Roma, 29 aprile 2021.
La ricorrenza.
Exodus è una pellicola che sessant’anni fa esce in Italia, diretta e prodotta da un gigante della cinematografia statunitense come Otto Preminger.
La storia.
Ispirato all’omonimo romanzo di Leon Uris, è la drammatica storia della nascita dello stato di Israele avvenuta il 14 maggio del 1948.
Un gruppo di profughi ebrei, internati dagli inglesi nel campo di Karaolos nell’isola di Cipro, fugge su una nave cargo denominata Olympia.
I circa 600 profughi sono guidati dall’attivista Ari Ben Canaan ed il loro scopo è quello di raggiungere la Palestina che è sotto il controllo inglese su mandato dell’Onu.
Tra veti incrociati, situazioni di stallo e uno sciopero della fame, come arma di pressione verso gli inglesi, che riduce allo stremo i profughi, Ben Canaan riesce a raggiungere la Palestina.
Appena sbarcati dal cargo, ribattezzato Exodus in chiaro riferimento all’esodo biblico, c’è da valutare l’opposizione araba alla divisione del Paese tra uno Stato appunto arabo e uno Stato ebraico in formazione.
Ben Canaan, insieme al padre Barak, si trova a mediare tra il suo vecchio amico d’infanzia Taha, capo della comunità araba, e suo zio Akiva che invece è a capo di un organizzazione terroristica ebraica.
Gli sforzi di Ben Canaan, sin dal campo di Karaolos, sono supportati da Kitty, una vedova americana, infermiera volontaria, e da Karen, una giovane ebrea danese.
Kitty prende a cuore la causa sionista e nel corso della storia s’innamora di Ben Canaan.
La trama scorre in un susseguirsi di episodi al limite tra la resistenza araba e la presenza britannica che impone restrizioni all’immigrazione ebrea.
L’amministrazione britannica sul territorio palestinese è certificata da un mandato della Società delle Nazioni appena finita la prima guerra mondiale.
La nascita dello Stato di Israele è però prossima e il 29 novembre del 1947 l’Onu approva il piano di partizione della Palestina, con manifesta disapprovazione da parte araba.
Ben Canaan dopo una serie di tragici episodi giura, in una cerimonia laica, che un giorno arabi ed ebrei condivideranno insieme la stessa terra.
Curiosità.
La produzione di Preminger racconta fedelmente il dramma, le speranze, dei profughi sfuggiti all’Olocausto trattenuti nel campo cipriota di Karaolos.
Preminger nel privilegiare la figura pacifica di Ben Canaan e di suo padre Barak, mostra l’inevitabile uso della violenza in una scena dove viene attaccata una prigione per liberare dei prigionieri ebrei e arabi.
Il messaggio è che in una rivoluzione non si può andare tanto per il sottile.
Vengono riportati i punti di vista contrastanti tra ebrei, inglesi e arabi attraverso una scelta dei personaggi molto credibile.
A dispetto dello sforzo produttivo il film ha visto premiato col premio Oscar il solo Ernest Gold per la colonna sonora.
I Protagonisti.
Ben Canaan è un ottimo Paul Newman, con Eva Marie Saint nel ruolo di Kitty, Lee J.Cobb come Barak, padre di Ben Canaan, John Derek nella parte di Taha, amico d’infanzia di Ben Canaan.
Una produzione di tre ore e mezza che forse il maestro Preminger poteva asciugare in qualche tratto.
L’incalzare storico degli eventi, le vicende collettive dei profughi e personali dei protagonisti, hanno confezionato però un film eccellente e sempre attuale.