Cultura

Crodino, l’analcolico biondo.

Chiude lo storico stabilimento di produzione della famosa bevanda.

Roma, 14 dicembre 2023

 

“Se vuoi bere un prodotto genuino, acqua minerale San Pellegrino”; “Ovomaltina da forza”; “Alemagna, ullallà è una cuccagna!”; “La Stock 84 presenta: Tutto il calcio minuto per minuto”; “Chiamami Peroni, sarò la tua birra”.

Sono alcuni refrain di storiche pubblicità che ci hanno allietato nei mitici Carosello degli anni sessanta e settanta, indimenticabili…

Lo spunto ci è dato dalla notizia che dopo quasi sessant’anni l’analcolico Crodino lascerà Crodo, piccolo paese di poco più di mille abitanti nel nord del Piemonte nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola.

Le acque minerali e curative di Crodo, che sgorgano da tre fonti diverse, hanno fatto la fortuna di questo borgo.

Nel dettaglio è da Fonte Monte Cistella, Fonte Lisiel e Fonte Valle d’oro, grazie all’intuizione dell’industriale Piero Ginocchi, che nasce nel 1964 il Crodino.

“L’analcolico biondo che fa impazzire il mondo” è il segno distintivo di un prodotto che ha sfondato sul mercato e che è durato nella sua originalità e fragranza per tutti questi anni.

Il contratto con Campari non verrà rinnovato ed al posto del Crodino imbottiglieranno altri soft ed energy drink, con ulteriore cura per lo sviluppo di storici marchi come LemonSoda e OranSoda.

Dal prossimo anno Crodino verrà prodotto nello stabilimento Campari di Novi Ligure e quello che conforta è che i vertici aziendali hanno promesso di mantenere i livelli occupazionali.

Ginocchi, in origine, commissiona all’enologo Gozzelino una bevanda analcolica data dalla macerazione fino a sei mesi di erbe e spezie in acqua e zucchero.

Viene fuori un combinato frizzante di colore arancione chiaro ed in breve tempo, grazie ad una pubblicità indovinata, Crodino sbaraglia la concorrenza.

Si chiude un’epoca dove una delle tante eccellenze italiane ha portato il borgo di Crodo ad una fama internazionale, attraverso una produzione di qualità, consacrata da famosi testimonial stranieri.

E noi, nel nostro piccolo, continueremo a bere “l’analcolico biondo che fa impazzire il mondo”.

Magari con vicino due olivette…

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