Racconti di sport

Lo scippo Mondiale.

50 anni fa, nel mondiale di ciclismo, Hitchcock dice Marino Basso...

Roma, 6 agosto 2022.

 

<Forza Francoo!>, è l’urlo del telecronista Adriano De Zan, in diretta Rai, indirizzato a Franco Bitossi ad un centinaio di metri dall’epilogo del Campionato del Mondo di ciclismo sul circuito di Gap, Savoia francese.

Bitossi è una delle punte azzurre che il commissario tecnico Ricci schiera per la prova mondiale su strada, al pari di Gimondi, Basso e Dancelli.

La prova iridata di Gap, il 6 agosto del 1972, è meno dura di quella dell’anno precedente a Mendrisio in Svizzera che vide il duello finale tra Gimondi e Merckx vinto da quest’ultimo in volata.

Tuttavia è un tracciato che alla fine somma circa 280 km. ed è adatto, oltre ad una ristretta pattuglia di velocisti, ai finisseurs.

La nostra Nazionale, ormai da diversi anni, è un temuto punto di riferimento nella prova mondiale, che si corre in un giorno, perché al di là delle rivalità interne riesce a trovare compattezza e solidità.

Sarà una caratteristica peculiare che manterremo negli anni a venire grazie soprattutto alla grande sagacia tecnico-tattica ed umana del commissario Alfredo Martini.

Come al solito il pericolo numero uno è il <Cannibale> Eddy Merckx, campione del mondo uscente, ma come detto ci sono pericolosi contendenti da tenere d’occhio.

Gente come De Vlaeminck, Godefroot, Mortensen, Zoetemelk e l’idolo di casa Guimard, sono rivali di grosso spessore, ma gli azzurri ci sono.

La distanza è notevole e l’arrivo in leggera salita può creare qualche problema ai puristi della velocità.

Gimondi è in condizioni perfette, tirato a puntino, ma durante lo svolgimento della corsa si rende conto che non ci sarà la selezione dell’anno prima a Mendrisio.

Si mette a disposizione e incoraggia Marino Basso, il nostro sprinter più forte, a seguire i favoriti e a non perder la loro ruota.

All’ultimo giro, ormai a pochi km. dall’arrivo, gli azzurri sono ben messi nel ristretto gruppetto dei fuggitivi e Franco Bitossi prende tutti in contropiede rispondendo ad un tentativo di Guimard.

Bitossi, corridore completo, ha nelle sue corde questo tipo d’azione; del resto a quasi 32 anni vanta più di 160 vittorie in carriera su tutti i tracciati.

Mancano tre km. e Bitossi vola verso l’iride, forte anche del fatto che dietro Basso e Dancelli lo coprono facendo fare agli altri il grosso dell’inseguimento.

L’azzurro si mette ai lati della strada per proteggersi dal vento contrario ma entra in uno stato d’ansia che gli fa perdere il colpo di pedale.

Dietro il più attivo è Guimard, poi c’è sempre il Cannibale che però deve guardarsi da Basso con cui non corre buon sangue.

Ai trecento metri il vantaggio di Bitossi sembra rassicurante, ma Franco comincia a voltarsi più volte e cambia rapporto nel tentativo di avere una pedalata più agile.

Dietro sono indiavolati e vanno ad una velocità doppia con Bitossi però che sembra riprendere maggior vigoria.

Ai cento metri dal traguardo ecco l’urlo di De Zan: <Forza Francoo!> ma Bitossi ormai è piantato.

Basso in fragorosa rimonta anticipa il beniamino di casa Guimard e passa a venti metri dall’arrivo, a velocità tripla, Bitossi vincendo a mani alzate il mondiale più incredibile della storia del ciclismo.

Bitossi arriva secondo, per inerzia e per pochi millimetri su Guimard, completamente svuotato, incredulo, quasi incosciente per aver perso il sogno di una vita.

Marino Basso dunque Campione del Mondo.

Personaggio estroverso che dice quello che pensa, amante del buon vivere, con un pizzico di eccentricità anche nel vestire.

Basso è genuino, allo stesso tempo spietato per la pugnalata nella schiena inferta a Bitossi, che dopo la gara gli dice:<ma proprio tu dovevi venire a prendermi?>.

Basso è un istintivo e per la vittoria ad un mondiale passerebbe sopra a tutta la sua famiglia ed oltre.

Basso è un veneto-napoletano, nel tratto somatico e nella gestualità, nativo di Caldogno, provincia di Vicenza, che qualche anno dopo scopriremo aver dato i natali ad un certo Roberto Baggio…

Per l’Italia è una giornata trionfale, completata dal 6° posto di Dancelli e dal 10° di Gimondi che all’arrivo si lascia andare ad un gesto di stizza per una personale occasione mondiale sprecata.

Felice ancora non lo sa ma si rifarà tredici mesi dopo, nel mondiale di Barcellona, finalmente annichilendo il Cannibale Merckx…

 

 

 

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