Roma, 30 settembre 2022 – I bambini degli anni ’70 non conoscevano Halloween, ma Carnevale, quando si mascheravano da Arlecchino, Pulcinella, Tarzan, D’Artagnan e Zorro.
Il mitico eroe mascherato creato dalla fantasia dello scrittore Johnston McCulley nel 1919 poi reso famoso dalla Walt Disney Production negli anni ‘50.
Quando produsse la serie televisiva che conquistò prima il pubblico americano e poi quello italiano anche grazie agli attori che ne erano protagonisti.
Come Guy Williams, colui che in segreto vestiva i panni di Zorro e quelli, nella vita sociale, di Don Diego de La Vega.
Il figlio di un ricco possidente terriero della vecchia California spagnola di inizio ‘800: Don Alejandro, al secolo George J. Lewis.
L’avversario per eccellenza di Zorro era Henry Calvin, il grasso sergente Garcia.
Il sottoufficiale amante del bere e del buon vivere che, per rispettare gli ordini dei suoi superiori, provava a catturare Zorro, pur avendolo in simpatia.
Ad aiutarlo era l’imbranato ed esile caporale Reyes, interpretato da Don Diamond.
Infine c’era Bernardo (Gerre Sheldon), il servitore sordomuto di Zorro, l’unico che conosceva la vera identità di quest’ultimo.
Quei telefilm in bianco e nero facevano sognare noi bambini di allora nei lunghi pomeriggi invernali.
Che quando pioveva passavamo a guardare il canale 1 della Rai, dove erano trasmessi.
E quando iniziava la sigla in versione originale eseguita dal gruppo “The Mellomen” cominciavamo a fischiarla anche noi.
Per poi cantarla del tutto quando, dalle repliche del 1977 in poi, venne sostituita da quella degli Zig Zag Ensemble che, ispirandosi a quella originale, la rifecero in italiano.
“Zorro, Zorro, Zorro, di te il cattivo ha paura. Zorro, Zorro, Zorro la tua spada è giustizia sicura”. Se non ricordo male faceva proprio così.