In Serie ‘A’, sarà colpa del Corona Virus; sarà per la penuria di quattrini; sarà per il mercato-calciatori inesistente; sarà perchè mancano talenti; sarà perchè latitano allenatori davvero competenti.
Questo campionato è tutto da scoprire e verificare. Le uniche tre certezze sono:
– da una parte che il Covit 19 è uguale per tutti e non fa sconti a nessuno; non può essere chiamato a scusante;
– dall’altra si sta verificando un curioso ed inedito stravolgimento per cui le parti risultano spesso e volentieri invertite come in un gioco di società.
Il Napoli di Gattuso fa l’Atalanta di Gasperini; Il Milan di Pioli fa l’Inter di Conte. La Sampdoria di Ranieri fa la Lazio di Simone Inzaghi e , soprattutto, il Crotone di Giovanni Stroppa, fa la Juventus di Pirlo.
Terzo elemento condizionante, è l’affollamento degli impegni in calendario con l’imminenza delle partite di coppe europee per Juventus, Atalanta, Inter, Lazio e Napoli.
Solo Roma e Sassuolo continuano ad essere se stesse. Ovvero due formazioni in crescita costante da prima dell’avvento della pandemia.
NAPOLI FA L’ATALANTA
A Napoli partenopei e bergamaschi sembravano addirittura essersi scambiati le magliette. Il maestro Gasperini aveva quella dell’allievo Gattuso e viceveresa.
Il Napoli rapido ed incalzante nelle manovre e nel pressing. Atalanta ostentatamente lenta e disarmata. Eppure era assente Insigne, mentre nell’Atalanta faceva il suo ritorno Ilicic.
L’affettuoso desiderio di riaverlo in squadra – dopo la lunga e misteriosa assenza – è stato forse troppo affrettato. Il fantasista neroazzurro mostrava una marcia in meno, e non in più. L’intera prestazione corale ne ha fatalmente risentito lasciando mano libera a Gattuso – che non era lì soltanto per ammirare il lavoro altrui. San Gennaro Gattuso, ormai gioca un fior di calcio. Inoltre poteva chiedere ogni impegno ai suoi dal momento che il Napoli giocherà solo il giovedì in Europa contro il modesto Almaar.
Peccato che la “gita partenopea ” a Torino ospite della Juve sia finita 0-3 a tavolino per decisione di una ASL, napoletana ma poco partenopea, più realista del re…
Quanto all’Atalanta c’è da essere sicuri che non si tratta di un fuoco di paglia. Lodevole e romantica la voglia di recuperare l’uomo ed il calciatore Ilicic. Sono scelte che alla fine si pagano nelle dinamiche di gruppo.
Ha avuto molto da imparare nel Sud , a Crotone, anche Andrea Pirlo. Il calcio non si può modellare al tavolino.
CROTONE FA JUVENTUS
La Juventus giocherà a Kiev martedì. Prima delle italiane ad esibirsi in Coppa. La missione principale di Pirlo è la Coppa a Campioni. Logico il progetto di tenere a riposo il massimo possibile di elementi.
Forse, però, Pirlo ha esagerato a promuovere tutti indiscriminatamente, e tutti insieme. Coraggio sì ma con giudizio!
Tanto che alla fine il Crotone ha avuto più occasioni da rete della Juventus ed i suoi solisti sembravano i Dybala ed i Ronaldo della situazione.
Le tre sconfitte consecutive della squadra calabra devono averi prospettato al nuovo mentore bianconero un quadro diverso riguardo il potenziale della squadra allenata da Giovanni Stroppa.
O, forse, confidava in un atteggiamento più benevolo da parte del gruppo arbitrale.
Invece la Juve a Crotone se l’è vista con una direzione gara davvero senza “complessi pro Juve”.
L’arbitro romano Francesco Fourneau ha considerato da rigore l’intervento (appena in ritardo) di Bonucci su Reca. Successivamente, sull’1-1, ha annullato un tap in rete di Morata per un fuori gioco di un millimetro sull’assist di Quadrado.
