C’era bisogno del caso “Grecia” per capirlo?
Roma, 13 luglio – …bene; come una “prima donna”, la Grecia è sempre protagonista delle cronache di questi giorni e lo è stato anche per i momenti più drammatici.
Il summit è durato la bellezza di diciassette ore, tutta la notte. Il problema era uno solo; “nell’Europa” o “fuori dall’Europa”.
Un risultato, riconosciamolo, l’ha ottenuto; nei giudizi ha spaccato l’Europa in due.
Come su un lungo tavolo di una sala consiliare, i sostenitori, da una parte, e gli oppositori, dall’altra, si sono fronteggiano fra di loro come su un virtuale “campo di battaglia”.
I pareri erano opposti; “la Grecia è fallita e bisogna liberarsene” e “non può esistere una Europa senza la Grecia” al quale si è unito anche Renzi, dall’alto della sua “cultura umanista”, e, ovviamente, anche “inestimabile assenza” al tavolo dei grandi.
Il problema era rappresentato dalla richiesta di non meno di 86 miliardi di euro per mettere a posto un’economia che, a posto, non ci andrà mai.
A questo punto i problemi diventano anche tre; primo, l’enorme cifra occorrente e non recuperabile (chi l’avrebbe pagata?) ; secondo, le conseguenze dell’abbandono della Grecia al suo destino di povertà sarebbe diventata “preda” dell’aiuto della Russia e della Cina, da est, che, in cambio, avrebbero avuto l’ingresso al mercato del Mediterraneo, cosa che avrebbe fatto già venire la diarrea alla Merkel; e, terzo, il significato che, l’uscita della Grecia, avrebbe avuto: fallimento completo su tutti i fronti.
Se ne sarebbe mai uscito? Certamente si; ma solo considerando che, già, a questo punto, il grande progetto dell’Europa era fallito e dando ai problemi la peggiore delle risoluzioni possibili facendola passare per “vittoria” di tutti.
Il summit, abbiamo detto, è durato tutta la notte e alla fine l’ha spuntata… chi?… nessuno o forse solo la Germania perché la Merkel ha avuto la soddisfazione di “torchiare” di tasse la già spremuta Grecia, operazione che, dato che il limone è ormai disseccato, forse, nasconderà il segreto progetto di creare una futura, o già in atto, sudditanza della nazione.
In tutto questo “baillame” di operazioni diplomatiche e tecnico-finanziarie, che si intercalano fra di loro, un solo parere da “bastian contrario” è emerso, ovviamente”con il senno di poi”, dopo dieci anni di un progetto che non è arrivato a realizzazione, “un progetto del genere, non era possibile con stati dalle potenzialità economiche diverse”.
Chi ha espresso questo giudizio?
Escluso il sottoscritto, durante il suo servizio in banca, il giorno successivo al “varo dell’impresa”, attirando su di se il biasimo di tutta l’agenzia, negli ultimi tempi anche un esponente del panorama politico la cui identità, oggi, si “confonde tra la folla” e, anche lui, non è stato creduto… ma ci voleva proprio la Grecia, per capirlo?