Proprietà analgesiche del peperoncino
Il peperoncino è una pianta appartenente al genere Capsicum; arrivò alla nostra conoscenza grazie a Cristoforo Colombo che la importò dall’America subito dopo la sua scoperta ed è ricco di molte vitamine, sali minerali, oli, ma soprattutto di una sostanza che prende il nome di “capsaicina” e che gli conferisce il sapore bruciante.
A tutti è noto l’utilizzo del peperoncino in cucina dove viene impiegato in numerose ricette per insaporire i piatti conferendo piccantezza,quindi, sapore e colore.
Si pensi ai meravigliosi primi piatti della cucina mediterranea, due tra tutti: spaghetti aglio, olio e peperoncino e spaghetti all’arrabbiata.
Se l’utilizzo del peperoncino piccante è noto ai più, meno noto è il suo utilizzo in ambito medico per controllare e lenire il dolore in alcune sintomatologie algiche che colpiscono i nervi periferici e che vengono classificate come “DOLORI NEUROPATICI CONTINUI”.
Sono situazioni cliniche in cui si può avere un dolore sordo, acuto o bruciante che può essere scatenato da stimoli del tutto normali quali lo sfioramento tattile o il contatto con il caldo ed il freddo senza che sia evidente qualsiasi causa somatica del dolore.
Sottolineiamo l’utilizzo terapeutico del peperoncino in una situazione clinica chiamata BurninghMounthSindrom (Sindrome della bocca bruciata) che si manifesta con sensazione di bruciore continuo, h24, avvertito dal paziente a carico della bocca e delle gengive.
L’etiologia di questa sindrome non è perfettamente conosciuta anche se esistono delle ipotesi che ne indicherebbero la causa in un’alterazione dei normali processi chimici che nei nervi periferici determinano il passaggio dell’impulso nervoso da un neurone all’altro durante il viaggio che lo stimolo compie andando dalla periferia verso il centro del sistema nervoso.
In questi soggetti il peperoncino ha un’azione lenitiva del sintomo bruciore e questo grazie alla molecola della capsaicina di cui il peperoncino è ricco e che è quella responsabile del gusto piccante del peperoncino.
Infatti, è proprio grazie a questa molecola che, quando si mangia il peperoncino, vengono stimolate le papille gustative della lingua, che sono dei recettori nervosi periferici, e si genera così, un impulso nervoso che apprezziamo come sapore piccante quando questo impulso, generato nelle papille gustative, arriva alla corteccia cerebrale veicolato da una serie di neuroni collegati l’uno all’altro attraverso delle aree specifiche chiamate sinapsi.
Il passaggio dell’impulso nervoso da un neurone all’altro si ha perché in queste aree di connessioni (sinapsi) tra neuroni vengono rilasciati dei mediatori capaci di trasmettere l’impulso.
Bene! Per la cura di questi soggetti si prepara un estratto di capsaicina nella forma galenica di tintura madre di capsaicina che viene spennellata sulle gengive e che, determinando una stimolazione continua delle terminazioni nervose periferiche, genera bruciore continuo.
Con questa stimolazione continua dei recettori periferici, si esauriscono i mediatori chimici che trasmettono l’impulso nervoso da un neurone all’altro mentre si va dalla periferia verso il sistema nervoso centrale.
La stimolazione continua, determinando l’esaurimento di questi mediatori, rende, ad un certo punto impossibile il passaggio dello stimolo per carenza di neuro trasmettitore.
Quindi, qualsiasi ulteriore stimolazione periferica non viene più trasmessa verso il centro; grazie a questo meccanismo, questi pazienti, possono trovare sollievo dal sintomo bruciore che si avverte in questa sindrome e che ad oggi rappresenta una delle poche possibilità terapeutiche che si hanno a disposizione nel tenere sotto controllo la sintomatologia.
L’estratto di capsaicina trova impiego anche nel controllo del dolore periferico, per esempio, causato dai tumori, dal virus HIV o dall’artrite, dal diabete o dall’herpes zoster (il fuoco di Sant’Antonio) e può essere di molto alleviato con applicazioni locali di pomate a base di peperoncino piccante ad alte concentrazioni di capsaicina.
E che dire delle applicazioni in campo alimentare dei benefìci della capsaicina? Ebbene, sembra che essa abbia un effetto positivo sul controllo della fame, in quanto agisce sugli ormoni intestinali GLP-1 (Glucagone-Like Peptide), PYY (Peptide YY) e Grelina (l’ormone dell’appetito) e sul conseguente senso di sazietà che si avverte ad ogni fine di pasto. Ciò apporta indubbi vantaggi alle diete a basso contenuto di calorie, specie se la capsaicina viene combinata con il tè verde.