La sempre più debole lotta alla ” ‘ndrangheta”, dalle parole di due autorevoli magistrati calabresi!!
Nicola Gratteri e Salvatore Boemi. Due voci ma le stesse parole
Nei giorni scorsi il giornalista Roberto Gallullo (r.galullo@ilsole24ore.com) ha scritto un articolo dal titolo: “Nella Locride 80 Carabinieri in meno e nella Procura di Reggio vuoti di organico: cosi si combatte la ‘Ndrangheta?” Il giornalista, nella circostanza, ha analizzato alcuni passaggi dell’audizione del Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri (nella foto), resi in Commissione Parlamentare Antimafia il 14 aprile. “Con la solita eccezionale schiettezza, quando si tratta di parlare di politica e mafia, Gratteri non si è certo tirato indietro, sapendo perfettamente che di fronte si trovava anche Parlamentari calabresi”. Dopo aver rappresentato il suo pensiero sulla politica calabrese, ritenuta debole, e il perenne dilemma della politica locale se cedere o meno al voto di scambio; dopo aver descritto come si formano le liste elettorali in Calabria (e non solo), ha illustrato l’evoluzione della ‘Ndrangheta. E’ quindi passato a descrivere “l’umiliante paragone tra gli investimenti italiani e in alcuni Paesi esteri nella lotta al crimine organizzato, ponendo l’accento sulla povertà e la confusione con la quale la criminalità organizzata viene combattuta in casa nostra, in Italia“. Il primo esempio Gratteri lo fa partendo dalla sua natìa Locride. “Nella Locride- dice il Magistrato- il Gruppo Carabinieri di Locri ha 80 Brigadieri (sono Ufficiali di Polizia Giudiziaria, quindi possono verbalizzare con referti all’AG) in meno rispetto all’organico… Noi molte indagini non le iniziamo perché non abbiamo il personale per poterle fare…Già per questo, uno Stato di diritto degno di questo nome dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa ai Calabresi onesti, la maggioranza, e agli Italiani tutti; passata la vergogna, dovrebbe (lo Stato) rimediare mandando gli uomini ma, ovviamente, nel vocabolario della classe politica italiana, la parola vergogna non esiste“. Da Locri, l’analisi si sposta a Reggio Calabria, dove esiste lo stesso drammatico quadro di situazione: “Se a Reggio Calabria avessimo cinque o sei Magistrati in più – ha continuato Gratteri – la situazione migliorerebbe. ….Allo stesso tempo, non bisogna dimenticarsi dell’ufficio del Giudice, del Gip (il Giudice delle indagini preliminari) dove ci sono richieste, da parte dei PM, di misure cautelari ferme da un anno..sono ferme da un anno misure (anche urgenti) per potere effettuare la cattura per il 416-bis (associazione mafiosa)…Incominciamo a chiedere che il Ministro (della Giustizia), il Csm (Consiglio Superiore della Magistratura), il Comandante Generale dei Carabinieri, il Capo della Polizia, il Comandante Generale della Guardia di Finanza – afferma Gratteri di fronte ai Parlamentari Antimafia – inizino a essere consequenziali perché hanno potere reale. Domani mattina possono fare quattro applicazioni (di Magistrati) extradistrettuali a Reggio Calabria; domani mattina il Generale può prendere ottanta uomini e mandarli a Locri“. Affonda il bisturi, Gratteri, dichiarando che c’è anche confusione tra le Forze dell’Ordine e sul consequenziale spreco di risorse: “Tutti fanno la stessa cosa. Se, invece, si avesse il coraggio di specializzare – la Polizia fa una cosa, i Carabinieri ne fanno un’altra, la Finanza ne fa un’altra ancora – si potrebbe risparmiare. Per esempio, il miglior ordine pubblico lo fa la Polizia di Stato; sono inutili (in ordine pubblico) i Baschi Verdi (della Guardia di Finanza). I Baschi Verdi tornino a fare accertamenti sugli evasori fiscali, su quelli che portano i soldi all’estero. È inutile che facciano le stesse cose. Se esiste la Guardia di Finanza da un secolo e mezzo sul mare, che buttiamo a fare i soldi con la Guardia Costiera, se la Guardia Costiera non ha esperienza di contrasto al narcotraffico e non ha competenza sull’immigrazione dei clandestini?” Conclude il suo articolo, Roberto Gallullo, dando onore alla “…..schiettezza, al realismo, alle idee, proposte e battute: questo è Nicola Gratteri. Anche per questo non è diventato Ministro della Giustizia nel Governo Renzi…”.
Condividiamo in pieno!
Gli stessi toni di denuncia coraggiosa li troviamo in un altro grande Magistrato calabrese, Salvatore Boemi, che abbiamo citato nell’articolo del 26 Agosto 2013: “Ricordo del Valoroso Colonnello Fazio con amare considerazioni del Magistrato antimafia Boemi“. Boemi, nell’intervista a un giornale di Calabria, dopo cenni anche affettuosi per un’amicizia ventennale nata e coltivata sul campo d’azione comune antimafia, ha voluto raccontare: “Fin quando Fazio indagò solo sulle cosche di ‘Ndrangheta, non vi fu alcun problema. Le cose cambiarono quando iniziò ad occuparsi di colletti bianchi e della “Reggio bene”. La sua carriera fu bloccata…. Era un uomo che osservava la Legge in modo coerente ed ineguagliabile….Fazio aveva rispetto della Legge e del cittadino indagato, qualcosa che si è perso in tante Procure, anche a causa di Magistrati che stanno operando di recente. Chi ha fatto indagini in un certo modo ha avuto la carriera stroncata, anzi bloccata….Parlo, ad esempio, di un (altro) Colonnello (dei Carabinieri) che firmò 5500 pagine dell’informativa “Olimpia”; il Colonnello Angiolo Pellegrini che non ha mai avuto i gradi di Generale….
Ci rendiamo conto di cosa è accaduto ai danni di chi ha operato contro mafia e colletti bianchi in Calabria?” Che aggiungere? Proprio nulla… se non.. invitare da questa testata che si ispira ai valori di civiltà democratica del sommo pensatore Gaetano Salvemini.. l’ alta Politica a trarre.. le debite.. necessarie conclusioni. E’ l’Italia che lo chiede….magari al di fuori dei soliti vacui proclami delle pirotecniche e.. inutili.. campagne elettorali…..
Sia chiaro: con la sicurezza dei Cittadini onesti, non si gioca più!
Del resto, il segnale del voto nelle elezioni di domenica per il Parlamento Europeo e poi in quelle politiche sempre più prossime, sull’argomento sicurezza, sarà molto, ma molto forte!!