Infine , terza perla, l’espulsione diretta di Chiesa per un intervento rude, di quelli che se ne vedono a iosa in ogni partita e che vengono al massimo sanzionati con un giallo.
Per il povero e mansueto esordiente bianconero Chiesa , invece, rosso diretto. Chi ben comincia…
ARBITRI CONTROCORRENTE
Gli sportivi veri sicuramente concordano con la necessità di sanzionare severamente gli interventi assassini che si vedono in giro. Neanche nel rugby… ma la tendenza italiana è questa: per espellere qualcuno si richiedono almeno due falli gialli.
Colpisce che a pagare questa auspicabile novità sia stata proprio la Juventus. Tant’è che su un social diffuso qualcuno sosteneva , “Questo non lo faranno arbitrare più!”
La Juve ha così giocato un quarto di partita in 10. Ed è stata la sua fortuna perchè ha giocato meglio ed ha meritato un pareggio che, altrimenti, sarebbe apparso stretto al Crotone. Mostrando il carattere necessario per la difficile trasferta di Kiev.
IL DERBY PIÙ DERBY
Comunque, a Pirlo è andata più che bene visti i risultati delle cosiddette grandi a partire dal Derby della ‘Madunina’:
Inter-Milan è stato uno dei derby più intensi, emozionanti, meglio giocati, drammatico, a memoria recente.
Pioli non ha avuto alcuna esitazione a immettere nella tenzone Ibrahimovic, reduce dal Corona Viurus. Mentre Conte lamentava importanti assenze dal punto di vista dei numeri. Però i grossissimi calibri c’erano tutti.
Pioli ha avuto ragione. Ibra sebbene appesantito, ha dato tutto e di più assieme alla banda ben registrata dei vecchi e nuovi rossoneri. Ammirevole su tutti Calabria.
Lukaku rimaneva il terminale di un Inter sempre più illuminata dal talento tecnico-agonistico di un Barella niente affatto debilitato dalle fatiche in Nazionale. Dovunque è diventato il faro.
Nell’Inter si avverte l’assenza di Candreva silurato da Conte. Il giocatore albanese, intanto, fa grande la Samp dell’ottimo Ranieri che rifila un secco 3-0 a quella che fino a questa stagione era un grande realtà.
Il derby si conclude con un meritato 2-1 equivalente del rapporto fra i due bomber : due reti Ibrahimovic, una Lukaku. Candreva silurato è stato rimpiazzato da Kolarov ancora assente totalmente dal gioco.
A Conte, per giunta, ha girato contro anche la ruota della fortuna. Come in tante altre occasione Lukaku a 3″ secondi dalla chiusura ha avuto a disposizione una palla d’oro. Ma l’ha sprecata malamente.
Tutto, comunque, è ancora in fieri.
SAMP FA LA LAZIO
Peggio di lui sta la Lazio. Si sta liquafacendo. Non è tanto una questione di pandemia o di debolezza di panchina. Nessuno è in grado di spiegare che cosa ci fanno nella Lazio personaggi quali il difensore sinistro Patric e la seconda punta Caicedo.
Chi ci guadagna? Sicuramente non la Lazio che da loro non riceve alcun apporto ma cospicui danni.
Patric , è stato calcolato, è il giocatore in Italia che vanta il maggior numero di passaggi al portiere (il suo , non quello avversario!). I suoi compagni lo sanno che lui è assai abile a farsi trovare libero sulla fascia.
Regolarmente gli passano la palla quando appare l’unico terminale. Lui può, anche avere tutto lo spazio avanti disponibile che vuole. Invece, anziche affondare regolarmente si ferma, si guarda in giro alla ricerca di una magnifica ispirazione.
Quindi, giudicata improduttiva qualsiasi iniziativa, lasciato che la difesa avversaria abbia recuperato, poggia un piede sulla sfera. Allora, la porta indietro, per poi sempre offrirla al proprio portiere per disfarsene, come cosa che riguarda gli altri.
