Roma, 29 giugno 2020. Vent’anni fa ci lasciava Vittorio Gassman, forse l’attore più completo del panorama cinematografico e teatrale italiano.
Artista poliedrico, dal talento naturale, dotato di una personalità scenica dirompente ma che nella vita privata mostrava delle inquietudini, che lo portarono in tarda età a soffrire di depressione. Vittorio Gassman più volte è stato ricordato ed omaggiato su queste colonne per varie ricorrenze di film in cui è stato protagonista, non a caso soprannominato il Mattatore dall’omonimo spettacolo televisivo del 1959.
Tuttavia anche un <<mostro>> come Vittorio, che fino al 1958 aveva dato ripetute prove di bravura in produzioni cinematografiche più impegnate, oltre naturalmente al suo amore mai ripudiato il Teatro, fu aiutato da un’intuizione di Mario Monicelli che lo inventò anche attore comico col personaggio di ‘ Peppe er pantera’ nel capolavoro “I soliti ignoti”.
Il regista inventò per Gassman un trucco che gli appesantì i lineamenti, con in più l’idea di farlo recitare accentuando una simpatica balbuzie. Da quel momento la carriera del Mattatore è decollata e a buon diritto, insieme a Sordi, Manfredi, Tognazzi e Mastroianni, è ritenuto uno dei capisaldi della commedia all’italiana.
Gassman si è cimentato anche come scrittore, attraverso varie opere tra cui segnalo personalmente il volume autobiografico Un grande avvenire dietro le spalle e non ha mai mancato di esprimere il suo alto senso autoironico come quando in un programma televisivo di metà anni novanta declamò, come fosse l’Adelchi o la Divina Commedia, il menù del ristorante o la bolletta del gas.
Come detto Gassman è stato ricordato più volte in memorabili ruoli, ma tracciando queste poche righe mi è tornata alla mente un’interpretazione in un film di Dino Risi del 1977, Anima persa, dove Vittorio, coadiuvato da una splendida Catherine Deneuve, traccia un personaggio dalla doppia personalità; un alienato mentale, stimato professionista di giorno, pazzo furioso in preda a sfrenate turbe psichiche notturne. Un film, come spesso succede, sottovalutato ma assolutamente riconducibile all’immenso talento di Vittorio Gassman.
Le ceneri di Gassman si trovano a Roma nel cimitero del Verano, con a fianco una lastra di pietra a forma di libro aperto, con un epitaffio:<<Non fu mai impallato>>.