Vittorio De Sica.
A mezzo secolo dalla scomparsa un ricordo di un grande della settima arte.
Roma, 13 novembre 2024.
Il mondo artistico italiano, ma non solo, ricorda oggi uno dei più grandi personaggi a cinquant’anni dalla scomparsa: Vittorio De Sica.
Un saper stare sulla scena per più di quarant’anni, dagli anni trenta fino all’inizio degli anni settanta, dimostrando bravura e poliedricità non comuni.
De Sica passa dal canto, Parlami d’amore Mariù, al teatro impegnato, al varietà e infine al cinema, sia come attore che come regista.
Un rapporto, quello con il cinema, anzi con il fare cinema, a dir poco intenso, un fuoco perennemente acceso tra commedie brillanti e pellicole tragiche.
De Sica è determinante nel restituire credibilità e popolarità al cinema italiano, contribuendo al fenomeno principale dello scorso secolo, dal punto di vista artistico, e cioè il Neorealismo.
Qui parte il ricordo di uno dei più grandi sodalizi della storia della settima arte, quello con Cesare Zavattini.
<Siamo come il cappuccino, che non si sa qual è il latte e qual è il caffè>, dice Zavattini che dal 1943 inizia la collaborazione con De Sica.
Ricordare gli svariati capolavori concepiti dai due comporterebbe un’edizione straordinaria dell’Opera omnia, tuttavia, a modesto giudizio di chi scrive, pellicole come “Ladri di biciclette” del 1948, “Miracolo a Milano del 1951, “L’oro di Napoli” del 1954, “I girasoli” del 1970 e “Il giardino dei Finzi Contini” sono meritevoli di un occhio particolare.
Anche da attore De Sica offre interpretazioni significative, per lo più in commedie brillanti, come gran signore dai comportamenti un po’ melliflui.
De Sica supera se stesso nel 1959, sotto la guida di Roberto Rossellini, ne “Il generale Della Rovere” in una prova di grande intensità che riscatta, nel personaggio, una vita fatta di sotterfugi, bassezze, piccoli intrighi, in un finale drammatico e commovente.
<L’occhio del regista è come uno specchio che riflette l’immagine. I registi cercano la vita e la ragione. Non ho mai avuto la presunzione di essere un regista>, dice De Sica in una delle sue ultime dichiarazioni.
Dal 12 gennaio prossimo la Cineteca di Bologna ne ripercorre la vita personale ed artistica, manifesti, spezzoni cinematografici, fotografie, attraverso un’opera di restauro che la stessa Cineteca sta completando.
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FOTO: GdS Caltanissetta Giornale di Sicilia.