Gastrite, il fuoco che divora dall’interno
Esistono diversi tipi di gastrite che variano da persona a persona ma per la medicina psicosomatica sono tutte accomunate da sentimenti repressi
La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, ovvero la parete interna dello stomaco a contatto coi cibi; le cause all’origine di questo disturbo sono diverse e ne esistono diverse tipologie, per semplicità suddivise in gastriti acute e croniche.
Il bruciore tipico della gastrite viene spesso descritto da chi lo prova come una fiamma che divampa e “mangia” dall’interno. In effetti, l’aumento dell’acidità gastrica equivale a un meccanismo autoaggressivo, ad un’esplosione che non trova altri sbocchi. La gastrite non nasce a caso ma si nutre dei nostri disagi e delle nostre sofferenze: imparando a riconoscerne “la voce”, riusciremo a capire cosa non va in noi stessi.
Aspetti simbolici della gastrite
Nella gastrite i diversi sintomi risultano collegati a specifici significati simbolici. E’ importante, per questo, cercare di leggere il dolore nelle sue tipologie che possono variare da persona a persona. Una gastrite che dà un dolore “a tenaglia”, ad esempio, può riferirsi a situazioni sentite come soffocanti: chi la avverte potrebbe essere indeciso tra l’agire di “testa” e l’agire “d’impulso”. Un fuoco che divampa indica una passione, una rabbia che vorrebbe scoppiare e che invece rimane bloccata dentro. Così il bruciore, sintomo di un’emozione trattenuta che ribolle e ci “corrode” internamente.
La nausea e una vita che “non va giù”
Quando il sintomo principale della gastrite è la nausea, ci racconta che molto nella nostra vita è avvertito come invasivo e pericoloso. Queste sensazioni compaiono soprattutto in momenti di transizione ai quali è inizialmente difficile adattarsi, a causa di qualcosa che “non va giù” o che – letteralmente – “fa schifo”. Se il tentativo di uscire da questa realtà indigesta non trova soluzioni, il corpo si assume l’onere di esprimere il rifiuto che non si riconosce a livello cosciente: ecco che continue eruttazioni possono significare che la persona sta cercando di segnalare un disagio di fondo. In questo modo lo stomaco mette in atto la sua sonora protesta, riversando contro l’ambiente ostile la sua aggressività incontrollabile.
L’identikit di chi soffre di gastrite
I tratti di personalità più comuni in chi soffre di gastrite sono un alto livello di introversione, un’apparente indipendenza e un atteggiamento che vorrebbe essere ironico, ma che risulta sarcastico e irritante. Inoltre la dimensione quotidiana di chi ha “lo stomaco in subbuglio” è ricca di altre sfumature che rendono il suoi carattere molto complesso: vediamo insieme alcuni degli aspetti che lo caratterizzano.
Il rapporto con le emozioni – Ciò che più è evidente nei soggetti con gastrite è un’aggressività che difficilmente riescono a gestire: sono infatti molto sospettosi e talora arrivano anche ad avere veri e propri complessi di persecuzione. E’ possibile che ogni tanto la rabbia trattenuta si tramuti in esplosioni di collera (di solito evitate in quanto temute). Il “digerire” torti, offese e l’ingoiare “bocconi amari” è sicuramente una delle cose più difficili per questi soggetti che tendono “a legarsi al dito” ogni contrarietà.
L’atteggiamento verso il mondo – Chi soffre in particolare di nausea e vomito frequenti, ricorre inconsciamente a questi sintomi per salvaguardarsi da eventi temibili (o presunti tali), tentando di rifuggire una situazione percepita come minacciosa. Essi cercano di espellerla da loro, “vomitandola” e negando successivamente ogni contatto con situazioni “pericolose” (questi timori, soprattutto nelle donne, riguardano in particolare l’ambito sessuale).
Gli affetti – Le relazioni affettive di queste persone sono in genere vuote e fredde. Un vuoto colmato apparentemente con l’aria “introdotta” nello stomaco, quell’aria che causa frequenti eruttazioni. È un atto di compensazione che rivela una grande caratteristica di chi soffre di gastrite: un desiderio d’amore frustrato.
La sessualità – La carenza di affetto influenza anche la dimensione erotica del gastritico, che ha la tendenza a vivere i rapporti sessuali in modo ambivalente: sente un forte bisogno di esprimere il proprio eros – spesso spiccato e passionale – ma nello stesso tempo ha il timore di non essere ricambiato con la medesima intensità. Finisce così per attivare non di rado meccanismi carichi di aggressività, la cui espressione verso l’esterno viene puntualmente repressa e rivolta contro il proprio stomaco.
La famiglia di origine – Molto spesso le persone che soffrono di gastrite hanno una madre invadente, che vuole imporre ai figli le proprie scelte di vita in ambito scolastico, professionale e sentimentale. Questo avviene anche attraverso “ricatti” mentali impliciti che influenzano soprattutto il momento della tavola, dove si è spesso costretti a consumare il pasto in un clima carico di tensione. Il cibo assumerà così una valenza negativa e quando verrà ingerito risulterà immediatamente indigesto, proprio come la situazione familiare.