Roma, 1 novembre 2021.
La ricorrenza.
Più che festeggiare questa volta ricordiamo il 90° compleanno, tra due giorni il 3 novembre, di una delle più grandi interpreti della cinematografia italiana: Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli.
Il ricordo e non il festeggiamento perché la Vitti, ormai da parecchi anni, è vittima di una malattia che cancella tutti i ricordi.
Una sorta di premonizione perché sin da bambina i suoi genitori la chiamano smemoratella.
L’attrice è amorevolmente assistita nella sua residenza romana dal marito, il regista Roberto Russo, e da una badante.
Monica Vitti è un’artista che a buon diritto possiamo catalogare tra i mostri della commedia italiana, unica donna al fianco di Gassman, Manfredi, Mastroianni, Sordi e Tognazzi.
Rispetto a illustri colleghe come la Loren, la Magnani, la Melato, la Sandrelli ha impersonato la comicità femminile imponendosi in maniera prepotente.
A ventidue anni si diploma col massimo dei voti all’Accademia d’arte drammatica e prosegue il suo percorso d’attrice sotto la guida di Sergio Tofano, l’inventore del personaggio del signor Bonaventura.
Durante il suo percorso teatrale, la vera passione di Monica, comincia a far breccia qualche interpretazione cinematografica fino all’incontro svolta con Michelangelo Antonioni.
Il regista ferrarese la nota in una sala doppiaggio e ne fa la sua musa ispiratrice.
L’avventura nel 1959 è il primo di quattro film che gira col suo Pigmalione, tutte pellicole impegnative che lanciano la Vitti a livello internazionale.
Monica però, pur possedendo un temperamento drammatico, arriva a pensare di dover cambiare ruolo per non rimanere schiava di un personaggio di donna difficile, fortemente connotata psicologicamente.
Vuole misurarsi con altri generi, spaziare più verso la commedia.
Del resto da ragazza scatenava l’entusiasmo e il buonumore dei suoi amici al solo raccontare i suoi problemi familiari.
Il personaggio di Assunta, ne La ragazza con la pistola del 1968, è il salto in avanti e la certificazione di attrice poliedrica a cui Monica ambisce.
L’autore del cambiamento è Mario Monicelli che ripete, esattamente dieci anni dopo, il percorso fatto con Vittorio Gassman quando trasforma un grande attore di teatro in una travolgente maschera della commedia italiana.
Monica dopo Assunta diventa, tra le tante, Adelaide, la fioraia di Dramma della gelosia, Teresa la ladra, Dea Dani, in Polvere di stelle, Raffaella, in Amore mio aiutami.
Ruoli di donne, con le loro problematiche sentimentali ed esistenziali, ritratti tutti mescolati in uno spaccato della vita di tutti i giorni.
La regina delle commedie brillanti all’italiana vince una miriade di premi come attrice protagonista, togliendosi anche lo sfizio di una regia nel 1989 con la pellicola Scandalo segreto.
La voce di Monica poi è un marchio di fabbrica, una tonalità rauca che ha sempre avuto sin da adolescente in una strana simbiosi con la voce di Claudia Cardinale.
Cine 34, canale 327 della piattaforma Sky, il giorno del suo compleanno omaggia Monica Vitti con una 24 ore dei maggiori film di successo dell’attrice e probabilmente anche qualche altra rete seguirà l’esempio.
<Si, posso piacere, piaccio. Bella? Non ho niente a che vedere con la bellezza di certe attrici>.
<Sono stata l’unica donna ad avere coraggio di essere comica>.
<Per una donna far ridere è molto difficile, mantenere il pudore e non scadere mai nella volgarità>.
Queste sono alcune delle tante testimonianze rilasciate nella sua carriera da Monica Vitti e allora AUGURI Monica, anzi AUGURI smemoratella, anche se non te ne rendi conto…