Quale futuro per la sicurezza dei cittadini?
Allarme del Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone: “Stanno rendendo impossibile l’arresto.., … fino alla rapina, a meno che uno non entri in banca col kalashnikov…. Mi auguro che il Parlamento ci pensi bene….
Nei giorni scorsi l’allarme che il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, ha lanciato a Giovanni Bianconi sul “Corriere della Sera” in relazione alla riforma della custodia cautelare, votata da tutti i partiti (tranne M5S, Fd’I e Lega) alla Camera, emendata dal Senato e ora di nuovo a Montecitorio per l’approvazione definitiva. Così riferisce Giovanni Bianconi sul Corriere le parole del Procuratore: “Stanno rendendo impossibile l’arresto, anche domiciliare, per la corruzione e gli altri reati tipici dei colletti bianchi, comprese le bancarotte, le evasioni fiscali anche di grandi dimensioni, le malversazioni e altre violazioni di tipo economico…..Il Legislatore – prosegue Pignatone – deve sapere che non si potrà arrestare neppure chi compie delitti di strada, come lo scippo, il furto, fino alla rapina, a meno che uno non entri in banca col kalashnikov. Potremo applicare la carcerazione preventiva solo a chi ha precedenti condanne definitive, forse, ma agli incensurati no….Mi auguro che il Parlamento ci pensi bene, per non trovarsi costretto a tornare sui propri passi al prossimo allarme sulle città insicure o sulla criminalità diffusa che si fatica a contenere. Spero che Deputati e Senatori siano consapevoli di quello che stanno facendo, prima delle prevedibili polemiche in cui ci si chiederà perché un presunto rapinatore si trovava libero di colpire ancora, anziché in galera”.
Fin qui, Pignatone; aggiungiamo noi che si potrà arrestare l’incensurato solo quando….. si prevede (con lo studio della “preveggenza” o di “arti divinatorie”??) che, alla fine del processo (otto- dieci anni dopo, visti i tempi), verrà condannato definitivamente a più di 4 anni; altrimenti, neppure i domiciliari.
Nessun commento perché si potrebbe trascendere!
A questo quadro non confortevole della realtà “lunare” italiana, si aggiunge la forbice che il Governo sta attuando per risparmiare risorse sul pianeta sicurezza, con abolizione di presidi di Polizia e Carabinieri.
Nella querelle si inseriscono alcuni Sindacati di Polizia che improvvidamente rappresentano se sia proficuo mantenere l’attuale assetto con la distinzione tra Carabinieri ad ordinamento militare e Polizia di Stato ad ordinamento civile, suggerendo la riforma dell’ intero comparto costituendo una struttura unica, ad ordinamento civile.
La verità vera, a parte questi vaneggiamenti, è che il pianeta sicurezza italiano, non certamente per quanto concerne la polizia di repressione, vale a dire la polizia giudiziaria che interviene a seguito della commissione del reato in tandem con la Magistratura, settore che dà prova di grande efficienza con le importanti operazioni contro il crimine che sono sotto gli occhi di tutti, lascia a desiderare invece per l’aspetto prevenzione, la cosiddetta pubblica sicurezza svolta con il controllo del territorio, tanto da far sorridere quando si definisce invidiabile un modello che nonostante gli sforzi encomiabili dei singoli appartenenti alle benemerite Forze dell’Ordine per soddisfare le richieste di sicurezza, eccellente non è più.
Infatti, assistiamo ad una crescente paura della gente sia nelle grandi, medie e piccole città, come nelle realtà decentrate e rurali, per l’assenza di “divise” rassicuranti.
L’inchiesta de “L’ESPRESSO” del 13 marzo scorso dal titolo “MI DIFENDO DA ME” argomenta molto bene lo stato d’animo degli Italiani…..Questo il sottotitolo: “Ogni due minuti una casa viene svaligiata. Le FFOO non presidiano più il territorio. Da nord a sud i cittadini vivono nella paura. E si fanno giustizia da sé”. In neretto, quali note di richiamo, leggiamo: “Da Milano a Terni, gli assalti nelle abitazioni sono aumentati del 200%. E chi spara ai ladri viene osannato”….e ancora:”Caccia all’uomo nel bresciano senza chiamare i Carabinieri. Il malvivente bloccato e ucciso per errore”…infine:”A Varese corsi per imparare a premere il grilletto in casa, tra letto e comodino, anche al buio”.
Montature giornalistiche pilotate e destruenti? Certamente no; solo la cruda realtà che tutti conosciamo. Quel che non entra nella testa della politica, indaffarata e presa da altri problemi, è che in Italia c’è bisogno di un modello di sicurezza che, opportunamente finanziato, privilegi il controllo del territorio, perché quello che abbiamo è depotenziato di uomini e mezzi, quindi non più idoneo per una società aggredita da delinquenti soprattutto stranieri sempre più numerosi e soprattutto incontrollati; la conseguenza è che abbiamo una articolazione operativa che poco può esprimere in termini di rapidità di intervento. L’amara considerazione è quella che nemmeno con una crisi economica spaventosa che ha agguerrito oltremodo le bande criminali si sia avuto il coraggio di fare qualcosa di positivo per i cittadini.
Concludendo, leggiamo sorpresi, ma non tanto, dell’ “Arrivo di Poliziotti rumeni contro predoni e accattoni” sul Gazzettino di Padova del 1 aprile, ed apprendiamo che “La Romania arriva in soccorso dell’Italia sul fronte della sicurezza… Succede a Padova, dove nelle ultime settimane sono aumentati i casi di microcriminalità e “spaccate” ai danni di negozi che spesso – lo dicono le indagini delle Forze dell’Ordine – hanno visto protagonisti malviventi di origine romena.
L’accordo non c’è ancora, ma stamane il Sindaco di Padova, Ivo Rossi, ha avuto un primo incontro con l’Ambasciatrice della Romania in Italia, per l’avvio di una collaborazione indispensabile per intensificare (udite udite…!!) le attività investigative e di repressione dei reati predatori sul territorio padovano. Rossi ha aggiunto di aver già illustrato al Prefetto e al Questore di Padova le idee scaturite dall’incontro con l’Ambasciatrice”.
Che dire oltre a quanto sin qui riferito?
Nulla, salvo rimanere molto perplessi ed auspicare che prevalga almeno il buon senso…se ancora esiste….