Appunti di viaggio: in Valle D’aosta sulle tracce dei cercatori d’oro
Nel sottosuolo delle Alpi alla scoperta dei siti minerari più belli e importanti della Regione.
Se non avete mai vissuto un’esperienza in miniera è l’ora di cominciare e l’opportunità ve la offre la Valled’Aosta che, negli ultimi tempi, ha recuperato molte delle sue miniere più importanti per offrire al turista e al visitatore un pezzo della sua storia.
E vi assicuriamo che dopo essere stati nelle viscere della terra e aver visto dal vivo quella che era la vita dei minatori e tutto ciò che la riguardava non lo dimenticherete più. Una volta scesi sottoterra, infatti, si entra in un mondo diverso da quello al quale siamo abituati. Un mondo parallelo fatto di oscurità e silenzi che solo la luce dei caschi e il rumore del lavoro quotidiano dei minatori riuscivano a spezzare.
E non crediate che l’attività estrattiva nella Valle sia solo di epoca recente, visto che tra queste montagne già i Salassi avevano ideato tecniche estrattive importanti.
Da loro, poi, si arriva fino allo sfruttamento dei filoni minerari da parte delle compagnie britanniche che cercavano l’oro nel ventesimo secolo e oggi i siti minerari valdostani trovano spazio in paesaggi alpini di grande bellezza, spesso arricchiti da un patrimonio immobiliare di particolare interesse per l’archeologia industriale.
Per questo il recupero delle miniere dismesse vuole innanzitutto salvaguardare e valorizzare il patrimonio minerario di tutto il territorio valdostano: strutture sotterranee, impianti, sistemi di collegamento e di trasporto, nonché aspetti relativi alle tecniche di ingegneria mineraria e al recupero della memoria storica quali tradizioni, usi, costumi e le vicende umane vissute dalla popolazione locale.
Tra tutte sono già disponibili gli itinerari di particolare interesse turistico situati nel Parco del Mont Avic, che può contare su un’offerta particolarmente legata agli ambienti naturali e ai siti minerari, tra i quali la miniera del Lac Gelé, l’altoforno di Servaz e la cava di pietre da macina di Barma de Rova.
L’interesse per questo progetto rientra in una logica di ampliamento dell’offerta turistica della Valle d’Aosta, con l’obiettivo di dare al turismo stesso complementarietà, rispetto alla consolidata offerta estiva e invernale, promuovendo così un’affluenza anche nei periodi di media e bassa stagione.
Da un lato, l’attività di recupero delle aree minerarie dismesse rappresenta per la comunità locale un’opportunità unica per far rivivere le tracce del proprio passato, dove la “rovina” acquisisce un valore e un senso moderno; dall’altro, la loro riconversione in siti di attrazione turistica permette di creare rete inserendosi così, in modo sinergico, in altre iniziative locali come le visite ai castelli o ai rifugi, le passeggiate sui percorsi naturalistici o le tante manifestazioni folkloristiche che animano i paesi e paesini della Valle.