Roma, 28 ottobre 2022.
La ricorrenza.
Esce il 28 ottobre 1977, quarantacinque anni fa, un film diretto da Sergio Corbucci: Ecco noi per esempio…
La storia.
E’ uno strano incontro quello che avviene tra Palmambrogio Guanziroli e Antonmatteo Colombo, nel pieno di una contestazione studentesca, presso la stazione di Porta Garibaldi a Milano.
Palmambrogio è un sempliciotto appena arrivato da un paesino della provincia lombarda in cerca di un editore che gli pubblichi una raccolta di poesie, da lui stesso scritte, dal titolo singolare: La coltivazione del riso.
Antonmatteo, detto Clic, è un fotografo professionista perennemente squattrinato e alla continua ricerca di un servizio che lo possa far svoltare definitivamente.
Clic è abile, svelto, ma c’è sempre qualcosa che gli va storto nelle sue attività professionali, pieno di debiti e con un dolorosa separazione coniugale alle spalle.
I due vengono a contatto in mezzo alla violenta dimostrazione della stazione, con Clic che recupera il portafoglio perduto da Palmambrogio invitandolo a raggiungerlo nella pensione dove vive.
Seppur diversissimi, tra i due nasce un’amicizia complementare l’uno nei confronti dell’altro e vivono insieme una serie di episodi grotteschi, paradossali.
Palmambrogio, con l’aiuto di Clic, tenta l’aggancio con un famoso poeta per la prefazione del suo libro riscontrando però tendenze particolari dello stesso che Palmambrogio rifiuta.
Clic passa disinvoltamente dai servizi su ladri di cavalli di razza ai reportage su femministe radicali, sempre patendo complicazioni finali.
In mezzo a tutto ciò, di riflesso ai due amici, c’è la bellissima e misteriosa Ludovica, conoscente di Clic, e tre marmocchi orfani di padre che vengono presi in carico dalla strana coppia.
C’è un’ultima occasione però, prima di abbandonare la partita, con Clic e Palmambrogio protagonisti di un finale inatteso e particolare…
Curiosità.
La commedia all’italiana è ormai un ricordo tuttavia Corbucci dirige una storia che abbraccia, tra il serio ed il faceto, tematiche in voga a quei tempi.
Contestazioni di piazza, rivolte studentesche, femministe in subbuglio, criminalità all’opera in varie vicende, con al centro la storia di un’amicizia tra due soggetti diversissimi tra loro.
La presenza della fatale Ludovica è la quota sessuale pruriginosa della pellicola.
Il contesto è una Milano plumbea con l’ultima scena girata nel Luna Park “delle Varesine”, zona Piazza della Repubblica, oggi demolito in luogo di un complesso residenziale.
Protagonisti.
I due amici protagonisti sono Adriano Celentano, Clic, e Renato Pozzetto, Palmambrogio.
Coppia inedita, che rivedremo sette anni dopo in Lui è peggio di me, che funziona, ben assortita negli atteggiamenti strampalati di Pozzetto di riflesso all’iperattivismo di Celentano.
Mi rendo conto che non stiamo parlando di una pellicola che ha vinto l’Oscar, ma se scorriamo gli altri interpreti notiamo attori di un certo spessore.
Barbara Bach, bond-girl in 007 la spia che mi amava, è Ludovica, Capucine è l’ex moglie di Clic, Georges Wilson è il poeta che fa le avances a Palmambrogio.
Tra gli altri Giuliana Calandra, Felice Andreasi, Ugo Bologna, Franca Marzi e due giovani ballerine in discoteca: Carmen Russo e Lory Del Santo.
A livello musicale vengono inseriti alcuni brani conosciuti e di successo, come Linda Bella Linda dei Daniel Santacruz Ensemble, Vivere eseguita da Jannacci, Sophisticated Lady, in origine di Duke Ellington, Don’t Let Me Be Misunderstood, dei Santa Esmeralda.
Quest’ultimo brano lo ritroveremo in Kill Bill 1, di Quentin Tarantino, nel duello tra la Thurman e Lucy Liu.