Batosta accise diesel in Italia: triste teatrino politico di destra e sinistra
Il governo Meloni fa quello che ieri l'esecutivo di sinistra voleva mettere in atto: più accise sul gasolio

Ogni anno le accise diesel saliranno di un centesimo o 1,5 centesimi al litro per cinque anni: lo ha deciso il 13 marzo 2025 il governo Meloni. Mentre la tassa sulla benzina scenderà di pari importo. Quest’idea è di destra? No: per anni la sinistra, fino a quando ha comandato nel 2022, ha proposto di alzare l’imposta sul gasolio. Perché brutto, sporco e cattivo: no ai sussidi ambientalmente dannosi, diceva. E la destra era contraria. Adesso, l’esecutivo fa esattamente quello che la controparte voleva mettere in pratica, e la sinistra si erge a paladino degli automobilisti e dei consumatori: abbasso questo governo che aumenta le tasse.
Cortocircuito mediatico
A complicare il quadro, la promessa in campagna elettorale di Meloni di non aumentare le accise. In più, il ministro dell’Economia Giorgetti gioca coi numeri e con le parole: quello sulle accise è un “riallineamento e non un aumento”. Sarà. Ma il gettito sale, anche perché lo Stato incassa pure l’IVA, per via dell’utilizzo molto intenso delle vetture diesel, con lunghe percorrenze. In Italia, girano 17 milioni di macchine a benzina, e 16,6 milioni vetture a gasolio. Queste ultime sono le regine assolute del mercato di seconda mano, specie al Sud: i loro chilometraggi sono enormemente superiori a quelle delle auto con la verde. Senza contare tutti i mezzi commerciali e delle partite Iva, nonché delle flotte.
La giustificazione è che l’Unione Europea ce lo impone, in virtù del mitico Green Deal. Può darsi. Tuttavia, fra le mille cose (corretto smaltimento rifiuti, riduzione dello smog e altro) che l’UE esige e che l’Italia non fa, chissà perché l’aumento del diesel scatta al volo. In attesa che anche la corrente per il pieno delle auto elettriche rincari, come già le nazioni UE stanno studiando.
Più accise diesel: perché
Un triste teatrino politico di destra e sinistra che mette anche gli italiani gli uni contro gli altri: i soldi in più incassati col diesel andranno al fondo nazionale per il trasporto pubblico e al fondo per la delega: serviranno a chiudere il rinnovo contrattuale degli autoferrontranvieri che si è incagliato da mesi. In quanto lo Stato non ha denaro a sufficienza. Ma chi versa i quattrini per il pieno di diesel potrebbe irritarsi al pensiero che quel rifornimento vada a una certa categoria di lavoratori. Della serie: e a me chi ci pensa? Qualcuno fa gasolio alla pompa a beneficio di un mio aumento di stipendio?
Accise carburanti: a quanto ammontano
Oggi l’accisa sulla benzina è di 72,8 centesimi al litro, quella sul gasolio è di 61,7 centesimi. La distanza è di 11,1 centesimi. Matematicamente, a metà strada si arriva a 67,25 centesimi per il 2030. Solo nel 2024, comprati 28,8 miliardi di litri di gasolio, e 12,3 miliardi di litri di benzina: l’Erario gode giustamente al pensiero. Per un centesimo in più, sono 165 milioni l’anno.
Alla fine, la destra non ha mantenuto la promessa di riduzione delle accise. La sinistra non ha mantenuto la promessa di aumento delle accise sul diesel. Appena la destra le alza, la sinistra sostiene che sia un governo pro tasse. Poi, alla prossima tornata elettorale per le amministrative e le politiche, non ci si stupisca se l’affluenza alle urne crolla.