Racconti di Sport. “Vedi Napoli e poi…..”
Siamo arrivati alla fine del campionato e l’unica, vera, partita che conta dell’ultima giornata sarà proprio Napoli-Lazio, decisiva per l’ultimo verdetto della stagione: terzo posto e preliminari di Champions, quarto posto e qualificazione all’Europa League. Tutto il resto è noia. O quasi.
Roma, 31 maggio – Napoli-Lazio dovrà accreditare l’ultimo posto per le qualificazioni Champions ( 3° ) e, di conseguenza, il primo appannaggio per l’Europa League ( 4° ).
Questa rubrica si chiama “Racconti di sport” ed allora, senza addentrarci nelle ultime elucubrazioni tecnico-tattiche, raccontiamo qualcosa successa nel passato relativamente a questa sfida.
Il primo ricordo va al 20 maggio del 1973 quando insieme ad un amico andammo a Napoli per l’ultima giornata di un campionato che la Lazio stava sorprendentemente giocando addirittura per lo scudetto. La classifica recitava: Milan 44 punti, Lazio e Juventus 43, con un apparente facile trasferta del Milan a Verona e la Juve a Roma contro i giallorossi.
Ci andai per dovere di cronaca mai immaginando che all’inizio della ripresa la Lazio sarebbe stata prima a 44 punti in ipotesi di spareggio col Milan, che perdeva insieme alla Juventus.
Alla fine si decise tutto negli ultimi quattro minuti col ribaltone Juve, che conquistò lo scudetto e la sconfitta della Lazio insieme al Milan e certamente per noi Napoli non fu quella delle cartoline illustrate col Vesuvio sullo sfondo, Mergellina e quant’altro.
Uscimmo dal San Paolo distrutti come se avessimo perso un genitore con i “guapparielli” che ci provocavano deridendoci fino allo sfinimento. Nonostante la giovane età, avevo appena 17 anni, riuscii a mantenere un invidiabile sangue freddo perché avevo notato che poco distanti dai bambini provocatori c’erano i “guappi” grandi che erano pronti ad intervenire in caso di nostra reazione.
La frustrazione fu enorme ed a stento l’affogai in una gigantesca pizza margherita, alla maniera napoletana, col crostone intorno, che consumai prima di riprendere il treno per Roma.
Giurai solennemente di non mettere più piede in quella città, schifandola come la peste!
Invece neanche un anno dopo, complice un amico di famiglia che si faceva tutte le trasferte, ruppi il giuramento perché scaramanticamente mi fu detto che sarebbe stata decisiva per la conquista dello scudetto.
Andai a Napoli insieme a questo amico ed insieme ad altri due suoi amici con una macchina con targa Milano che chissà con quale diavoleria questo amico aveva ottenuto perché, a detta sua, avremmo girato senza problemi all’arrivo nella città partenopea.
Ero in uno stato di tensione massimale oltre che per l’importanza della sfida anche per il mio personale coinvolgimento nel giuramento dello scorso campionato.
La partita finì 3-3 e fu molto emozionante con continui capovolgimenti di gioco e con tre reti del grande Giorgione Chinaglia che di fatto mi “vendicò” della delusione dell’anno prima.
Quando riprendemmo l’automobile per tornare verso Roma, scarichi di quella tensione che ci aveva divorato nel pre-partita, venne in mente al mio amico una scenetta di questo tipo: fece finta di essere milanese, come accennato avevamo un’auto con targa Milano e chiese al primo semaforo rosso ad alcuni napoletani come era andata la partita, fingendo una parlata “meneghina”.
I delusi tifosi partenopei risposero con una serie di improperi (eufemismo) maledicendo Chinaglia e le sue future generazioni mentre il mio amico annuiva dicendo”però quel Chinaglia lì eh?”
Appena il semaforo diventò verde una profonda sgommata troncò il siparietto e stavolta fummo noi a prendere in giro i malcapitati napoletani in perfetto dialetto romanesco, senza fare per fortuna la fine di Alberto Sordi nei “Vitelloni” di Felliniana memoria!
La Lazio vinse un mese dopo il suo primo scudetto. In questa gara che dovrà giocare spero che se la caverà. E non aggiungo altro …