Racconti di sport

Gli 80 anni di Mazzolino

L’8 novembre la bandiera dell’Inter e della nazionale Sandro Mazzola compirà 80 anni.

Roma, 4 novembre 2022 – “Mazzolino” è diventato grande e l’8 novembre compirà 80 anni.

Sandro Mazzola, all’anagrafe Alessandro, è nato infatti l’8 novembre del 1942.

Un anno d’oro per lo sport, visto che ha dato i natali anche a Zoff, Alì e Monzon.

A Sandro Mazzola lo chiamavano così, “Mazzolino”, quando giocava nelle giovanili dell’Inter per distinguerlo dal quel grande papà che aveva avuto: Valentino Mazzola.

L’immenso centrocampista e capitano del Grande Torino perito con la squadra a Superga quando lui, il figlio maggiore (l’altro era Ferruccio, nato nel 1945) aveva solo sette anni.

Che “Mazzolino” potesse diventare un calciatore lo credevano in pochi.

Ancora meno quelli che pensavano che potesse diventare addirittura un campione come era stato il papà.

Era alto e gracile, non aveva il torace da atleta, ma tanta forza di volontà e una discreta tecnica di base sulla quale si poteva lavorare.

Benito Lorenzi, il grande “veleno” dell’Inter, era tra i pochi a credere in quel ragazzo delle giovanili e aveva ragione lui.

Ma se sulla panchina dell’Inter non fosse arrivato il Mago Helenio Herrera, forse “Mazzolino” sarebbe rimasto solo quel ragazzino di gran talento della Primavera.

Perché a portarlo in prima squadra fu proprio il Mago, che credeva in lui, nelle sue serpentine con il pallone tra i piedi (che poi diventeranno il suo marchio di fabbrica) e nel suo fiuto del gol.

E già, perché “Mazzolino”, mano a mano che cresceva, diventava sempre di più un centrocampista d’attacco, al punto che con l’Inter segnerà 162 gol totali in 570 partite ufficiali.

L’Inter, già, la sua unica squadra. Quella alla quale ha legato il suo nome per sempre nel calcio in cui esistevano ancora le bandiere.

Quella con la quale ha dato vita a tanti derby con l’altro grande di quella Milano degli anni ’60 e poi ’70: Gianni Rivera del Milan.

Un duello che si trasferì pure in nazionale, con quella celebre staffetta nei Mondiali di Messico ’70 che culminò con l’ingresso di Rivera a soli sei minuti dalla fine e a partita già compromessa nella finale col Brasile.

Che Mazzola giocò da titolare, mentre Rivera entrò a giochi fatti al posto di Boninsegna.

In quel calcio delle bandiere e dei numeri fissi “Mazzolino” giocava indifferentemente o con l’8 o con il 9. Spesso con la fascia di capitano al braccio.

E con una maglia a righe nerazzurre che per noi è la vera maglia dell’Inter. Quella che ha caratterizzato la sua epoca. Fatta di vittorie e trionfi.

Perché “Mazzolino” è stato uno dei principali protagonisti della grande Inter di Angelo Moratti e di Helenio Herrera, il Mago, che batteva tutti. In Italia e in Europa.

Proprio come papà Valentino era stato il leader di quel Grande Torino che aveva fatto innamorare di se tutta l’Italia.

Auguri Sandro Mazzola, leggenda anche della nostra nazionale, con cui ha giocato 70 partite segnando 22 gol, tra i quali quello incredibile alla Svizzera al termine di un palleggio infinito al limite dell’area (andatelo a rivedere su youtube).

Auguri bandiera nerazzurra, che con l’Inter, dal debutto del 1960 al ritiro del 1977, ha vinto tutto quello che poteva: scudetti, coppe europee e internazionali.

Con l’Italia, invece, ha conquistato solo quell’Europeo del 1968 a Roma.

Ma perché in Messico, in finale, si è trovato di fronte il Brasile forse più forte di sempre.

Anche se, nonostante quella sconfitta, lui e i suoi compagni sono entrati per sempre nella leggenda del nostro calcio.

Tanto che se oggi, a chi li ha visti giocare, dite “i messicani”, questi pensano immediatamente a loro.

Agli azzurri di Italia-Germania 4-3 e di un sogno di più notti di quella bella estate del 1970.

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