Politica

LA LIBERTÀ DEMOCRATICA COLPISCE ANCHE IL SINDACO PD DI FIRENZE MATTEO RENZI

Matteo Renzi, classe 1975.
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Nella sua biografia, si legge che  “a 29 anni d’età, dal 2004 al 2009 è stato eletto Presidente della Provincia di Firenze con una coalizione di centrosinistra. È stato protagonista di battaglie come l’abbassamento delle tasse provinciali (con conseguente taglio delle spese), il piano provinciale dei rifiuti e la previsione del termovalorizzatore, l’efficienza nei cantieri col rispetto dei tempi, la valorizzazione culturale del Palazzo Medici e del territorio anche attraverso la manifestazione “Genio Fiorentino”, un innovativo Piano Energetico Provinciale ed è impegnato in una campagna contro le morti su strada dovute a incidenti stradali chiedendo un inasprimento delle pene e la creazione del nuovo reato di “omicidio stradale”.

Nel 2009, si candida e vince le primarie per Sindaco di Firenze. e a soli 34 anni e con il 59,96% dei voti,   diventa il Sindaco della Città.
 
Ha al suo attivo, numerose pubblicazioni.
Certamente un giovane rampante del centro-sinistra ed indubbiamente il simbolo per la sinistra del rinnovamento della classe politica italiana arrivando a far parte della Direzione nazionale del Partito Democratico.
Ijn questi giorni, Renzi organizza una tre giorni “Big Bang”” a Firenze, con il tema di rinnovamento e dei giovani.
 
Il suo segretario Nazionale, Bersani, occasionalmente, in contemporanea e sostanzialmente stessi argomenti, tiene una convention a Napoli.
 
Il Sindaco, da Firenze parla di  rinnovamento e di mandare a casa i “dinosauri” democratici.
Da Napoli, Bersani risponde: “La distinzione giovani-adulti è una stupidaggine di dimensioni cosmiche. È chiaro che tocca ai giovani, a chi deve toccare? Ma bisogna mettersi a disposizione. Non si può dar l’idea che un giovane per andare avanti deve scalciare, deve insultare”
Di rimando, Renzi  “Non so a chi si riferisca Bersani, io non sono un asino e non scalcio. Da Bersani mi aspetto risposte sui contenuti. Ma con tutti i casini che questo Paese sta vivendo, perché Bersani se la deve prendere proprio con noi della Leopolda ? Perché?”.

Intanto, in mezzo , gli schieramenti.

”Il messaggio che Bersani ha voluto dare oggi ai 2000 giovani riuniti a Napoli e, più in generale, a tutto il paese è un messaggio che ribadisce, ancora una volta, la necessità di un lavoro collettivo per aiutare l’Italia a uscire da una grave crisi economica e sociale. Sbaglia perciò chi, come Matteo Renzi, legge questo intervento come una critica nei suoi confronti. Bersani non ha nemmeno citato Renzi”, dichiara Davide Zoggia, responsabile Enti locali della segreteria nazionale del Pd, come se il soggetto, per individuarlo, bisogna sempre indicarlo esplicitamente!
Prodi, attraverso il suo ufficio stampa, fa sapere che “è estraneo alla contesa politica e si guarda bene dall’entrare nelle logiche interne al Partito democratico”.
A Firenze arrivano l’ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, Arturo Parisi, Pippo Civati .
A Radio 24, Nichi Vendola, leader di Sel dichiara “Considero Renzi una persona molto interessante, molto simpatica, con una cultura politica essenzialmente di destra. Lo considero incapace di porre il tema della fuoriuscita dal disastro che il liberismo, in un trentennio, ha compiuto nel mondo intero e quindi mi sento molto antagonista delle ragioni di Renzi. E invece sento una sensibilità comune a quella di Pierluigi Bersani nella ricerca di quella giustizia sociale che deve essere il cuore di una politica di alternativa. Considero la querelle generazionale inappropriata, una maschera che nasconde le cose. Renzi è molto più giovane di me e di Bersani ma è molto più vecchio culturalmente e politicamente di me e di Bersani. Renzi è vecchio quanto è vecchia la rivoluzione liberista nel mondo».
Con lui, Luigi De Magistris: “Renzi non mi appassiona. Lo guardo con rispetto come sindaco, ma mi interessa molto di più ciò che accade fuori dai partiti” schierandosi così con la linea del Pd di Bersani.
Fin qui, nulla da ridire. Legittima diatriba interna ad un partito.
Quello che invece preoccupa, è la caduta di stile.
Visto che Matteo Renzi, “rompe”, improvvisamente, sui giornali – a distanza di tre mesi -, si parla del 5 agosto2011, giorno in cui la Corte dei Conti della Toscana lo ha condannato insieme ad altre venti persone,  per danno erariale e al pagamento di 14 000 euro, per abusi nelle assunzioni quando era Presidente della Provincia di Firenze.  .  Alla condanna Renzi ha reagito richiedendo il giudizio d’appello.
Finora, politicamente, nessuno aveva contestato all’ex Presidente e Sindaco di Firenze questo fatto. Ora che non è “ben allineato e coperto”, la vicenda è sulla bocca di tutti, addirittura anche su facebook!
 
Ancora una volta, la chiara dimostrazione di “libertà democratica”!
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