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale..; ..sul coinvolgimento di troppi politici…fino alla brusca ramanzina sulla inefficacia dell’Authority delegata a combattere le mazzette. Ramanzina sacrosanta””.
Bene, cos’è questa benedetta Authority? Chiariamo. Nel 2012, con il Governo Monti, arrivava la sospirata Autorità Anticorruzione con l’obiettivo di spostare l’asse della lotta alla corruzione dalla repressione alla prevenzione.
Risultati? Nessuno!
La stessa Authority, nel suo “Rapporto sul primo anno di attuazione della legge 190 del 2012”, sentiva il bisogno di sgravarsi di responsabilità: “Il livello politico non ha mostrato particolare impegno nell’attuazione della legge. Nonostante i reiterati solleciti dell’Autorità, non tutti i Ministeri, gli Enti pubblici nazionali, le Regioni, gli Enti locali hanno nominato il responsabile della prevenzione della corruzione, che pure svolge un ruolo cruciale per l’attuazione della normativa…”.
Peggio, aggiungiamo, non hanno nominato neppure il Presidente dell’Authority, limitandosi a una prorogatio dei vertici della vecchia Secit nominati da Brunetta.
Diciamo subito, come abbiamo già argomentato in passato su questa testata. 60 miliardi costituiscono una “valanga” di quattrini, più di una finanziaria, bastevole per quasi raddoppiare la pensione appena sufficiente per la sopravvivenza (6000 euro annui) per 10 milioni di pensionati minimali. Certo, tutto questo influisce moltissimo sulla mancata ripresa economica del Paese, che ha un debito pubblico che è il 120% del Pil (terzo debito pubblico dopo USA e Giappone), cioè si spende più di quello che si incassa.
Cosa si fa per contrastare questo tipo di illecito? Il solito nulla, all’italica maniera. E questo perché, nel processo penale, ci vogliono ben otto anni per i tre gradi di giudizio, secondo l’Ufficio Studi della Suprema Corte di Cassazione.
A ciò si aggiunge la nota, in negativo, Legge Cirielli del 2005, pro-Berlusconi, che andrebbe immediatamente cassata per non assistere allo scandalo delle prescrizioni che vengono maliziosamente interpretate come assoluzioni.
Dobbiamo dire a voce alta che negli ultimi venti anni il Parlamento, che oggi si sente offeso dalle esagerate intemperanze “Beppegrilline”, ha creato 83 Leggi di modifica al Codice di Procedura Penale delle quali neanche una è servita ad abbreviare anche di un solo giorno il tempo dei processi, anzi li ha allungati!
E che dire della recente (ma modesta e inefficace per impianto sanzionatorio) Legge anticorruzione del Governo Monti?
Ad arricchire tale vergognoso quadro, ben sette condoni dal 1973, uno ogni quattro anni; a questo si aggiunge anche la perla dello Scudo Fiscale attuato ben tre volte, con leggi del 2001, 2003 e 2009.
Perché si chiama Scudo? Semplice, è una protezione contro il fisco a vantaggio dell’evasore. Si condona, secondo la Legge, chi ha portato quattrini all’estero, sia lecitamente guadagnati, sia non.
E che dire dell’ultima prodezza legislativa, in queste ore in corso di ultimo dibattito parlamentare, denominata: “Svuota-carceri”, voluto a gran voce dalla politica dimentica dei Cittadini che rischia di concedere sconti agli uomini della mafia.
Possiamo concludere, ma con rabbia, prendendo a prestito da reminiscenze scolastiche la famosa frase di Cicerone: ” Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, che significa: “Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?” Poi proseguendo, omettendo il latino, “Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi?”
Via!; è ora di dire basta, come si disse nell’antica Roma, di essere presi per i fondelli da questa politica del nulla che tra l’altro ha infarcito la Pubblica Amministrazione di soggetti modesti e impreparati targati P4!
Che vergogna!