Racconti di sport

Racconti di sport. Un Diavolo per Milano

Oggi compie 115 anni il Milan, fondato il 16 dicembre 1899.

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Roma, 16 dicembre – All’alba del nuovo secolo, con il Genoa che dominava quello sport chiamato “football” e da noi ribattezzato “calcio”, alcuni appassionati residenti a Milano decisero che anche il capoluogo lombardo doveva iniziare ad avere una squadra che lo rappresentasse degnamente nella nuova, singolare, disciplina.

Insieme a loro c’erano gli immancabili inglesi, che amavano passare le serate al Bar Americano.

Gli italiani, tra i quali troviamo anche gli studenti dell’Istituto Cattaneo, erano invece soliti riunirsi nella Fiaschetteria Toscana di Via Berchet (che diventerà la prima sede ufficiale del club fino al 1909) o presso la Birreria Spaten.

Tutti insieme, la sera del 16 dicembre 1899, si ritrovarono nelle lussuose sale dell’Hotel du Nord et des Anglais” per dar vita al “Milan Cricket and Football Club”. E l’atto di fondazione della società rossonera venne stipulato proprio nella dependance dell’Hotel, che oggi è il Principe di Savoia.

A scriverlo furono Angeloni, Camperio, Dubini, Valerio ed Herbert Kilpin, che con molta modestia lasciò i gradi di capitano ad Allison, più anziano di lui.

Tutti insieme stilarono anche uno statuto societario che recitava così: “I sottoscritti soci, che appongono la firma per l’impegno che si assumono, dichiarano di fondare una Società Sportiva che prende la denominazione di MILAN CRICKET AND FOOTBALL CLUB, con lo scopo di diffondere il gioco del football e di praticare il cricket nella misura più ampia possibile”.

Come è facile notare il nome scelto fu Milan, all’inglese, e non Milano, all’italiana, proprio per indicare l’internazionalità che la nuova squadra doveva avere.

Della sua nascita dette subito notizia la Gazzetta dello Sport nel suo numero di lunedì 18 dicembre 1899, all’interno della rubrica “Giuochi sportivi-Football”: “Dopo tanti tentativi infruttuosi, finalmente anche la sportiva Milano avrà una società pel giuoco del football. Per ora sebbene non ci si possa dilungare d’avvantaggio, possiamo però di già accertare che i soci toccano la cinquantina e che le domande di ammissione sono copiosissime. Lo scopo di questa nuova società sportiva è quello nobilissimo di formare una squadra milanese per concorrere alla Coppa Italiana della prossima primavera. All’uopo, la presidenza ha già fatto pratiche ed ottenuto per gli allenamenti il vasto locale del Trotter. La nuova società avverte che chiunque desideri imparare il football non avrà che a recarsi al Trotter nei giorni stabiliti e troverà istruttori e compagni di giuoco”.

I colori sociali del Milan furono scelti proprio da Herbert Kilpin, che prima di trasferirsi a Milano con tutta la sua voglia di giocare a calcio era già stato tra i fondatori del Football Club Torinese. Optò per il rosso e il nero perché questi erano i colori ufficiali della sua vecchia società piemontese e anche quelli del Nottingham, la squadra della sua città d’origine.

Così i giocatori del Milan indossarono delle vere e proprie camiciole di seta a piccole righe verticali rossonere con tanto di colletto e bottoncini, infilate in ruvidi calzoni a mezza gamba bianchi retti da una cintura elastica (un’innovazione eccezionale con cui si sostituirono le bretelle), a loro volta messi dentro i calzettoni neri.

“Saremo rossi come il fuoco e neri come la paura che incuteremo agli avversari che andremo ad affrontare” disse lo stesso Kilpin spiegando la sua scelta.

Da 115 è così.

Auguri, vecchio Diavolo.

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