Tennis

Tennis ATP 1000 di Bercy. Alcaraz è un Asso vero.

Anche Sinner e Musetti KO

Roma, 3 novembre 2021 – Nei cieli del grande tennis dell’ATP 1000 di Bercy, da oggi brilla definitivamente una nuova stella.

Quella dello spagnolo, Carlos Alcaraz che a Parigi ha sconfitto l’italiano Jannik Sinner al termine di una partita che finisce negli annali del tennis.

Un match intenso, senza un attimo di respiro, che ha visto di fronte due ragazzini capaci di inscenare un tennis davvero stellare. Iperdotati in tecnica, spirito agonistico e robustezza mentale.

JANNIK SINNER
L’altoatesino Jannik Sinner è personaggio tennistico ormai arcinoto ed entrato ufficialmente in questi giorni fra i primi dieci giocatori al mondo a soli 20 anni.

Carlos Alcaraz di anni ne ha due di meno, 18. Ha appena attirato l’attenzione dovunque la sua racchetta sia stata presa in considerazione.

Due enfant prodige che oggi all’ATP Masters 1000 di Parigi Bercy, si sono ufficialmente incontrati per la prima volta.

Ce ne saranno molti di questi incontri nei prossimi dieci anni, perchè i due hanno dimostrato che saranno loro i protagonisti del tennis del prossimo immediato futuro.

L’ottimo Alexander Zverev che di tennis se ne intende, era convinto, prima di stasera che Alcaraz dovesse ancora pedalare prima di raggiungere il proprio livello assoluto concorrenziale..

Lo spagnolo di Murcia ha dimostrato che gli è bastato il Torneo di Vienna per maturare quello che ancora gli mancava: essere completo anche dal punto di vista mentale.

Il match di Parigi è durato 2 ore e 7 minuti. Più di un’ora a set.

È terminato 7-6, 7-5 a suo favore. Con un testa a testa che si è risolto sempre nelle fasi terminali di ciascun set.

Il tennis di Sinner è stato sempre quello che si conosce: lineare, chirurgico nel senso del dominio costante del controllo dei colpi.

Precisione non sempre accompagnata da spinta adeguata per farla diventare irresistibile.

Alcaraz accompagna questa precisione, invece, con una spinta difficile da assorbire per chiunque, non sostenibile negli scambi, specie quelli lunghi a tutto braccio di dritto e di rovescio.

Gli scambi radenti sono proprio la specialità con cui è andato avanti Sinner. Su questo terreno, però, lo spagnolo appare insuperabile.

Fra l’altro questa palle sono inesorabilmente indirizzate nei pressi delle righe dell’avversario, spingendolo sempre più inevitabilmente indietro.

Di questi scambi violenti e precisi a fil di rete se ne sono contati tantissimi oggi. Mai da parte sua un minimo errore! Mai una palla finita bassa in rete! Sempre righe angolo più lontano.

Sinner è stato eccellente nel trovare, volta per volta, qualche scappatoia. In due occasioni ha concesso tre palle break allo spagnolo per poi annullarle e vincere il game

Una situazione particolare si è avuta al tie break, quando la dea bendata ha voluto dare anche una mano ad Alcaraz, salvandolo da minibreak sicuri fin dall’inizio.

Per due volte (incredibile!) il nastro, anzichè respingergli la palla, gli ha lasciato che facesse…

Raramente accade! Ma due volte nello stesso tie break, non è sicuramente mai successo.

Quindi, su un disperato recupero all’ indietro, la steccata con cui è riuscito a raggiungere la palla, ha prodotto una traiettoria impossibile che ha scavalcato l’allibito (ed avvilito) Sinner, mettendolo fuori causa.

Al tie break, tre punti in più fanno la differenza e così si è passati al secondo set.

Per concludere, Alcazar è un campione definitivamente appurato.

Però, anche l’altoatesino c’è. Un tennis diverso ma parimenti efficace che si avvale anche di una grande personalità.

Non si è arreso mai. Ha cercato in ogni modo di imporre la propria racchetta chirurgica fino alla fine.

È andata così! Ce ne saranno tante di queste sfide entusiasmanti, come quelle fra Djokovic e Nadal.

Con un pizzico in più di buona sorte, Sinner avrebbe potuto assicurarsi uno dei due set ed andare al terzo.

Sarebbe piaciuto vedere cosa sarebbe successo dopo due ore e 7 minuti dei due set-battaglia (un record?).

LORENZO MUSETTI
Nel secondo turno dell’ATP Masters 1000 di Parigi-Bercy è stata proprio la giornata degli infant-prodige.

Prima che Jannik Sinner scendesse in campo per vedersela contro il Carlos Alcaraz, il diciannovenne italiano Lorenzo Musetti ha sfidato il veterano australiano James Duckworth.

È mancato poco che ne uscisse una grossa sorpresa da parte dell’imberbe carrarese, giunto alla sua quarta partita nel torneo, fra qualificazione e tabellone principale.

Con qualche mese in più di esperienza ad alto livello – come i tornei di Vienna e di Parigi – il carrarese avrebbe potuto fare propria la partita e superare anche questo turno.

Alexander Zverev – grande favorito a Parigi visto che Djokovic ritorna in campo dopo due mesi di riposo attivo – ha maturato una ponderata opinione sui baby in circolazione.

Per il campione russo-tedesco, mentre Sinner ha maturato la necessaria esperienza agonistica, per Alcaraz questo ciclo non è ancora terminato. Un paio di anni di meno fanno la differenza.

Questo discorso vale anche per l’altro enfant prodige italiano Lorenzo Musetti, 19 anni.

Il carrarese oggi ha disputato una partita esemplare.

Partendo dal servizio fino ai punti vincenti conseguiti da pezzi di bravura tecnica quali passanti incrociati di dritto, di rovescio, lungo linea e palle corte.

L’arma migliore dell’australiano (ranking 55, Musetti 57) era il servizio. Musetti ha impostato, perciò, la sua partita giocando lontano dalla linea di fondo. Troppo lontano, 3-4 metri.

Ha concesso all’australiano, così, di giocare aggressivo, costantemente in avanzamento, per piazzare i propri fendenti a piacimento oppure scendendo a rete per volee semplici e redditizie.

Ciononostante – dopo aver perso il primo set per 6-3 pagando l’handicap di un break subito al primo game – Musetti è rimasto sempre attaccato, in virtù di un tennis tecnicamente perfetto.

Capovolgendo la situazione nel secondo set grazie ad un break ottenuto sul 4-4.

Equilibrio anche nel terzo set con Musetti che si costruisce situazioni molto favorevoli che non vanno in porto per via che l’italiano sciupa occasioni che non si possono sbagliare con un briciolo di attenzione o concentrazione.

Il match finisce con il punteggio 6-3, 3-6- 6-3 per James Duckworth (traduzione Papero Degno!) che passa il turno.

Musetti torna a Carrara con un tanto in più di necessaria e sana esperienza.

 

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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