Verona – Incendio in carcere, 11 agenti intossicati
Verona – Incendio in carcere, 11 agenti intossicati
Giuseppe Moretti, Ugl Penitenziaria: “Colpa di un sistema al collasso”
Roma, 7 Aprile – In relazione all’articolo “Flash – Carcere Verona – Detenuti incendiano materasso in cella. 13 intossicati“, pubblichiamo il comunicato stampa pervenuto dalla Ugl-Polizia Penitenziaria.
“In una generale e allarmante situazione di insicurezza e precarietà si continuano, purtroppo, a registrare nuovi e preoccupanti episodi di aggressione da parte di detenuti in danno del personale di Polizia Penitenziaria causate da un fallace sistema di vigilanza, da inefficaci strumenti di controllo e da una endemica carenza di personale”. Questo il commento del Segretario nazionale dell’UGL Polizia Penitenziaria Giuseppe Moretti in merito agli ultimi gravi fatti di aggressione verificatisi all’interno della CC di Verona che iniziati nei giorni scorsi sono culminati oggi con il ricovero di circa 11 uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.
“L’episodio di Verona, solo l’ultimo di una preoccupante serie – spiega il Segretario – evidenzia l’insostenibilità di un sistema al collasso che, ancora una volta, è costretto a registrare l’inadeguatezza di una politica penitenziaria incapace di assicurare l’ordine e la sicurezza nelle carceri e che ancora una volta si ripercuote sugli uomini e sulle donne del Corpo quotidianamente impegnati nell’assolvimento del proprio difficile mandato istituzionale, troppo spesso, dimenticati e abbandonati a se stessi”.
“Per questo motivo – conclude Moretti – rivendichiamo a partire dai recenti fatti di Verona e affinché non si verifichino episodio irreparabili, un urgente intervento dell’Amministrazione centrale e periferica volta all’accertamento delle responsabilità a tutela della sicurezza interna e, soprattutto, del benessere lavorativo del personale, ricordando a chi guida il Paese che una seria politica penitenziaria non può basarsi sul continuo impoverimento dell’organico della Polizia Penitenziaria a cui non corrisponda una ricalibrazione dei sistemi di allarme e di vigilanza remota, che non può essere derogata neanche implementando gli interventi, pur irrinunciabili, di risocializzazione previsti dalla Costituzione”.