Tematiche etico-sociali

Il presidente dell’ARVU (l’associazione dei Vigili Urbani) Mauro Cordova, ricevuto dal Prefetto di Roma, Gabrielli

cordova arvuCordova ha rappresentato la lunga lista delle problematiche insorte alla Polizia Locale con il loro nuovo Comandante Clemente. Tanti i Vigili intenzionati alla riconsegna dell’arma. L’ARVU chiede subito il manganello
Roma, 13 giugno – Il  nuovo Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha ricevuto  Mauro Cordova, il Presidente ARVU Europea, la storica associazione dei caschi bianchi accompagnato dai dirigenti della struttura.
Il Prefetto, che quale alto funzionario della Polizia di Stato aveva operato nella Capitale, ha iniziato subito il discorso elogiando tutti gli appartenenti al Corpo della Polizia Locale della Capitale.
Il Presidente Cordova ha esposto al Prefetto la drammaticità di quello che il Corpo sta vivendo da quando è stato nominato Comandante il Dott. Clemente imputandogli una cattiva organizzazione delle risorse umane, nonché degli aspetti operativi.
In particolare, si sta spostando tutta l’attenzione sul centro storico e adiacenze, sguarnendo le periferie senza alcuna valutazione o interesse sul malessere che vive il Corpo e questo si sta riflettendo negativamente  sia a livello di immagine del Corpo sia nei confronti dei cittadini.
Cordova ha chiesto l’intervento del  Prefetto affinchè prima del Giubileo, l’Amministrazione chiuda il concorso in atto da ormai 5 anni con l’immediata assunzione di tutti gli idonei in quanto, affrontare l’Anno Santo con l’attuale carenza di organico sarebbe  per la Polizia di Roma Capitale, il colpo finale. In merito, il Prefetto ha assicurato che sarà sua premura interessarsi della problematica, affermando che presto verranno predisposte opportune procedure  nonché applicate normative già esistenti per  accelerare  i tempi del concorso in atto e, in base ai fondi straordinari che Roma Capitale riceverà dal Governo, si potranno prendere decisioni sull’organico da implementare.

Si è passati poi all’argomento armamento. Attualmente gli appartenenti al Corpo in possesso dell’arma sono circa 3000 (tremila), ma molti Vigili che avevano aderito a portare l’arma a seguito, stanno valutando la restituzione in quanto non si sentono tutelati.  Il regolamento comunale sulle armi non viene rispettato dal Comando Generale, le esercitazioni di tiro non sono quelle previste dal regolamento, non risulta che il Comando abbia stipulato la polizza assicurativa per danni agli operatori e a terzi, la pistola deve essere custodita h24 dagli assegnatari per la forte carenza delle armerie, che dovevano essere costruite presso tutti i gruppi, nuclei, servizi, tutto questo a costo zero per l’Amministrazione.  Posta la domanda se, al termine del servizio venga mantenuta o meno la qualifica di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza, il Prefetto ha ribadito che terminato il servizio, queste cessano. A questo punto,  come si fa a portare a casa una pistola per correre il rischio di essere arrestato per porto o detenzione illegale di armi anche in considerazione che l’armeria ritira l’arma solo in caso di assenza superiore a 5 giorni? Cordova ha allora proposto che l’arma non venga assegnata alla Polizia Locale  per difesa personale, bensì ai sensi dell’art. 53 c.p. così come avviene per tutte le altre forze di Polizia e che il Governo si faccia carico di decretare che per gli appartenenti alla Polizia Locale, le qualifiche di P.G. e P.S. non abbiano limiti di spazio e di tempo sull’intero territorio nazionale, anche perché oggi chi è armato soffre anche la limitazione della libertà personale.  Ultima proposta dell’ARVU, prevedere per tutto il personale armato,  una indennità mensile, per la detenzione e custodia dell’arma, anche fuori del servizio comandato.
Il Prefetto, nel condividere la problematica, si augura che la riconsegna dell’arma non avvenga in quanto sarebbe un atto dirompente per il Comando e per il Paese.

È poi  stato rappresentato l’abbandono dei gruppi periferici che ogni giorno devono inviare proprie pattuglie al Centro e a San Pietro.  I Gruppi spesso si trovano sia il sabato che la domenica ad avere anche una sola pattuglia e quindi costretti a tagliare quasi tutti i servizi e le richieste dei cittadini (tutto questo fa pensare alla cittadinanza che  la Polizia Locale sia una massa di fannulloni).  Inoltre,  il sistema di radiocomunicazione della Centrale Operativa,  costato milioni di euro, non funziona come dovrebbe, alcuni gruppi sono sguarniti di carri rimotori e la mancanza di possibilità di accesso allo SDI.
Per ultimo, ma non meno importante,  si è parlato delle quasi giornaliere aggressioni fisiche subite dagli operatori della Polizia Locale. IL Comando e l’Amministrazione, non si costituisce mai parte civile. L’ARVU chiede l’immediata dotazione del manganello previsto dal regolamento.
Al termine dell’incontro, il Prefetto Gabrielli ha chiesto di fargli pervenire una dettagliata relazione su tutte le problematiche sofferte dalla  Polizia Locale Roma Capitale.

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