Ronaldo, il migliore di sempre
Roma, 20 giugno 2018 – A questo punto appare necessario sgombrare il campo da ogni sofisma, da ogni posizione parrocchiale. Cristiano Ronaldo, portoghese isolano di Madera, è il più grande calciatore di ogni tempo.
Chi vuole ancora disquisire su questo assunto evidente, deve ritirarsi in buon ordine. Non esistono nei i Messi né i Neymar di oggi. Come non esistono dal passato i vari mitici Puskas, Di Stefano, Cruyff, Sivori, Matthews, Van Basten, Pelè, Maradona, ecc.
Tutti eccellenti virtuosi della sfera, ma tutti lontani eoni da Cristiano Ronaldo. Inutili i paragoni.
I campioni di cui sopra erano autentici artisti della pelota ma Cristiano Ronaldo, oltre ad avere un piede (anzi entrambi) come costoro, in più accoppia una atleticità da campione olimpico di ogni specialità sportiva ed un carattere agonistico da super dilettante..
A sancire l’unicità storica del valore oggettivo di questo fenomeno non sono solo quelle quattro reti messe a segno nelle prime due giornate dei Mondiali che stanno facendo entrare negli ottavi un modestissimo Portogallo, capace di fare sembrare irresistibile perfino il Marocco!.
E nemmeno le di lui suntuose statistiche (che lasciamo ai cultori dello sport da bar) che indicano una costanza di alto rendimento che nessuno ha mai avuto nella storia.
Ciò che è esaltante in Ronaldo è proprio la cifra di rendimento fra classe e qualità atletica.
Lui è in grado, deve essere ribadito, di fare tutte le cose che hanno fatto i campioni del passato e del presente, ed in più ci aggiunge la cifra di grande atleta.
Facciamo qualche esempio. Come ha fatto il Real Madrid a conquistare la Coppa Campioni? Superando la Juventus! Come? Grazie ad una rovesciata acrobatica di Ronaldo che ha portato il suo piede destro a colpire il pallone a 2 metri e 54 centimetri. Oltre la traversa di una porta di calcio.
Le cose che atleticamente fa Ronaldo sembrano facili, perché le fa con estrema naturalezza. In effetti sono tutte cose da record. Mettiamo la rete che dopo 3 minuti ha permesso al Portogallo di regolare il ben attrezzato Marocco. La sfera proveniente dal calcio d’angolo è spiovuta in una zona dove nessuno la poteva raggiungere. Ma non per Ronaldo che si è tuffato da cinque metri scaraventandola in rete. Non senza aver rischiato di prendere un calcio in faccia da un difensore marocchino.
La eccezionalità di Ronaldo non si limita soltanto a considerare l’unicità della accoppiata classe-atleticità.
Riguarda, anche e soprattutto, il fatto che la sua motivazione in campo non coincide con la sua gloria, la sua rete personale. Nasce dalla ricerca della soluzione più vantaggiosa per la squadra. In questo senso Ronaldo legge la partita come il migliore dei registi e utilizza sé stesso nella chiave più vantaggiosa. Esemplare nella ripresa di Portogallo-Marocco il come, (nella sola occasione propizia che i lusitani hanno avuto nella partita) lui abbia sfruttato un pallone che gli era capitato fra i piedi al limite dell’area di rigore.
Intuito che un compagno si era lanciato in avanti, senza farlo finire in fuori gioco, senza tentare una conclusone personale, con un tocco magico di piede gli ha servito una pallone che chiedeva soltanto di essere messo in rete…. Cosa che, poi, non è avvenuta…
Smettiamola dunque con i paragoni. Ronaldo è unico. Prendiamone atto e godiamocelo fintanto che resta in giro sano e salvo nonostante le “botte” che riceve in campo.
In un Mondiale senza azzurri, senza super squadre, senza campioni, livellato dall’avvento di tecnici che hanno introdotto nuovi schemi di gioco rimasti sconosciuti agli allenatori più celebrati e pagati, le avventure del Portogallo di Ronaldo appaiono un buon incentivo per non andarsene al mare.
Speriamo che duri…