Roma, 4 novembre 2019 – “Giochi di mano, giochi di villano” recitava un vecchio proverbio della tradizione popolare che ben si adatta al calcio dei nostri giorni, vista la confusione che regna nei casi in cui un difensore tocchi il pallone di mano, braccio, gomito o avambraccio in area. Rigore, dice il regolamento. Ma non sempre, aggiunge. Tanto per rendere ancora più difficile il compito degli arbitri di campo e di quelli del “famigerato” VAR, al quale bisognerebbe sempre ricorrere ma al quale, invece, si ricorre “ad capocchiam”, come diceva qualcuno dei tempi passati, in cui era tutto più semplice. Ma non meno discusso, perchè se sul fuorigioco il VAR sentenzia con una certezza quasi certa, sui falli da rigore non v’è certezza. Sia che siano di mano o di tuffo, o meglio “di tuffetto”, come l’attuale dirigente del Bologna Walter Sabatini ha definito la caduta dell’interista Lautaro nei minuti di recupero di Bologna-Inter. Una volta il fallo di mano si condanna, un’altra no e se due tocchi pressoché identici come quelli dello juventino De Ligt vengono valutati diversamente (a Lecce rigore, contro il Torino no) pazienza. Così come se si abbocca ad ogni caduta in area (ormai ricercatissima dagli attaccanti) sia sul campo che al VAR. Poi però la gente si scoccia, si sente presa in giro e in un mondo che prigioniero non è più del calcio come era quello di quando eravamo giovani (dove c’erano il pallone e il cinema e basta) fa altro. Perchè oggi gli interessi sono molteplici e ai ragazzi di questo calcio interessa, sì, ma sempre di più fino ad un certo punto. Anzi, forse gli piace più il fantacalcio, la playstation, gli youtubers che seguono sempre sul cellulare (perennemente acceso e in mano) e altre cose di fantasia. Ma che vuoi che se ne fanno delle nostre vecchie polemiche pallonare? O gli si dà uno spettacolo certo o loro cambiano canale, sito, passione. La forza del calcio, da sempre, è stata quella di essere uno sport semplice da capire e da giocare. Oggi è troppo complicato, al punto che quando si fa gol è meglio non esultare spontaneamente. C’è sempre quel VAR che potrebbe annullartelo.
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