Politica

Dopo la legge elettorale “Mattarellum” e “Porcellum”, varato l’ “Italicum”

italicum approvazioneCosa cambia e come si vota
Roma, 5 maggio – La legge elettorale con il  sistema proporzionale,  dal 1946 è rimasta  in vigore per 47 anni.
A seguito del referendum del 18 aprile 1993, la legge elettorale venne riformata ed approvata il 4 agosto 1993, prendendo il nome di “Mattarellum”, dal relatore Sergio Mattarella. Con la nuova legge,  veniva introdotto il sistema elettorale misto con ripartizione del 75% dei seggi con un maggioritario unico ed il restante 25% con il sistema proporzionale ed appare lo sbarramento del 4% alla Camera dei Deputati rimanendo in vigore per 12 anni.
Nel  dicembre 2005, venne sostituito dalla Legge Calderoli, poi definita dallo stesso relatore “Porcellum”, che prevede un sistema proporzionale con liste bloccate e cioè l’elettore non può esprimere preferenze ed i parlamentari vengono  “calati dall’alto”, secondo l’ordine di presentazione in base ai seggi ottenuti dalla singola lista, con premio di maggioranza  ed una serie di calcoli per l’attribuzione di seggi. È indicato il capo unico della coalizione ovvero il capo del gruppo o partito politico senza limite alle candidature in quanto ogni candidato ha la possibilità di presentarsi in più circoscrizioni (c.d. candidature plurime). Viene introdotto il premio di maggioranza con 340 seggi. Le soglie di sbarramento prevedono una serie di possibilità ma principalmente il 4% per liste non coalizzate ed il 10% per le coalizioni.
A seguito di ricorsi, la Corte di Cassazione, con ordinanza n. 12060/13 del 17 maggio 2013, ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale di alcune disposizioni del “Porcellum” , con particolare attenzione per: a) le liste bloccate, con le quali si sottrae all’elettore la facoltà di poter scegliere l’eletto e pertanto non sarebbe rispettata la previsione costituzionale del voto diretto, libero e personale; b) il premio di maggioranza, che, a causa della mancanza di una soglia, attribuisce la maggioranza assoluta dei seggi anche a chi ottiene una percentuale di voti ben lontana dal 50 per cento. La Corte Costituzionale,  con sentenza n.1/2014,  se da una parte chiarisce che la Costituzione non impone alcun sistema elettorale e  quindi la scelta è competenza del Parlamento, dall’altra ha accolto entrambi i rilievi di costituzionalità e quindi, sostanzialmente,  ripristinando il sistema del “Mattarellum”.
Ieri, 4 maggio 2015, a nemmeno 10 anni di distanza, la Camera dei Deputati (che conta e paga 630 Onorevoli!)  con 334 voti a favore (margine del Governo Renzi di 18 voti!), 4 astenuti, 61 contrari, ha approvato definitivamente la nuova legge elettorale, a cui Renzi, Presidente del Consiglio, ha dato il nome “Italicum“, che entrerà in vigore il 1° luglio 2016. Qualora si dovesse andare a votare, si tornerebbe alle urne con il “Porcellum” bonificato dal “Mattarellum”, come disposto dalla Corte Costituzionale.
Esaminiamo ora la nuova legge, basata su cinque punti fondamentali: Proporzionale,  premi di maggioranza, soglie di sbarramento, circoscrizioni provinciali e doppio turno.
Con il proporzionale, per favorire i piccoli partiti (premio al Ncd, i cui parlamentari sono stati eletti con Forza Italia-Centro Destra e  che dopo aver sostenuto il tentativo a Premier di Bersani, è stato ed è al Governo di sinistra con Monti, Letta ed ora Renzi) i seggi verranno calcolati su base nazionale e non provinciale.
Il premio di maggioranza è fissato al 15%  e scatta se un partito o una coalizione raggiunge il 40% delle preferenze degli elettori. In totale si può dunque arrivare ad un massimo del 55%, che corrisponde a 340 seggi su 617.
Nel caso in cui nessuno riuscisse a superare il 40%, si andrebbe al doppio turno, allo scopo di assegnare il premio. Potranno accedervi solo i due partiti o coalizioni che avranno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno. Dalla seconda tornata uscirà vincitore un singolo partito o coalizione e otterrà un premio di maggioranza che permetterà di arrivare a 327 seggi (53%).
In tal modo, qualsiasi risultato si otterrà al primo turno, un partito (o coalizione) potrà governare.
Fanno eccezioni al proporzionale la Valle d’Aosta e le province di Trento e Bolzano, dove saranno attivi 9 collegi uninominali così suddivisi: 8 in Trentino Alto Adige e 1 in Valle d’Aosta. Nel caso in cui i candidati trentini superassero gli 8 seggi, questi verranno distribuiti utilizzando il sistema proporzionale. Il seggio della Valle d’Aosta e i 12 previsti per i deputati eletti all’estero, non vengono conteggiati nel calcolo relativo al premio di maggioranza).
La soglia di sbarramento è stata fissata al 3% per tutti i partiti. È prevista  anche una soglia
di sbarramento del 20% nelle circoscrizioni  in cui viene presentata la lista riservata alle minoranze linguistiche nelle regioni che lo contemplano.
Da tenere presente che se un singolo partito aderente ad una coalizione non raggiunge la soglia del 3%, i suoi voti concorreranno ad ottenere il premio di maggioranza, ma il partito non può entrare in Parlamento.
L’iniziale  “patto del Nazareno” tra Renzi e Berlusconi, per evitare il frastagliamento ed il “ricatto” dei piccoli partiti, prevedeva la soglia di sbarramento al 4,5%  per i singoli partiti aderenti alle coalizioni, il 3% per i partiti non coalizzati ed il 12% per le coalizioni.
Le Circoscrizioni vengono ridimensionate  ad una ogni 600.000 abitanti per un totale di 100.
Le liste elettorali saranno composte da un elenco, in media, di sei/sette candidati per ciascuna, di sesso alternato.  Nonostante il parere della Corte Costituzionale, il capolista viene imposto dal partito, il famoso “seggio blindato”. Infatti, nonostante sia una  nuova legge,  se il partito ottiene un solo seggio, non valgono le preferenze ma viene nominato il capolista. Le preferenze valgono dal secondo   in poi (si possono dare due preferenze ma di sesso diverso, pena la nullità del secondo). Inoltre, per garantire il “capolista”, solo questi può candidarsi fino al massimo di 10 collegi diversi, riservando il 40% di capolista alle donne.
Per la  circoscrizione Estero, possono votare  non solo a chi risiede stabilmente fuori dai confini nazionali, ma anche a chi vi si trovi per almeno tre mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche.
Purtroppo, ancora una volta, i parlamentari non hanno affrontato il problema del “salto della quaglia”  o “volta casacca”, cioè il tradire  l’elettorato e transitare il altro partito se non addirittura fronte. Non conviene a nessuno!
 
Chi sa se la Corte Costituzionale affronterà nuovamente  l’imposizione del capolista, eredità tanto contestata del “Porcellum”.

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