Roma, 7 maggio – Liverpool, solo Liverpool, fortissimamente Liverpool! Nel suo stadio, l’Anfield Road, ribalta lo 0-3 che aveva subito al Camp Nou nella semifinale di andata e vola alla nona finale di Coppa dei Campioni/Champions della sua storia. Senza Salah, senza Firmino, senza speranza all’inizio del match. Con tutto in tasca alla fine. La gloria, la soddisfazione, la vittoria per 4-0 che lo manda a Madrid al posto dei catalani, al secondo rovescio clamoroso consecutivo nel massimo torneo continentale dopo quello di Roma dell’anno scorso. Ma quello di quest’anno è anche peggio, perché il Liverpool, di gol, ne doveva segnare 4 per qualificarsi e tanti ne ha fatti, annichilendo il Barcellona e lo stesso Messi, che sull’1-0 per i Reds (segnato da Origi al 7’) si è divorato la rete del possibile 1-1, che poteva chiudere i giochi. E quando il Liverpool ha perso anche Robertson, sostituito da Wijnaldum, in quest’ultimo ha trovato il suo jolly. Nei primi 10’ del secondo tempo ha segnato la doppietta con cui i Reds hanno pareggiato i conti poi, ancora Origi, ha fatto il 4-0 su azione d’angolo, approfittando di una colossale dormita della difesa del Barça. Poi Alisson ha blindato la porta e salvato il risultato. L’impresa è servita. E riguardando le due gare è andata in finale la squadra che ha meritato di più. quella che ha anche l’allenatore migliore: Klopp, un mito. Tutti noi amanti del calcio dobbiamo ringraziare lui, i suoi ragazzi e il meraviglioso pubblico di Anfield, che ha spinto la sua squadra a regalarci una serata memorabile, esattamente come quella che ci regalò la Roma l’anno scorso. Una serata di quelle che entrano di diritto nella storia del calcio.
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