Roma
Con l’ “Operazione Il Marchese”, la Guardia di Finanza sequestra 3,5 milioni di euro ad un pregiudicato romano
L’ingente patrimonio è stato accumulato negli ultimi 15 anni.
Roma, 13 febbraio – I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno dato esecuzione questa mattina ad un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dal Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del pregiudicato Claudio CANNAVÒ e di alcuni suoi “prestanome”.
Il Claudio CANNAVÒ è soggetto ampiamente noto alle Forze di Polizia, tanto che, sin dal 1990, è stato oggetto di molteplici segnalazioni a numerose Autorità Giudiziarie per delitti di vario genere (dalla ricettazione al riciclaggio, dal porto abusivo e detenzione di armi alla rapina, dalle lesioni personali alla tentata violenza sessuale a scopo di rapina, dall’usura aggravata all’associazione per delinquere). Lo stesso aveva anche rapporti con pregiudicati mafiosi calabresi, in relazione ai quali è stato oggetto di provvedimenti restrittivi della libertà.
Illuminante, in tal senso, risultava la rilettura e valorizzazione di pregresse e datate intercettazioni telefoniche, in cui lo stesso CANNAVÒ: – sottolineava come, per l’esecuzione delle rapine, “i romani” fossero sicuramente più “specializzati” rispetto “ai calabresi” o “ai napoletani”: “”””… le rapine a Napoli non le sanno fare per niente. Le rapine serie ci vogliono sempre questi di Roma per farle a Napoli. A Napoli, in Calabria…sono ottusi, non le sanno fare per niente! … i Napoletani, i Calabresi, quando hanno da fare un lavoro serio dove ci sono i soldi, lavoro tipo un blindato o una cosa del genere, vengono sempre qui a Roma.(Inc.) … La gente brava e’ quella che non fa “succedere” i morti. Poi se deve succedere, oh, la vita mia con quella di quell’altro…e’ meglio quella di quell’altro. …”””; – si vantava delle entrature criminali su cui poteva contare su Roma “”””… tutti i più grossi pregiudicati, tutti, li conosco tutti! non è che ti dico che ne conosco il 70, l’80%. tutti quanti, tutto il 100%. tutti! di Roma, io ti parlo di Roma…non ti dico tutti quanti, ma di Roma tutti proprio! …”””.
L’attività di polizia economico-finanziaria svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, supportata anche da servizi dinamici sul territorio, quali appostamenti e pedinamenti, ha consentito di accertare come, nel corso degli ultimi quindici anni, il CANNAVÒ abbia progressivamente accumulato un rilevante patrimonio immobiliare, mediante l’intestazione fittizia a prestanome.
Il provvedimento ablativo, in sintesi, ha consentito di cautelare 17 unità immobiliari, 6 veicoli, 2 cassette di sicurezza e le disponibilità finanziarie intestate al CANNAVÒ ed ai suo familiari, per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
L’odierna operazione testimonia ancora una volta il quotidiano impegno delle Fiamme Gialle nell’aggressione ai patrimoni illeciti nonché la valenza dello strumento degli accertamenti economico-patrimoniali – costantemente eseguiti su tutto il territorio nazionale e non solo – che rappresentano, oggi, lo strumento di intervento più incisivo nella lotta alla criminalità comune ed organizzata.