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Draghi: “Sì alla difesa UE comune col debito”

La difesa comune dell'Europa è un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza: così Mario Draghi in Parlamento

Mario Draghi in Parlamento dice sì alla difesa comune UE, col debito comune. Quindi, “la difesa comune dell’Europa è un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza”, ma “gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit”. Dunque, “il ricorso al debito comune è l’unica strada“, ha detto il consulente speciale della presidente della Commissione Ue presentando il suo rapporto. Secondo Draghi interventi nazionali a scapito della spesa sociale e sanitaria sarebbero la negazione dell’identità europea che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Debito sì. Togliere soldi agli ospedali no.

Difesa europea con comando di livello superiore 

Per la difesa europea occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale. L’attuale procurement europeo per la difesa – pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023 – va “concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali”.
Un frazionamento deleterio perché – a fronte di investimenti complessivi comunque elevati – i Paesi UE acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti.

Mario Draghi indica la strada giusta in questo momento così delicato per la difesa dell'Europa
Mario Draghi indica la strada giusta in questo momento così delicato per la difesa dell’Europa

Problema Trump e Russia: cosa dice Draghi

La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea: “Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile. L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali”.

La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”. Insomma, secondo l’ex premier e presidente BCE sono posti in discussione i valori fondanti: pace, prosperità, solidarietà e, insieme all’alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza.

Bollette gas e luce, che guaio

Costi dell’energia così alti pongono le aziende – europee e italiane in particolare – in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri mettono a rischio la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita. “Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie”. 

Matteo Ferrari

Giornalista di cronaca e attualità con anni di esperienza sul campo, Matteo Ferrari si distingue per la capacità di raccontare la cronaca, attualità e fatti con passione ed una particolare narrazione personale. La sua penna affilata e la sua passione per la verità lo rendono un punto di riferimento per chi cerca un'informazione affidabile, approfondita e nel contempo sintetica.
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