Giro d’Italia, 103° edizione: trionfo britannico.
Gheoghegan Hart vince all'ultimo respiro.
Roma, 25 ottobre 2020.
Atto finale della corsa rosa.
Cala il sipario sulla 103°edizione del Giro d’Italia con un finale inedito dal momento che prima dell’ultima cronometro finale i primi due della classifica erano a pari merito.
Hindley, australiano, Gheoghegan Hart, inglese, si sono giocati lo spareggio nella crono con approdo a Milano e la maggior attitudine del britannico alla fine ha prevalso.
La distanza di 15,7 km. ha visto trionfare Filippo Ganna, alla quarta vittoria di tappa, e Gheoghegan Hart ha preso 39” a Hindley che aveva vestito la maglia il giorno prima al Sestriere.
E’ stato un Giro impegnativo e anomalo, come detto più volte, per la sua connotazione e per le preoccupazioni dell’organizzazione nel portare in porto la nave col Covid dietro l’angolo.
Bilancio finale.
Gheoghegan Hart ha colto l’occasione della vita, in questo Giro, dopo il forfait del suo capitano Thomas, con due vittorie di tappa come il suo rivale Hindley.
E’ stato il Giro di Demare, vincitore della maglia ciclamino e anche lui al successo in quattro tappe, ma anche di uno splendido Joao Almeida corridore emergente in rosa per quindici giorni e quarto nella generale.
E’ stato il Giro che ha presentato un’organizzazione capillare e altamente professionale da parte di Paolo Bellino e Mauro Vegni; un autentico spot per il nostro Paese.
Purtroppo NON è stato il Giro di Vincenzo Nibali, prossimo tra qualche giorno alle 36 candeline.
Abbiamo sperato che nella terza settimana potesse uscire alla distanza, forte della sua esperienza e classe ma non ne aveva e forse è il suo definitivo addio per le grandi corse a tappe.
Una cosa curiosa: sia il Tour che il Giro hanno visto le vittorie di due outsider e tutti e due all’ultima tappa in una cronometro.
Considerazioni finali.
L’ultima riflessione è dedicata alla sceneggiata della 19°frazione con l’ammutinamento di alcune squadre e di alcuni corridori.
Il riferimento è al rifiuto di correre la tappa per pioggia e freddo, ma da che ciclismo è ciclismo il freddo e la pioggia, come il grande caldo, sono sempre stati parte integrante della disciplina.
Sono impalliditi gli eroi del ’56 e del ’88 quando a maggio-giugno nevicò sul Bondone e sul Gavia, con corridori che, dopo l’arrivo,vennero gettati in vasche con acqua bollente per essere scongelati…
La brutta figura ha come responsabili qualche capitano e qualche direttore sportivo e bene ha fatto Mauro Vegni a rettificare il percorso, accorciandolo, garantendo comunque lo svolgimento della gara.
Siamo convinti però che non l’ha mandata giù e vedremo in seguito eventuali sviluppi.
Appuntamento alla prossima stagione nella speranza di ritornare ad un calendario normale.