Calcio

Calcio Europa League. Il naso di Conte spinge l’Inter

Roma, 6 agosto 2020 – Con un 1-2 piazzato da Lukaku-Eriksen l’Inter risolve, nel vuoto San Siro, la difficile pratica spagnola Getafe e vola nei quarti dell’Europa League dove lunedì prossimo a Dusseldorf l’aspetta, in partita secca, la vincente fra Bayer Leverkusen e Glasgow Rangers.
Non è stata per nulla una impresa semplice. Per riuscire a realizzarla Antonio Conte ha dato fondo a tutto il suo sapere.

Tutto si può dire su Antonio Conte allenatore, meno che sia un tecnico sprovveduto. Questa volta per avere ragione lui. il tecnico salentino ha rispolverato dalle soffitte il più polveroso calcio all’italiana. Ovvero il più bieco contropiede.
Ovvero: tutti ben coperti e, quindi, “palla lunga e pedalare” puntando tutto sulle iniziative individuali di Lukaku.
Nell’ultima parte della stagione l’Inter aveva, invece, mostrato una decisa propensione a giocare “moderno”: possesso palla corto; pressing; manovra; piedi buoni ; a centrocampo largo impiego di registi come Borja Valero ed Eriksen.
E, soprattutto, match- maker, con collocazione sulla fascia destra, nella figura di Antonio Candreva protagonista delle manovre più incisive. Lukaku , in attesa, in panchina.
Quindi: largo impiego dei “piccoli attaccanti” Lautaro e Sanchez.
Tutto da rifare, ieri sera Conte ha sorpreso tutti presentando un Inter tutta italiota affidata ai muscoli e non al talento corale. Candreva in panchina.
Quasi a dimostrare a quei dirigenti neroazzurri che lo stavano discutendo che la ragione sta sempre dalla parte sua, quella dei fatti. Se decide che per battere un avversario c’è da ricorrere al più vieto dei contropiedi lui ha le sue buone ragioni e nessuno le può discutere.

L’importanza è che le cose vadano felicemente in porto.

Così ecco schierato un centrocampo che neanche tenta manovra e fraseggio, affidati ai piedi non nobili dei Gagliardini, Brozović , Barella – attorniati da quelli ruvidi, di Godin. D’Ambrosio, Bastoni. Per 15 minuti l’Inter è in balia degli spagnoli. Lukaku non riceve un pallone giocabile.
Eppure alla fine la ragione è sempre di Antonio Conte.
Il giovanissimo Bastoni, all’esordio europeo da titolare, azzecca un lancio lungo verticale di 50 metri. Lukaku lo controlla con la sua solita solidità ed il suo sinistro infila la rete dell’1-0.
Il più è fatto. Al resto ci pensa il fattore C. che da sempre contraddistingue le fortune calcistiche di Conte.
La fortuna aiuta gli audaci.
La partita Conte l’ha vista e studiata evidentemente così: la formazione spagnola gioca un ottimo calcio; pericoloso affrontarla sul terreno di gioco. Io mi gioco la carta Lukaku e contropiede e chiudo tutti i varchi con i muscoli e non la classe. Metto in campo gli uomini più decisi e combattivi. Parto da questi.

Chi può dare torto alla lettura del tecnico pugliese?
Nei primi dieci minuti della partita. il Getafe ha creato tre belle occasioni da rete sventate da Handanovič.
Da ripetersi: tutto si può dire su Conte meno che sia uno sprovveduto. Lui è andato a scuola di calcio con tutti i migliori allenatore italiani degli ultimi 30 anni dal Trap che l’ha scoperto giocatore a Lecce nel lontano 1991 e portato in bianconero. A Lippi che lo ha raffinato fino agli anni 70. Ad Ancelotti, Capello (che non lo ha amato troppo) Sacchi (in Nazionale), Maldini, Zoff.
Poi, come tecnico, si è fatto le ossa in toscana (Siena ed Arezzo) prima di allenare a Bari per portarlo in Serie A.
Quindi , finalmente, la sua Juve – quella da giocatore e Capitano- quella post Calciopoli con una striscia di 3 scudetti consecutivi 2011-2014.
Poi la chiamata alla guida azzurra. La rottura e la fuga al Chelsea festeggiata con uno scudetto ed un coppa d’Inghilterra in due anni. Prima di un anno sabbatico ed il passaggio all’Inter.
L’esperienza e la sapienza di Antonio Conte non si possono discutere e lui è bravissimo nel gioco d’azzardo.
Ancora una volta ieri ha dimostrato di saperne una più del diavolo!
Ma come poteva essere certo che Molina al 75′ avrebbe sbagliato il rigore?
Lo sapeva. Lo sapeva.
Se avesse realizzato l’1-1, sicuramente Eriksen, dopo 1 minuto dal suo ingresso in campo avrebbe sistemato ugualmente la faccenda!
Ci sono sfumature nel calcio che evidentemente sfuggono ai profani ….

Una seconda notazione circa il match di ieri sera.
Una gara sportiva non inquinata dalle interpretazioni arbitrali in voga nella Penisola. Non ci sono state intromissioni fuori luogo nell’arbitraggio.
L’arbitro inglese Anthony Taylor ha chiesto l’intervento del Var solo quando era avveduto. Ed il Var non ha invaso il territorio dell’arbitro di campo. Si è giocata una partita di calcio seria e rispettabile.
In occasione del calcio di rigore assegnato al 75′ al Getafe, Taylor era vicinissimo all’accaduto. Ha capito dalla meccanica, che la traiettoria del pallone avrebbe incontrato qualche ostacolo e ne avrebbe influenzato la traiettoria.
Ha chiesto lumi al Var. Questi ha confermato che c’era stato un tocco del braccio dell’interista Godin.
Taylor si è recato alla postazione e, dopo aver visto l’accaduto, ha assegnato il rigore.

Semplice l’Inter: arbitro ha dubbi; chiede controllo, riceve l’informazione; la verifica; decide. Il fattore C. aiuta l’Inter. I neroazzurri vanno ai quarti di Europa League.

Imparare gente. Imparare!

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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