Roma, 8 gennaio 2021 – Quando eravamo ragazzi ci piaceva molto il modo di parare di Emerson Leão. Che ritenevamo fortissimo.
Ma per Mario Zagalo aveva le braccia troppo corte per fare il portiere.
Un parere del quale Leão se ne sarebbe anche potuto infischiare se Zagalo non fosse stato il Ct del Brasile che stava per disputare il Mondiale del 1970, in Messico,
Nel quale, proprio per quella convinzione di Zagalo, non è il titolare di quello che molti considerano il Brasile più forte di sempre.
Al suo posto Zagalo chiama Felix, che è molto meno forte di lui (anzi, diciamo che è proprio scarso) ma che per il Ct ha le braccia più lunghe di Leão.
E Leão, insieme ai suoi compagni, diventa campione del mondo, anche se solo come portiere di riserva.
E Felix, anche se più scarso, passa alla storia come il portiere del Brasile più forte di sempre.
A Leão non resta che sperare nei Mondiali successivi, quelli di Germania ‘74. In questi è lui il titolare, come vediamo nella foto allegata, in cui veste il completo blu del numero 1 del Brasile.
Ma quest’ultimo non è più quello di quattro anni prima.
Del ’70 sono rimasti solo lui e Rivelino, che però non sta neanche tanto bene.
E il Brasile arriva solo quarto.
Vabbè, pensa Leão, ci rifaremo ai Mondiali del ’78, che si giocheranno in Argentina. Anche in questi gioca da titolare. Anzi, da capitano, diventando così il primo capitano-portiere della storia del Brasile.
Che al ruolo di chi deve evitare i gol in un gioco in cui, invece, si adoperano tutto per farli, non ha mai dato troppo peso.
Ma anche nel ’78 il Brasile si ferma alla finale del terzo posto (che vince).
Anche se schiera una formazione di tutto rispetto: Leão; Toninho, Oscar, Amaral, Rodrigues Neto; Dirceu, Batista, Cerezo; Zico; Roberto Dinamite, Gil.
Tanto che in molti si aspettavano di rivederlo alzare al cielo la Coppa del Mondo.
Che invece va agli acerrimi rivali dell’Argentina, che vanno in finale al posto dei brasiliani per la famosa “marmellata peruviana”.
Ma questa è un’altra storia, che magari vi racconteremo in seguito.
Intanto, però, Leão è diventato uno dei portieri più forti della storia del calcio brasiliano e anche a livello mondiale gode di grandissima considerazione.
Tanto che sono in molti, in Brasile e non, a chiedersi perché il Ct Tele Santana non lo convochi per i Mondiali dell’82, in Spagna.
Dove a difendere i pali della Seleçao c’è un portiere così scarso, ma così scarso, da chiedersi anche come abbia fatto a giocare a calcio ai massimi livelli.
Si chiama Valdir Peres e del numero 1 non ha né il fisico, né le capacità, né l’aspetto.
Leão è di tutta un’altra pasta, anche se ha ormai 32 anni. Ma ha discusso con il Ct Tele Santana, che al Mondiale non lo porta.
Tornerà a giocare la Coppa del Mondo nell’86, ancora in Messico. Ma per il Brasile sarà un altro fallimento.
Il destino, dopo il ritiro dal calcio giocato, lo spingerà a fare l’allenatore e il 19 ottobre del 2000 lo porterà proprio sulla panchina di quella nazionale brasiliana con la quale aveva giocato 80 partite.
La Federcalcio lo chiama dopo l’esonero di Wanderley Luxemburgo. Ma l’esperienza di Leão come Ct del Brasile dura solo dieci mesi e si chiude in modo fallimentare.
La maledizione delle braccia troppo corte per la nazionale ha colpito ancora.