“I Bronzi di Riace. Nostos. Il ritorno”
Dal 30 Aprile presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la mostra “I Bronzi di Riace. Nostos. Il ritorno”
Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, in occasione del rientro dei Bronzi di Riace dopo una lunga assenza dovuta al loro restauro, rende omaggio ai due guerrieri sopravvissuti al mare e alle maree invitando 16 artisti, pittori, scultori e architetti di fama mondiale alla elaborazione di un’opera da dedicare ai Bronzi, opera che rimarrà permanente nella sede del museo.
La mostra ideata e curata da Marcello Sèstito, concepita come una grande onda verticale, comprenderà nell’allestimento, una grande aula centrale intesa come una spiaggia da dove i bronzi sono stati rinvenuti e 16 tele della dimensione di 1,20 x 1,90 metri da collocare all’interno della grande aula interna ove allocare assieme a opere scultoree, le opere dei maestri contemporanei.
Tra gli invitati: Valerio Adami, Bruno Barla, Andrea Branzi, Riccardo Dalisi, Marco Dezzi Bardeschi, Richard England, Josè Ignazio Gonzalez, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Denis Santachiara, Marcello Sèstito, Nik Spatari, Liu Tie Fei, Wang Zhong
Come accennato, le opere andranno ad arricchire il già prezioso patrimonio presente nel Museo Nazionale facendo dialogare i reperti antichi con la cultura contemporanea.
I Bronzi ritornano a far parte del nostro immaginario più potenti che mai.
Si è pensato di rendere omaggio ai due guerrieri che tanta polemica storiografica hanno generato, nonché multiple interpretazioni sulla loro provenienza, chiedendo ad artisti, architetti e designers noti nel panorama internazionale di dare una loro interpretazione delle sculture ritenute, non a torto, tra le più belle della statuaria bronzea mondiale. I maestri dall’indubbia fama, provenienti dai vari angoli del mondo, Cile, Spagna, Malta, o dalla Cina, invitati a tale iniziativa sono stati chiamati ad interrogarsi sulle due sculture secondo le loro aspirazioni o tendenze culturali, coinvolgendole entro un alveo interpretativo che ha generato nuove valenze in merito alle statue più controverse della storia.
Al di là delle vicissitudini attribuzionistiche che vogliono i Bronzi opere di Onatas, Alcamene, o Kalamis, Clearco o Policleto, ora di Pitagora di Reggio o dell’insuperabile Fidia, fino all’ipotesi di una scuola Romana, o delle polemiche sul loro restauro, o sul loro lungo letargo, si intende nutrire, attraverso i lavori prodotti, quella cultura che sempre si somma alle grandi opere, siano esse di pittura, scultura, o architettura, solo per restare nelle arti canoniche.
Quindi lo scopo è duplice: restituire ulteriore senso interpretativo e contribuire a rendere ancora più evidente la loro presenza a Reggio Calabria, consentendo allo spettatore, spesso distratto, di cogliere un ulteriore senso della loro reale grandezza nella Storia dell’Arte.
La mostra allestita nei locali del Museo, è stata pensata come itinerante.
Richiesta già in Cina, potrà essere ospitata all’Expo 2015 a Milano, consentendo alle sculture, anche a distanza dal luogo di soggiorno,di veicolare il loro perenne messaggio di bellezza.
fonte stilearte.it