Terremoto giudiziario su Expo 2015.
Perquisizione della Direzione Investigativa Antimafia nella sede della società. Nelle carte dell’inchiesta anche i nomi di Berlusconi, Gianni Letta e Previti.
Milano, 8 maggio (Adnkronos/Ign) – Angelo Paris e Primo Greganti sono stati arrestati insieme ad altre cinque persone in un’inchiesta della Procura. Il direttore della pianificazione acquisti di “Expo 2015” e l’imprenditore già coinvolto in Mani Pulite, all’epoca soprannominato ‘compagno G’, sarebbero al centro dell’indagine sugli episodi di turbativa d’asta e corruzione legati all’Expo che si terrà a Milano.
Perquisizione nel pomeriggio della Direzione Investigativa Antimafia nella sede della società “Expo 2015” in via Rovello a Milano. La Dia, a quanto si apprende, si è fermata all’interno della sede della società per circa un’ora.
L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano insieme a uomini della Dia, ha portato il gip Fabio Antezza ad emettere sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari.
Oltre al manager Paris e a Greganti, ordinanze di custodia in carcere anche per l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, per l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, per l’intermediario Sergio Catozzo e per l’imprenditore Enrico Maltauro.
Domiciliari invece per Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell’ambito di un’altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all’Expo.
Da quanto emerge nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano Fabio Antezza, il manager della società Expo Angelo Paris avrebbe partecipato, il 3 febbraio scorso, ad una “cena” ad Arcore, a casa dell’ex premier Silvio Berlusconi . Il 22 gennaio scorso lo stesso Paris aveva ricevuto “su indicazione” dell’ex parlamentare Gianstefano Frigerio un “invito da Fabrizio Sala, consigliere regionale con delega all’Expo 2015, per partecipare ad un incontro ristretto organizzato ad Arcore”. Alla cena, stando ad alcune telefonate intercettate, avrebbero dovuto partecipare, come scrive ancora il gip, anche “una trentina di amministratori e imprenditori”.
Al centro dell’inchiesta, ribattezzata ‘Ecantochiri’, ci sarebbero una serie di fatti di turbativa d’asta e di corruzione relativi all’Expo e al progetto ‘Città della salute’. Si parla infatti di “corruzione, turbativa d’asta e utilizzo di segreti d’ufficio in relazione ad appalti di enti pubblici ed aziende ospedaliere”, spiegano gli investigatori.
Il pm Antonio D’Alessio parla di “ramificazioni in diversi settori dell’amministrazione e agganci politici” di qualsiasi schieramento, una struttura capace di “avvicinare il pubblico ufficiale per ottenere anticipi di bandi e di procedure di gara” ad esempio relativi al progetto delle Vie d’acqua o all’area parcheggi per Expo. In questo senso è “sorprendente la disponibilità” di Angelo Paris direttore generale divisione Construction and Dismantling e responsabile ufficio contratti di Expo 2015, finito in manette, “di mettere a disposizione informazioni riservate”.
Un’organizzazione che si “rivolge a pubblici ufficiali promettendo avanzamenti di carriera in cambio di protezione politica” e che ha dalla sua parte spiega il pm Claudio Gittardi una “capacità impressionante di interventi in appalti sanitari, con una squadra di direttore generali e amministratori a sua disposizione”. C’è un richiamo “fortissimo a far parte di una squadra, la capacità di coprire tutte le aziende operative con collegamenti e protezioni” riferibili “a qualsiasi schieramento politico”, conclude.
Non solo. Secondo la Dia, Frigerio, attualmente presidente del centro culturale ”Tommaso Moro” e collaboratore dell’ufficio politico del Ppe a Bruxelles, ha avuto un “ruolo centrale in tutte le vicende”. Era “soggetto di riferimento per un organizzato sistema corruttivo nel settore degli appalti pubblici e di condizionamento delle scelte degli enti operanti nella sanità pubblica”.
“Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati per consentire ad Expo di ripartire al più presto” ha sottolineato il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati nella conferenza stampa. A una prima fase dell’indagine (l’inchiesta è una costola dell’operazione ‘Infinito’) nata dall’esame degli appalti nelle aziende ospedaliere si passa ad analizzare alcuni bandi di gara relativi ad Expo, quindi nell’autunno scorso “a un’accelerazione dell’inchiesta e a concentrarsi sulla figura di Angelo Paris”. Una struttura, quella smantellata, “che ruota intono a Frigerio, Grillo e Greganti considerati gli organizzatori”, spiega Bruti Liberati.
Presunte irregolarità negli appalti legati all’Expo ma non solo. Gli inquirenti milanesi stanno indagando anche su ipotesi corruttive relative a forniture sanitarie a favore, tra le altre, delle aziende ospedaliere di Melegnano e Pavia, per le quali risultano indagati Patrizia Pedrotti e Paolo Moroni , rispettivamente direttore amministrativo e generale del presidio di Melegnano, e Daniela Troiano direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Pavia.
Ma nell’inchiesta, coordinata dal pool guidato da Ilda Boccassini, il pm Claudio Gittardi e da uno del dipartimento diretto da Alfredo Robledo, Antonio D’Alessio, entra anche la ‘guerra’ al quarto piano della procura di Milano. Robledo infatti non era alla conferenza stampa perché, spiega il procuratore Bruti Liberati, “l’indagine non è firmata anche da lui in quanto non ha condiviso l’impostazione: per questa ragione oggi non è qui con noi”.