Difensivamente risulta ancora più letale. Non è veloce, non salta. Ogni tanto afferra per la maglia. A Genova la Samp è andata tre volte in rete dalla parte sua ed ha fatto diventare un portento lo sconosciuto Augello, autore di una rete e dei due assist del 3-0.
Simone Inzaghi lo ha promosso primo titolare e talvolta gli consegna addirittura i gradi di Capitano. Mah!
Quanto a Caicedo, è un esatto clone dell’atalantino Zapata, come struttura, ma non come tecnica. In più ha l’entusiasmo e la buona volontà di Lukaku. Purtroppo gli mancano le nozioni tecniche.
Non sa addomesticare il pallone. Con la sfera lui ci va in collusione e non si sa dove va a finire. Talvolta, è successo, anche nella rete avversaria. Ma senza volerlo, per casualità. Però, generoso; lui è sempre presente nelle manovre, che manda regolarmente in fumo.
Insomma la Lazio gioca ormai con l’handicap, anzi con due handicap.
Chiunque farebbe meglio, senza cercare troppo attorno. Se ne sono anche accorti i laziali che questa Lazio così mal attrezzata, non andrebbero a vederla allo stadio neanche gratis ed al sicuro del Corona Virus.
SOLO SASSUOLO E ROMA SONO SE STESSE
Allo stadio ci andrebbero volentieri, invece se potessero, i supporter di Sassuolo e Roma.
Gli emiliani non cessano di stupire chi pensa che il calcio sia lo sport dove vince chi spende di più .
De Zerbi ha dimostrato ieri nel derby di Bologna che, giocando il calcio giusto, si può passarre in 13 minuti da un passivo di 1-3 alla vittoria per 4-3 ed al secondo posto in classifica imbattuti.
Il CT Mancini lo tenga ben presente decidesse di escludere i giocatori del Sassuolo (Berardi, Locatelli e Caputo) dalla formazione che affronterà a metà novembre Polonia e Bosnia , decisive per la Uefa Nations League.
Anche la Roma si conferma ai suoi tradizionale alti livelli. Mostrandosi in ascesa sia tecnica che mentale. Quello che conforta è il mantenimento della calma olimpica in situazioni di difficoltà.
Andata in svantaggio per un rimpallo fortuito, ha accettato il fato rimettendosi a produrre il proprio calcio dove si è inserito prepotentemente il fantasioso Pedro.
Dopo il pari dello spagnolo, la Roma raddoppiava con Dzeko.
Nella ripresa tutto liscio? No, perchè maldestramente Veretout offriva all’arbitro l’occasione per regalare ai campani un rigore (del pari), tutto da discutere.
Senza richiamare i fantasmi del 0-3 di penalizzazione incassato a Verona, sempre con calma olimpica, la Roma riprendeva il suo cammino a suon di gol per chiudere 5-2 a dimostrazione di una maturità tecnico mentale rassicurante.
Una notazione: cessata la stagione dei rigori facili e controversi – dovuti alla interpretazione di contatti con le braccia in area di rigore – la classe arbitrale si è inventata i rigori legati ai contatti fra arti in area di rigore.
Bonucci è stato così penalizzato per un contatto innocente con palla e piede dell’avversario (prima la palla) e Veretout per ancora di meno.
Assurdo! Ridicolo. Questo tipo di situazione offre all’arbitro ed al Var più terreno per la propria personale interpretazione riguardo volontarietà, gravità e tutto il resto. Quindi arbitrarietà e potere…
A guardare bene anche l’espulsione diretta a Crotone del neo juventino Chiesa, rientra in questa fattispecie.
L’unica cosa positiva è che questi episodi siano accaduti a sfavore di una Grande e non viceversa. Ma anche questo può forse apparire “democratico”, ma lede sempre ogni giustizia.